MOGGI molla? No, ha già vinto

di Antonio Corsa
08.10.2010 21:18 di  Redazione TuttoJuve   vedi letture
MOGGI molla? No, ha già vinto
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© foto di Micri Comunication

“Il processo è finito. Il testimoniale dell’accusa è stato meno di zero ed io potrei discuterlo anche domani mattina, senza problemi”. Queste, testuali, le parole chiare ed inequivocabili rilasciate in un’intervista radiofonica dall’avv. Maurilio Prioreschi, nei giorni scorsi. Una dichiarazione forte, dalla quale traspare evidente la tranquillità e la forza degli argomenti a disposizione. Parole, che seguono però fatti concreti. Il 1 ottobre scorso, infatti, durante l’udienza che ha sancito la ripresa del processo penale a Napoli, gli avvocati di Luciano Moggi hanno preannunciato l’intenzione di rinunciare a gran parte dei loro testimoni. Quelli resistiti alla cernita verranno ascoltati alla fine, per ultimi. Saranno i titoli di coda. Poi il sipario.

A tagliare ci hanno pensato pure gli altri. L’avv. Morescanti (difesa Bergamo) citerà solo due testimoni: il presidente dell’USSI Antonello Capone e il notaio Tavassi, entrambi a ribadire – semmai ce ne fosse ancora bisogno – come i sorteggi fossero regolari; l’avv. Bonatti (difesa Pairetto) citerà i fischietti Rosetti e Bergonzi e gli assistenti Calcagno e Pirondini; l’avv. Messeri (difesa Bertini) rinuncerà direttamente ai suoi testimoni. I teste degli altri arbitri accusati si contano tutti nelle dita di una mano.

A chiedere di stringere i tempi è il presidente Casoria in persona, la quale evidentemente un’idea di massima già se la sarà fatta. Nessuno si oppone, anzi. C’è fretta per tutti. Prima finisce il processo, prima iniziano i giochi.

Tra i beneficiari cui verrà risparmiata la comparsa in tribunale c’è anche Massimo Moratti, presidente dell’Inter. Già convocato per l’1 ottobre, ma impegnato a Nuova York. Impegni inderogabili, ma che risulteranno sufficienti ad evitare una seconda chiamata. All’ex direttore biaconero e ai suoi avvocati non interessa più. “Stattene a Milano”, gli dice Moggi. Al limite, se proprio, consiglia il Vomero e la Mergellina. Processualmente il suo esame è irrilevante. Le telefonate ci sono, non si possono più negare, e oggi persino la Gazzetta dello Sport ne pubblica online le trascrizioni. Sia Moratti, sia Facchetti telefonavano. Come lui. Non c’era un “sistema”, ma una sistematicità di comportamenti. Attuati anche dalle “vittime” (di che, poi?). Ma non è un “tutti colpevoli”, attenzione. Non era nonnismo. Non era neanche “il più squalo fra gli squali”. Non era camorra. Era semplicemente il calcio. Rivisitato con tanta incompetenza, ipocrisia e facciadiculismo. (Ri)Messo a nudo a Napoli, dopo che gli era stato tessuto addosso un vestito non suo.

Non ci saranno più i fuochi d’artificio, perciò. Ma va bene. Quelli – finora – li ha sparati l’accusa, con tanto di giornali milanesi e docufiction di produzione Telecom a supporto. Al bagliore delle luci e dei colori, però, non è seguito il botto. Quello lo faranno le bottiglie di champagne, e alla fine lo stapperà la difesa. La festa è sempre più vicina, non serve perdere altro tempo. Se ne è perso già troppo. Come Moggi stesso scrive, “La banda degli onesti (ei fu) è stata smascherata”. Di già. Stringiamo i tempi, che poi ci divertiamo.