Il popolo Juve, e chi la notte non dorme..

30.07.2012 16:30 di  Sandro Scarpa   vedi letture
Il popolo Juve, e chi la notte non dorme..
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Un popolo puoi incatenarlo, spogliarlo, tappargli la bocca ed è ancora libero. Levargli lavoro, passaporto, la tavola dove mangia, il letto dove dorme ed è ancora ricco. Un popolo diventa povero e servo quando gli rubano la lingua dei padri: a quel punto è perso per sempre.” (I. Buttitta).

La lingua dei Padri per gli sportivi bianconeri è presente sulla nuova maglia, non il contestato -dentro e fuori- “30 sul campo”, ma la frase: “Alla Juve vincere non è importante, è l'unica cosa che conta!”. Frase di Boniperti, uno dei padri. Vincere è l'unica cosa che conta sì, ma a quale prezzo? Anche a prezzo di un patteggiamento, di un male minore, di una dignità calpestata e dell'innocenza tradita?

Il tifoso juventino non si dà pace. Non dorme la notte, nel dubbio. Vedere il suo idolo Conte, l’uomo che ha trasformato una squadra portandola a vincere uno scudetto da imbattuta, l’uomo che in 5 anni da mister ha trionfato in 3 campionati con squadre sfavorite, l’uomo che nelle parole dei suoi giocatori (e di avversari leali come Gattuso e Nesta) è un malato di calcio, uno che non dorme la notte, anche per una sconfitta in partitella, vedere quest'uomo, simbolo da calciatore della Juve vincente ed emblema per eccellenza della nuova Juve, macchiato da un patteggiamento, o vederlo addirittura condannato, pur da innocente, da una giustizia incredibile e incompetente, è sostenibile? Si può accettare, pur di ritornare a vincere, ancora sul campo? Dilemma da non dormirci la notte, appunto.

Se lo sportivo bianconero non dorme di notte, non osiamo immaginare quanto sia forte il turbamento interiore e il conflitto di Antonio Conte, uno che è stato affrontato di notte con i bastoni dagli ultras del Lecce, che non gli hanno perdonato i suoi anni al Bari, uno che ha estromesso dall’Atalanta il suo capitano Doni, ben prima delle note vicende. E nemmeno il tormento interiore di Bonucci, un altro di cui si può parlare bene o male, ma di sicuro uno che non molla di un millimetro, o del bonario Pepe, forse il più incredulo dei tre.

Non sappiamo se la notte riposi Palazzi, l’uomo della relazione anti-Inter tardiva, con prescrizione annessa, l’uomo delle 3 versione del deferimento, l’uomo che dopo 7 anni (sette anni!) punisce Preziosi, il presidente che comprava le partite con la valigetta piena di soldi e che ancora oggi determina il mercato italiano di Milan, Inter e Roma. L’uomo che ad un bar di Maiori scherza pesantemente con gli amici su Conte e la sua squalifica. L’uomo che, nonostante abbia ricevuto già i fascicoli delle procure di Genova e Napoli (in cui rischiano pesantemente Lazio, Genoa e Napoli, ma anche un uomo ora all’Inter , il genoano Palacio), si è affrettato ad occuparsi dei filoni Cremona e Bari (quelli con gli attuali Juventini..), mentre il resto slitta a settembre.

E non sappiamo se Pippo Carobbio e Andrea Masiello, possano dormire serenamente in questa torbida vicenda. Forse si, loro dormiranno sereni, se si pensa che da anni sono abituati a truffare, raggirare, vendere partite, tradire compagni e tifosi, tradire il loro sport e la loro ragione di vita.

Di certo il sonno della ragione nel diritto sportivo sta partorendo mostri giuridici indicibili.

twitter: @SandroSca