L'IMBOSCATA - Allegri-Bonucci, i retroscena. Le ragioni e l'"ignoranza" del tecnico. Gli avvoltoi e la “piagnucolada” del Meazza. Novità sul mercato. Calciopoli, le bombe di Porceddu e la posizione Juve: ne parla l'avv. D'Onofrio a TJ

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
24.02.2017 00:18 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Allegri-Bonucci, i retroscena. Le ragioni e l'"ignoranza" del tecnico. Gli avvoltoi e la “piagnucolada” del Meazza. Novità sul mercato. Calciopoli, le bombe di Porceddu e la posizione Juve: ne parla l'avv. D'Onofrio a TJ
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

DOPO LA TEMPESTA

 

La quiete dopo la tempesta. Il caso Bonucci-Allegri non deve pesare. Le vittorie e i gol aiutano a stemperare le tensioni. La Juventus ad Oporto ha vinto, ha giocato bene, ha messo il cappello con due reti in trasferta sul passaggio del turno. Allegri è bravo e fortunato. Non sempre ti imbatti nella follia di un avversario che nel giro di un minuto si fa espellere.  Il piano partita del Porto era peraltro chiaro anche in 11 contro 11. Braccare Higuain, proteggersi all'italiana con un mediano (Neves, che piace alla Juve).  L'espulsione ha poi consigliato ai portoghesi l'esclusione del talento Andre Silva a favore di un esperto uomo di sostanza .

Segnano Pjaca e poi Dani Alves: il primo a conferma di una qualità che deve essere solo coltivata  e che quando esploderà sarà devastante. Il secondo, che l'abitudine a giocare certe gare risulta basilare.

Se tre indizi fanno una prova, le quattro vittorie in trasferta in Europa  di Madama, sono un sigillo e un messaggio alle concorrenti: per la Coppa dalle grandi orecchie ci siamo anche noi. Ma la strada per Cardiff è lunga. Sbrigata la pratica Porto servirà ancora “suerte“ nel sorteggio. La sensazione, tuttavia che questa Juventus trasmette è che - differentemente da altre stagioni - siano gli avversari ad augurarsi di non incrociarla. Non è viscosa, non ti gioca addosso come i “cholisti“ di Madrid, la Juventus. Ma  per chiunque può essere una rogna: tecnica e tattica. Con una panchina profonda e di qualità.

 

 L' “IGNORANZA“  DI ALLEGRI

 

Ho una mia idea sul caso Allegri- Bonucci. E ce l'ho a pelle. Avendo calcato (sia pur modestamente) i campi, conosco la mentalità di un giocatore. Ho l'impressione che le ragioni di Allegri (la “ volata” da bullo di Bonucci a fine gara è  inaccettabile al netto di quanto e di cosa sia successo nello spogliatoio) siano  prevalenti. Ma che anche Bonucci - sempre al netto del comportamento che lo ha portato alla punizione in tribuna ad Oporto -  abbia le sue.

Ogni allenatore, ha sempre avuto il “suo“ allenatore in campo. Herrera aveva Picchi. Il Milan di Nereo Rocco, Rivera. La Juve di Brocic (qualcuno lo rammenta?) era guidata da Giampiero Boniperti. Chi rammenta i tre allenatori che vinsero di fila cinque Coppe Campioni nel Real? Pochi. Perché il vero allenatore in campo era Alfredo Di Stefano. Fino ad Arrigo Sacchi la figura dell'allenatore era stata spesso marginale. Poi nel calcio è successo quanto è accaduto nella musica nobile. Come a teatro i direttori sono diventati più importanti delle orchestre, nel calcio gli allenatori (e i procuratori) sono diventati più importanti dei giocatori.  A parte i fenomeni come Messi o Cristiano Ronaldo .

Bonucci è visibilmente “l'allenatore in campo“ della Juventus dopo l'addio di Pirlo. Lui l'ultimo uomo davanti a Buffon. Lui detta i tempi di uscita della difesa. Lui grazie ad un calibrato lancio salta il centrocampo avversario. E' una risorsa per il suo allenatore. Perché in pochi minuti con una gara abbondantemente in ghiaccio con il Palermo, è scoppiato l'inferno?

Perché la richiesta di “cambio“ per un compagno è apparsa ad Allegri una sorta di lesa maestà? Da tempo il fuoco covava sotto le ceneri. In sequenza i mal di pancia di Alves, Higuain , Mandzukic,Khedira, Litchsteiner, Dybala, prima di Bonucci. Allegri dal canto suo aveva esibito  ira e stizza a Doha e poi a Firenze. Perché? Io ignoro se le voci che lo danno partente a fine stagione siano vere. Ma so per certo che Allegri si è rotto le scatole di sentir dire che la sua è la “Juve di Conte“. Che ha trovato la “pappa fatta“.  Allegri è bravo, tosto e con la testa durissima. A Livorno quando ci si confronta di brutto  con un interlocutore si dice: “Io sono più ignorante di te“. Anzi, alla livornese : “gnorante” . Allegri - che vada o che resti - vuole essere ricordato per la “sua“ Juve. Quella che da settimane sta spianando ogni avversario. A quattro in difesa, a due in mezzo al campo e a quattro con gli esterni che rientrano e i due  attaccanti che vanno in pressing. La “sua” Juve. Quella che proverà a diventare leggenda in Italia e finalmente dopo un ventennio vincente in Europa.

 

SCIACALLAGGIO ?

 

Il caso è chiuso. Allegri ha avuto lo scalpo di Bonucci. La società lo ha tutelato facendo una scelta difficile da fare. Perché fossero andate male le cose ad Oporto si sarebbe aperto un incubo.  Bonucci ha chiesto scusa. E dopo il “muso“ della vigilia, al secondo gol ha esultato accanto a Nedved e Marotta come un ultras. Alla fine, ancora una volta, la Juventus ha dimostrato di essere una società con gli attributi. Con gerarchie non scalabili. 

Ma neppure questo è bastato a silenziare gli “avvoltoi“ .

Eh, ma Bonucci non ha esultato al primo gol. Eh , ma la Juve pur in superiorità numerica, a lungo ha stentato.

Il  rumore dei nemici è diventato, nelle ultime settimane, assordante. Due gol, un palo, una occasione con Higuain, un gol che sembrava irregolare e che invece era da convalidare. Cosa resterà? Nulla. Resta (e resteranno) i due presunti rigori negati all'Inter allo Stadium. Del rigore solare fatto a Bologna da Eder non c'è più traccia nelle trasmissioni che giornalmente parlano di calcio. Resterà la “piagnucolada” del Meazza, alimentata da comici (spesso presunti) pagati con i soldi pubblici. Riferiscono le gazzette che nei giorni scorsi si siano appalesati sul cellulare di Bonucci uomini Inter . Non so se sia vero. Ma lo fosse , sarebbe stata una azione da sciacalli. Con Bonucci non ci sono “ clausole” da esercitare. Bonucci ha un contratto appena rinnovato fino al 2021. 

Il rumore dei nemici per settimane ha sfinito la Juve. Eh, ma quel Pjaca non convince, non incide, non gioca, non segna. Vuoi mettere Gabigol decisivo a Bologna. Sì: il gol di Gabigol (mi sono finalmente ricordato a chi assomiglia Barbosa nella rifinitissima cura del proprio aspetto: a  Vampeta, indimenticabile meteora brasilera dell'Inter) vale tre punti in classifica. Ma quello di Pjaca  ha aperto la cassaforte del Porto. E vale tanto (il doppio come da regolamento per i gol in trasferta)  per l' accesso ai quarti finale della Champions .

Caso chiuso: La Juve ne esce alla grande. Allegri rafforza la sua posizione di leader. Bonucci dovrà, io auspico, già sabato contro l'Empoli, riprendersi quella di capobranco in campo. Per ribadire che lui è una colonna della Juve di adesso. E di quella del futuro. Se non altro per silenziare quelli che  hanno i “dettagli sulla loro insanabile frattura“. Bonucci giochi come sa e li inviti, sulla più rotonda delle note del grande Gigi Proietti: “A non rompere il ca....!“ Testa bassa e avanti:  sabato l'Empoli, poi il Napoli nella data “imposta“ . La Juve ha la rosa per superare il tour de force. E per dimostrare, ancora una volta, di che pasta sia fatta. 

 

 

JUVE:  TORNA DI MODA CONTI 

 

Brevemente il mercato. Ecco quanto ho raccolto dai miei insiders.

A giorni arriverà Bentancur per le visite mediche. In Brasile danno in dirittura d'arrivo l'affare Lyaco, giovane centrale difensivo di qualità. Le parole di Berardi in orbita Juve fanno pensare che tra due-tre mesi la pratica con il Sassuolo possa essere chiusa. Piace anche Pellegrini, mediano in prestito dalla Roma. Il riscatto vale 10 milioni. Se la Roma non lo eserciterà l'affare può essere messo in piedi.  Mia riflessione: la Juve 40 milioni per Tolisso non li spenderà. A meno che il Lione non accetti lo scambio con Lemina più conguaglio. In mediana le strategie della Juve sono attendiste. Piace quel Ruben Neves del Porto visto in azione nel match di Champions. Ma viene monitorata con attenzione la situazione di Rabiot e di Goretska. Entrambi hanno il contratto in scadenza nel 2018. Entrambi non hanno ancora rinnovato. Il tedesco ha il medesimo agente di Khedira.  Perché nel calcio spesso sono i giocatori ad avere un ruolo determinante. Khedira ha parlato benissimo della Juve al metodista dello Schalke 04 . Gigi Buffon lo ha fatto con Federico Bernadeschi. Il giocatore  sarebbe propenso. Il suo procuratore idem. Ma la trattativa con i Della Valle (se ci sarà) non sarà semplice.  Infine: ritorno di fiamma per l'esterno dell'Atalanta, Conti. Sta convincendo la sua attitudine a giocare da “Zambrotta“. Col contante la Juventus può mettere sul piatto Spinazzola (in prestito a Bergamo) e lo spagnolo Lirola in prestito al Sassuolo. Conterà  anche la “passione sfegatata per la Juve“ del giocatore, come ha rivelato il suo agente .

 

PORCEDDU: “PORCATE“  E MEDIA

 

Con una inaspettata intervista all' Unione Sarda, l'ex procuratore federale Carlo Porceddu ha sparato due “bombe“ . Ha rivelato Porceddu che il passaporto di Veron (nell'anno del diluvio di Perugia e dello scudetto della Lazio)  era autentico. Ma faceva parte di uno stock di passaporti rubati alla Questura di Latina. Quindi “autentico“ ma mai vidimato dall'autorità competente. Qualche “manina“, all'epoca, ha redatto il “compito“ . Per la cronaca, alla fine di quella stagione,Veron fu frettolosamente venduto in Inghilterra, salvo tornare successivamente in Italia con la maglia dell'Inter.

Seconda “bomba“ sganciata da Porceddu a proposito dello scudetto attribuito a tavolino da Guido Rossi all'Inter. Ha spiegato Porceddu che Rossi si era fatto affiancare da alcuni suoi amici. E che decise poi da solo il da farsi, nonostante il parere negativo di due dei tre “saggi“ interpellati. A parere di Porceddu quel “regalo“ all'Inter fu una cosa sbagliata .

E pare di capire - vista la posizione di Porceddu all'epoca (di procuratore federale) in dissenso con la valutazione di Rossi.

Sarebbe interessante capire per quale motivo Porceddu ci abbia messo 10 anni prima di parlare. Ma le sue esternazioni non stupiscono. Un anno dopo Calciopoli, un altro magistrato che aveva seguito la vicenda (Sandulli), rivelò che a proposito della retrocessione in serie B della Juventus si era deliberato  “sull'onda del sentire popolare“ .

Ci sono - alla luce delle rivelazioni di Porceddu - gli estremi per una nuova iniziativa giudiziaria da parte della Juventus? .

A parere dell'avvocato Paco D'Onofrio esperto di diritto sportivo, non ci sono.

 

Mi ha spiegato D'Onofrio: “Anche se la sostanza di quelle rivelazioni costituissero un reato -  cosa peraltro da dimostrare - quei reati sarebbero coperti da prescrizione. A mio parere non ci sono elementi e non c'è spazio per una nuova iniziativa“.

La Juventus è ricorsa al Consiglio di Stato chiedendo 581 milioni di risarcimento alla Federazione per le decisioni relative a Calciopoli: avvocato, come prevede finirà ?

 

“Non lo so. Ma finora in tutti i gradi di giudizio la Juventus non ha ottenuto quanto chiedeva. Non mi sorprenderei se il Consiglio di Stato confermasse questa linea. Anche se non la condivido“

 

La strada di Strasburgo, il Tribunale dei Diritti Umani è una strada percorribile? 

“A mio parere sì. E con possibilità di vedere accolte le proprie richieste. Da tempo quel tribunale che una volta esaminava soprattutto questioni internazionali, si è espresso anche su singole querelle nazionali. E' un tribunale che valuta se i ' diritti umani” del ricorrente siano stati violati. Il processo sportivo che portò alla retrocessione della Juventus, durò troppi pochi giorni. E con una forte limitazione del diritto di difesa. E una violazione del principio costituzionale del giudice naturale, poiché i componenti furono scelti ad hoc“.

 

Avvocato, le dichiarazioni di Porceddu non hanno avuto eco nei grandi media: come se lo spiega?

 

“Non me lo spiego. In fondo è una notizia. Posso - tuttavia – ipotizzare che se le dichiarazioni di Porceddu fossero state relative ai vertici della Juventus, ai tempi di Calciopoli, la risonanza sarebbe stata diversa“.