L'IMBOSCATA - La Juve impressiona. Allegri e gli appunti di Spalletti. Una nota stonata e una sorpresa inattesa. Scambio Lukaku-Vlahovic, perchè non va fatto. Chinè, Gravina e la Juve: mai dimenticare. La stagione degli "uomini in grigio"

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
04.08.2023 00:12 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - La Juve impressiona. Allegri e gli appunti di Spalletti. Una nota stonata e una sorpresa inattesa. Scambio Lukaku-Vlahovic, perchè non va fatto. Chinè, Gravina e la Juve: mai dimenticare.  La stagione degli "uomini in grigio"
© foto di Andrea Bosco

di Andrea  Bosco 

E' calcio d'estate. Ma vincere, specie contro una squadra come il Real Madrid e in modo convincente, fa sempre bene. Tra l'altro il Real era al completo. Ma la Juventus, al netto dei singoli, ha impressionato (almeno per trenta minuti)  per la capacità di giocare in un modo mai visto prima con Allegri in panchina: più velocemente. Sia in fase difensiva, sia in fase propositiva, sia in fase realizzativa. Unica nota stonata: Pogba ancora in panchina. Per il resto: Kean in gol (a conferma di uno che il “naso“ ce l'ha). Prima rete di Weah. Accelerazioni per Chiesa. Gatti spavaldo. McKennie in spolvero. Con una sorpresa  (almeno per me): Nicolussi-Caviglia. Ordinato, sostanzioso, sempre presente nelle due fasi dell'azione.  Ma, come anticipato, tutta la Juve che è scesa in campo ha ben figurato.

Con gol finale di Vlahovic, che dall'atteggiamento, l'esultanza, in campo e fuori dal campo, non sembra un giocatore intenzionato ad andarsene.  Non so se a questo punto l'affare Lukaku-Vlahovic sia destinato ad evaporare. So che io non lo farei. Perché Lukaku è un trentenne, che difficilmente  potrà essere rivenduto tra un paio di stagioni. Perché i tifosi non lo vogliono. Perché le ambizioni di Allegri non possono prendere il sopravvento sulle necessità (di ricostruire) della società. Leggo che Allegri vorrebbe Lukaku (e non solo lui) per vincere magari lo scudetto, congedandosi a fine stagione da vincitore, un anno prima della scadenza del suo contratto. Non saprei. Io resto del parere che la Juve debba ricostruire con pazienza. Mandando alcuni giovani a fare esperienza, tenendone altri, facendo le cose gradualmente, tenendo in conto  di non vincere ancora per qualche stagione, ma  formando uno zoccolo duro dal quale ripartire. Giuntoli deve poter fare il Giuntoli.

La Juventus deve per prima cosa vendere. E non sarà facile visto che se vuoi il magazziniere di un altro club, come minimo ti sparano 20 milioni di richiesta. Ma se vendi tu , tutti hanno il braccino corto, tra l'altro spaventati dagli ingaggi esorbitanti concessi nelle precedenti  stagioni, dalla Juve,  a giocatori assolutamente normali. La Juventus al momento non ha risorse per fare mercato. E dovrà mettere in conto una perdita iniziale di un centinaio di milioni, per mancata partecipazione alla Champion's, oltre ad una decina per onorare la multa che (nonostante il patteggiamento: rinuncia alla Superlega) l'Uefa le ha ammollato per violazione del fair play finanziario. Il bilancio si annuncia ancora  decisamente in rosso e i ricavi saranno meno sostanziosi rispetto anche solo alla scorsa stagione. Mai dimenticare cosa hanno fatto alla Juve Chinè e Gravina.   

La situazione è questa: la Juventus non ha voluto difendersi (né in Italia , né in Europa) , ha promesso di non ricorrere ad alcun tribunale in grado di ribaltare i verdetti. Oggi la Juventus è nuda, con le pezze al culo e senza un copeco in saccoccia. Visto che (giustamente a mio parere) John Elkann ha bloccato il bancomat che negli ultimi dieci anni, ha erogato circa un miliardo e mezzo di euro. In definitiva io chiederei ad Allegri di proseguire sulla strada iniziata con la trasferta statunitense. Ripeto: mi ha sorpreso. Forse Allegri si è fatto mandare copia degli appunti di Spalletti. Un cambiamento tanto repentino si spiega solo con un  allenatore che finalmente si è messo a “studiare“.

Si è ritirato dal calcio Gigi Buffon: una leggenda. Mi sembrano stucchevoli le “inchieste“ nelle quali ci si chiede se sia stato più grande lui o Dino Zoff.  Enormi entrambi. 

Gigi Buffon è stato una leggenda, detentore  (ancora oggi ) del record (dieci gare di fila) che lo portò a tenere inviolata la sua porta. Con la maglia della Juventus. La società che lo consacrò. Con buona pace del “Corriere dello Sport“ che è riuscito a dedicargli un commento senza mai  citare la parola Juventus. O della “Gazzetta dello Sport“ che lo ha “omaggiato“ con la fotografia  di una  finale di Champion's persa dalla Juve. La Champion's è stato l'unico trofeo che Gigi Buffon non è riuscito a vincere. Ora pare che Gigi  andrà in Nazionale ad interpretare il ruolo che di  Luca Vialli. La Juventus non ha trovato per lui una collocazione. Magari in futuro gliene troverà una. Ma non ne sarei tanto sicuro. Non la trovò per Vialli, non l'ha trovata per Del Piero, difficilmente la troverà per Buffon. E' la stagione degli  “uomini in grigio“ alla Juventus. Brave persone, competenti, allergici ai microfoni, ai taccuini e alle telecamere. Del resto, questo è “lo stile“ del nuovo corso: muoversi in sordina, lontano di riflettori. Senza proclami e senza rivelare le ambizioni. Se mai ce ne  fossero...

In attesa di Pogba (sul campo) il mercato langue:  Akè e De Winter sono in uscita. La vera notizia,  in mancanza di altre, sono quei due  che  cambiano maglia. 

Da osservatore inviterei alla prudenza prima di privarsi dei Miretti e dei Nicolussi Caviglia, magari dei McKennie (rinascita sorprendente): il centrocampo della Juventus (Pogba,  Rabiot, Fagioli, Rovella) per differenti motivi è ai box. Le  previsioni di rientro sono sempre ottimistiche, quanto  sovente fallaci. In ogni caso : per favore, impedite che Allegri congedi Rovella. Capace di farlo. Magari per inseguire (vanamente) un Kessie. 

Due parole sulla nazionale di calcio femminile  uscita malamente di scena dopo tre gare al mondiale. Delusione, nazionale senza capo, né coda. Alcune atlete ormai al capolinea, altre troppo  acerbe. Discutibili le scelte di Milena Bertolini, discutibilissima quella di non accollarsi, alla fine alcuna  responsabilità. Pare che  lo spogliatoio delle ragazze non fosse  molto unito. E che la decisione di lasciare in Italia Sara Gama (molto più che una calciatrice per il movimento) lo abbia ulteriormente  spaccato. Relata refero. Magari ci sono state altre situazioni che hanno contribuito alla disfatta. Milena Bertolini è ai saluti: sarà un uomo a sostituirla. Certamente è andata ai Mondiali da “sola“. Tanto per non smentirsi, Gravina e soci, hanno pensato bene di non inviare alcun rappresentante della Federazione a sostenere le ragazze.  Che dopo aver ottenuto il professionismo, forse hanno dovuto  “pagare“ l'ardire di aver rialzato (in sei anni , con chiari e scuri) la testa. E' la Figc, bellezze.