Gigi, "non ti curar di loro, ma guarda e passa"

Nonostante l'ennesima beffa internazionale, Supergigi può contare sulla stima di milioni di calciofili, italiani e non. Un premio non sempre è sinonimo di merito...
03.10.2015 12:30 di  Francesco Carini  Twitter:    vedi letture
Gigi, "non ti curar di loro, ma guarda e passa"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

«Buffon sembrava un pensionato». Ecco le parole di Beckenbauer dopo il quarto di finale di andata di Champions League giocato a Monaco di Baviera nell'aprile del 2013. Il Bayern era uno schiacciasassi, ma sicuramente la vittoria dei bavaresi su una Juventus che contava in attacco Quagliarella e Matri fu determinata dall’errore di Gigi e da una rete in fuorigioco di Marione Mandzukic. Che dire? A certi livelli, quando il gap tecnico è abissale, contano gli episodi e purtroppo il portierone azzurro non era in serata.

C’è però altro da sottolineare. Dopo quella stagione, il capitano bianconero cominciò ad inanellare una prestazione positiva dietro l’altra, arrivando addirittura a disputare una finale di Champions 2 anni dopo, match in cui è stato il miglior bianconero  in campo, salvando risultato e faccia nel primo tempo con una parata dal tasso di difficoltà assurdo su Suarez. Non solo, se la Juventus è passata all’Etihad Stadium il mese scorso, lo deve soprattutto a lui, autore di una prestazione straordinaria e di una doppia parata su Sterling e Silva che va aldilà della comprensione umana. A questo punto, rileggere come il dirigente tedesco abbia parlato male del più forte portiere di ogni tempo, fa pensare che il vero pensionato non fosse Gigi, ma proprio il glorioso ex libero teutonico…

Comunque, a distanza di due anni e mezzo da quell’uscita priva di qualsiasi forma di stile ed assimilabile ad una battuta da pub proferita dopo la settima pinta di birra consecutiva, c’è stata una decisione che non si avvicina minimamente alla razionalità: l’esclusione dai 59 candidati al Pallone d’Oro dell’ex gialloblu.

Il ragazzone di Carrara l’ha presa con l’ironia delle persone intelligenti e la sicurezza di chi fa il proprio dovere dando il massimo quotidianamente, anche se c’è sempre qualcosa che non quadra. Un conto è non vincere l’ambito premio, un altro è non entrare nella lista dei 59. Che l’Italia conti veramente poco dal punto di vista politico sullo scacchiere internazionale è risaputo, ma, nonostante il calcio valga davvero poco rispetto alle questioni europee degli ultimi tempi, si dovrebbe temere che lo smacco subito dal capitano non sia solo un errore grossolano della giuria, bensì qualcosa di voluto, uno schiaffo al paese, proprio quello Stivale la cui nazionale puntualmente "prende a calci" la Germania, attuale detentrice del titolo mondiale.

Quanto fatto rappresenta una grava mancanza verso un grande campione e una squadra che detiene il record (condiviso con il Milan) di club con il più alto numero di vincitori della competizione. Non importa se ci sono in lizza altri 4 tesserati dello scorso anno (Pogba, Chiellini, Vidal e Tevez), perché Buffon meritava la candidatura per le sue prestazioni, la sua carriera e le sue doti da uomo vero, che lo hanno portato a scendere in serie B con la Vecchia Signora dopo aver disputato un mondiale da assoluto protagonista, beffato proprio da quel Fabio Cannavaro che nel 2006 fece le valigie verso Madrid subito dopo esser salito sul tetto del mondo.

Tralasciando l'ennesima autentica vergogna, che pone ancora una volta dei sacrosanti dubbi sul reale valore di questo riconoscimento, una cosa è certa: San Gigi non può vantarsi di avere molti santi amici in Paradiso, ma può contare su milioni “fedeli” sulla terra.