La tua maglia "dieci" chi sei...

04.09.2015 21:49 di  Caterina Baffoni   vedi letture
La tua maglia "dieci" chi sei...
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport


La sfida contro la Lazio in Supercoppa è stata l'inizio e anche la testimonianza del percorso di evoluzione bianconera ma anche personale di Paul Pogba. Non si può certo chiedere al francesino di diventare un raffinato trequartista o un "tuttocampista", questo no, ma per quello che si è visto a Shanghai, Torino e a Roma si può tranquillamente sostenere che la Juve ha bisogno di vedere in lui un autentico uomo-squadra, capace di prenderla per mano nei momenti di difficoltà. Il francese non ha incantato alla Platini, né disegnato ghirigori come Roberto Baggio o dipinto bellezze come Del Piero, però ha dato nel corso degli anni grande sostanza, coraggio e potenza alla squadra bianconera e mai come quest'anno ha bisogno di rafforzare il suo potenziale proprio per le partenze di Pirlo, Vidal e Tevez. La formazione di Allegri necessita di queste sue illustri qualità. Certo, vanno analizzate anche le 21 palle perse n queste partite contro le 14 del 2014-15, ma su questo aspetto si può lavorare con calma e, comunque, non è un aspetto che preoccupa. Ciò che impressiona di Pogba è la presenza sul campo, la sua fisicità, la sua capacità di essere sempre al centro della manovra, anche quando questa si sviluppa in un settore che non è di sua competenza: tutte queste caratteristiche devono riemergere con prepotenza, specialmente in questo periodo.
Al di là delle facili suggestioni che nascono dalla maglia numero 10, e dell’inevitabile retorica che l'accompagna... è una classica mezzala che sa rendersi utile in fase di contenimento e può diventare devastante quando si lancia all’attacco. In queste ultime tre partite non poteva contare sui lanci illuminanti di Pirlo o sulle sponde e sui tocchi sapienti di Tevez ed i recuperi prorompenti di Vidal, eppure Pogba ha saputo a stento tenere in piedi un reparto ancora in costruzione (il centrocampo), dare una mano al settore offensivo e stringere i denti quando gli avversari si sono fatti sotto. Oggi come non mai,  i compagni devono riconoscergli il ruolo del trascinatore cercandolo costantemente e affidandosi a lui per sbrogliare anche le situazioni più complicate. Se la Juve, insomma, deve impostare in fretta la fase di maturazione della squadra, altrettanto dovrà farlo del suo gioiellino . 

E' anche vero che appiccicarsi sulla schiena quel numero di maglia equivale a cambiare d’abito e a vestirsi di inevitabili importanti responsabilità: dentro il vestito la persona è sempre la stessa, ma la percezione che se ne ha al di fuori è completamente differente. Forse, addirittura, si modifica pure il giudizio, perché quel numero ha il suo peso, giusto o sbagliato che sia. Chiedere a Tevez per credere. Così anche un calciatore, quando decide di mettersi alle spalle il passato (la casacca numero 6) e affrontare il futuro con la numero 10, sa di calarsi in un nuovo ruolo e di andare incontro a una nuova vita. Paul Pogba lo ha fatto con la consapevolezza delle proprie qualità e la sfrontatezza dei suoi 22 anni. La maglia numero 10 non gli dovrà pesare. Anzi: gli dona. E, se possibile, lo renderebbe ancora più forte di prima.

Pogba è indubbiamente uno dei più straordinari talenti del calcio europeo, eppure i suoi limiti sono virtualmente cresciuti in queste ultime partite: non avere al proprio fianco gente come Vidal e Pirlo, si sta facendo sentire come detto. Ma sarà proprio questo lo step che l'enfant prodige dovrà superare perché le potenzialità che si intuiscono in lui sono ancora per lo più inespresse, nonostante tutto, data anche la giovane età.

Fare il fenomeno tra i fenomeni, appare abbastanza semplice.Ora, invece, arriva il bello: prendere in mano la squadra e trascinarla. 

Questo rappresenterà il suo valore aggiunto, ma anche la ragione per la quale si è deciso di indicare in lui il talento giovane più grande, capace di incidere in modo piuttosto specifico sugli equilibri tecnico-tattici della squadra.

In pratica: Pogba non è "semplicemente" un fenomeno, ma sarà destinato a diventare "il" fenomeno.  Sempre se lui lo vorrà.