Il Roma - Ecco come vivono la gara i tifosi bianconeri in campania

12.02.2016 14:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Il Roma - Ecco come vivono la gara i tifosi bianconeri in campania
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Su Il Roma, si analizza come vivono, i tifosi “juventini campani”, questa vigilia di passione e ansia? «Ho amici napoletani, da anni ci prendiamo in giro ma c’è grande stima reciproca: è pur sempre una partita di calcio». Il pensiero di Marco, anni 26, di San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento, è lo slogan che (quasi) tutti i campani bianconeri intendono sventolare insieme: «Mio padre tifa Napoli – racconta Filippo (26), di San Vitaliano, provincia di Napoli -, ma io all’età di tre anni mi sono innamorato di Del Piero, che colpe ho? Amo la mia città, mi sento napoletano ma tifo Juventus da sempre. La fede calcistica non è solo una questione territoriale». Sorrisi e riflessioni quando la scaramanzia napoletana si mischia alla fede bianconera. Leggere (per credere) il retroscena di Roberto (25), di Nola, provincia di Napoli: «Avevo l’abitudine di guardare le partite insieme ai miei amici napoletani, ma dopo un 3- 0 con tripletta di Cavani e la sconfitta in finale di Coppa Italia ho deciso di smettere. Da allora mi circondo solo di bianconeri ». La fede juventina ha radici “genetiche” e si tramanda di padre (o madre) in figlio: «Sono di Salerno – spiega Francesco, anni 25 -, ma il mio cuore, oltre ad essere granata, è anche bianconero. La Juve mi regala sempre grandi emozioni e il ringraziamento va alla mia famiglia». Ma il tifo non è solo istinto: «Perché dovrei tifare per la squadra della mia città – riflette Roberto - se la stessa squadra in questione, il Napoli, ha un solo napoletano in rosa come Insigne?». Parole differenti ma concetto identico per Filippo: «Se il calcio ha radici geografiche, allora vi ricordo che la Juventus è la squadra più italiana della Serie A, quella che da anni fornisce i maggiori talenti alla nostra nazionale». La distanza che separa i “juventini campani” da Torino, centro nevralgico della fede bianconera, è un problema solo relativo: «Quando posso – spiega Marco – seguo sempre la Juve in casa, ed ogni volta è una gioia indescrivibile per me, come fosse la prima».

«Non è un peso – dice Filippo -, seguo la Juve in casa o in trasferta appena posso». La settimana di Juve-Napoli è un fiume d’indifferenza che sfocia nella banalità dell’attesa: nonostante le smentite di rito nessuno pensa ad altro. E per strada, nei bar, in ufficio oppure all'università, non c’è differenza tra supporters azzurri o bianconeri. Pronostici? «Spero sia una bella partita con vittoria finale della Juve», è il pensiero (auspicio) di Marco, rafforzato dalla previsione di Francesco: «Uno fisso, e non lo dico da tifoso. Sarri è il miglior allenatore d’Italia ma sabato sarà la sua prima partita della vita, qualche errore tecnico potrebbe commetterlo». Predica prudenza, per strategica “pretattica” o altro, Filippo: «Due settimane fa avrei detto 3-0 Juve, ma con le assenze di Chiellini, Mandzukic e Khedira credo in un pareggio: 0-0 o 1-1. Temo il Napoli ma difficilmente Allegri sbaglia queste partite». Infine Roberto: «Il Napoli è favorito perché gioca meglio e perché la Juve ha tanti assenti». Quindi vittoria azzurra? Macché… «Vincerà la 2-1 con doppietta di Pogba». Scaramanzia napoletana e fede bianconera nella stesso iperuranio: è (anche) questo il bello del calcio.