ANALISI TJ – Alla scoperta del Napoli di Sarri

25.09.2015 14:30 di  Giovanni Spinazzola  Twitter:    vedi letture
ANALISI TJ – Alla scoperta del Napoli di Sarri
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© foto di Insidefoto/Image Sport

Il Napoli di Maurizio Sarri, almeno nei problemi e nelle difficoltà, non differisce di molto dalla squadra guidata l’anno scorso da Rafa Benitez. Certo, il modulo è cambiato, ma la cronica debolezza difensiva – nonostante le ultime tre gare senza subire reti – è in linea con la formazione dello scorso anno, così come sono uguali i problemi quando i partenopei affrontano le “piccole” del nostro campionato. Potenzialmente devastante, invece, l’attacco, sebbene ieri gli azzurri abbiano impattato con il Carpi per 0-0. Andiamo, però, a scoprire più da vicino la nuova squadra napoletana.

Il modulo è sicuramente cambiato rispetto alla scorsa stagione, con Sarri decisamente meno integralista rispetto al suo predecessore spagnolo. Dal 4-2-3-1 dell’annata 2014/2015, l’ex allenatore dell’Empoli si sta focalizzando principalmente su due moduli: il 4-3-1-2 ed il 4-3-3. Il primo modulo, quello provato durante tutta l’estate e le prime tre giornate di campionato, non ha prodotto risultati apprezzabili, con l’allenatore costretto a modificare leggermente le sue idee tattiche. Il 4-3-1-2 prevedeva Lorenzo Insigne trequartista dietro a due attaccanti, con Gonzalo Higuain prima punta e, a turno, Mertens, Callejon o Gabbiadini utilizzati come attaccanti di appoggio. In mediana Valdifiori regista con Allan ed Hamsik mezz’ali, mentre davanti a Reina agivano Albiol e Chiriches (da due turni Koulibaly ha conquistato il posto da titolare) con Hysaj e Maggio sulle fasce. Ebbene, il Napoli ha sofferto principalmente sulle corsie, con l’albanese adattato a sinistra – lui è un destro naturale – e Maggio decisamente lento sull’out opposto. I veri problemi, però, nascevano in attacco, con l’imbuto che si creava al centro senza sfogo sulla fascia. Una sconfitta e due pareggi in tre partite di campionato ed il passaggio al 4-3-3.

Con il tridente, tra campionato e coppe, il Napoli ha ottenuto due vittorie – entrambe arrivate per 5-0 – ed un pareggio, quello contro il Carpi. Gli uomini sono sostanzialmente gli stessi, con Hysaj spostato – però – sulla corsia destra, quella di pertinenza, e l’inserimento di Ghoulam sulla fascia mancina. A centrocampo, Jorginho in regia ha dato nuova linfa alla mediana azzurra, rallentata dalle difficoltà di Valdifiori. In attacco, poi, con Higuain perno inamovibile, si sono alternati Insigne, Mertens e Callejon sulla fasce, decisivi perché utilizzati nei loro ruoli naturali. Una cambio netto e deciso, arrivato anche con la condizione fisica brillante e gli inserimenti di Allan, centrocampista tuttofare.

I punti deboli. Il centrocampo a tre di Sarri non offre le dovute e necessarie coperture alla difesa azzurra, perché se Allan è un pregevole interditore, non si può dire lo stesso di Jorginho e, soprattutto, di Marek Hamsik. Lo slovacco, fine palleggiatore – cercato anche dalla Juve – è tutto fuorchè un incontrista ed il Napoli, se attaccato sul suo versante sinistro, soffre molto, anche perché Ghoulam ha doti offensive ma non difensive. Al centro, poi, Albiol e Koulibaly non sono certo una cerniera impermeabile, con il senegalese che punta molto sull’anticipo – spesso sbagliando – essendo anche irruento. Lo spagnolo, invece, va in difficoltà se preso in velocità. In attacco, come ha fatto il Carpi mercoledì, vanno coperte bene le fasce, evitando accuratamente l’uno contro uno con Insigne e Callejon (o Mertens), bravo nello spazio ed a saltare l’uomo.