Moby Dick - La Juventus vince giocando a scacchi. Allegri come Kasparov

Editorialista del mensile "Calcio 2000" fondato da Marino Bartoletti, collaboratore de "Il Riformista". Vincitore del premio "Miglior giornalista di Puglia". Autore delle biografie di Paolo Montero e Antonio Conte.
16.04.2015 08:04 di  Alvise Cagnazzo  Twitter:    vedi letture
Moby Dick - La Juventus vince giocando a scacchi. Allegri come Kasparov
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Un po' come quegli scacchisti dell'Urss, chiamati a impegnare l'avversario giocando “a specchio”. Si potesse applicare il principio della sintesi alla gara disputata dalla Juventus al cospetto di un arroccato Monaco, giunto a Torino per giocare ed esclusivamente di rimessa, non si esiterebbe a definir “scacco matto” la mossa che ha consentito di porre una serie ipoteca sul passaggio del turno. Allegri, impeccabile nella gestione delle risorse, si è così camuffato da novello Kasparov, rimodulando la squadra a “specchio”.

La mossa a sorpresa, ovvero Pereyra nel ruolo di fantasista atipico dietro al duo formato da Morata e Tevez, al rientro dopo sei giorni di stop, non ha inizialmente sortito gli effetti sperati. La scelta di abbassare modificare l'iniziale 4-3-1-2 in un 4-4-2 di sostanza ha così ridisegnato gli equilibri di una partita farraginosa, difficile da districare nel complesso dei suoi più visibili nodi. Martial non sarà un puntero d'area, ma è una spina nel fianco, costante e pericolosa. Fabinho, sul quale anche Marotta dovrebbe prendere appunti, un tuttofare d'altri tempi, più olandese che brasiliano nel modo di interpretare la partita.

Con Vidal largo a destra e Pereyra a sinistra Allegri ha soffocato il respiro della manovra avversaria, per lo più affidata al catenaccio e al contropiede d'annata, costringendo i dirimpettai a complicati uno contro uno. Leo Jardim non sarà un santone ma ha avuto il merito di costruire un'equipe attorno alla regia arretrata di Ricardo Carvalho e ai muscoli di Kongogbia. La Juventus ha patito l'emozione, la certezza di non poter fallire la sfida di una stagione. L'accesso alla semifinale vale qualcosa come dieci milioni, senza dimenticare gli altri “step” economici e agli incassi dello Stadium ed il mercato ne beneficerà positivamente. Con tanti soldi in più a bilancio la permanenza di Pogba non sarà utopistica, così come l'arrivo di un grande bomber come Van Persie.

Allegri, nella sua versione “Kasparov”, ha in mente una Juventus pronta a giocare indifferentemente con il 3-5-2 ed il 4-3-1-2, magari abbassando un “puntero” ed allargando il fantasista sulla fascia. Con questo capitale e con questa sequenza impressionante di vittorie, il fascino della Vecchia Signora ha potuto beneficiare di un lifting sostanzioso. Utile anche per riconquistar fascino agli occhi dei grandi calciatori...

 

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CHI E' ALVISE CAGNAZZO - Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari. Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio “Miglior giornalista di Puglia” sezione carta stampata -sport, istituito dall’Odg. È autore dei libri “Tutti zitti, parlano loro”, (2007), “Semplicemente Rafa” (2010) e, “Montero, l’ultimo Guerriero (2010) e, sempre per Bradipolibri, "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" (2011). Ha collaborato con Carlo Nesti. Ha condotto, per centosessantaquattro puntate, il programma televisivo “Parliamo di calcio”, in onda su Rtg Puglia in prima serata. È firma di Calcio2000, mensile nazionale e internazionale fondato da Marino Bartoletti, diffuso in trentadue paesi. Collabora con il giornale “Puglia”, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del “Corriere dello Sport”. Collabora con “Il Riformista”. Editorialista per “Tuttojuve.com con la rubrica Moby Dick”. Ha partecipato come opinionista tv a “Quelli che il calcio” su Rai 2 e “La giostra dei Gol” su Rai International.