LEONI PER...AGNELLI – Davvero Conte ha il coraggio di chiedere rispetto e sportività? Quel rispetto che ha mostrato...

10.02.2021 08:17 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture

Su una cosa il signor Conte ha ragione: “servirebbe più rispetto e sportività per chi lavora”, quindi, caro Antonio, impara per una volta, anche soltanto per una volta, a complimentarti con gli avversari che sono stati più bravi di te invece di lamentarti per il nulla. Perché questa sera del nulla ti sei lamentato. E prima di chiedere rispetto, ricordati che se alzi il dito medio ai padroni di casa, forse loro possono anche arrabbiarsi... 

L'Inter avrebbe dovuto fare, come detto dal suo allenatore, la partita perfetta per ribaltare il punteggio di Milano contro la Juventus, e invece i nerazzurri hanno calciato in porta appena 3 volte, contro le 4 della Juventus. Dunque, l'Inter ha fallito al cospetto di una Juventus insuperabile. Dopo l'1-2 dell'andata, le strategie erano chiare: i nerazzurri avrebbero dovuto aggredire e segnare almeno 2 gol, mentre i bianconeri non avrebbero dovuto prestare il fianco, ripartendo quando possibile per chiudere i conti. Se non fosse stato per un super Handanovic, la Juventus avrebbe vinto anche la gara di ritorno. Nei 180' vince la Juve e perde l'Inter. Vince Pirlo e perde Conte. La storia è tutta qui. E per una volta, per una sola volta, Antonio Conte avrebbe dovuto semplicemente ammettere, in panchina e davanti ai microfoni, i meriti della rivale e invece si sposta sempre l'attenzione altrove per non far emergere i propri fallimenti. Ma questo, adesso, è un problema dell'Inter.

Godiamoci Pirlo, arrivato tra lo stupore e lo scetticismo di tutti ma con la ferma volontà del presidente Agnelli, consepevole di aver visto nel Maestro, l'uomo giusto al posto giusto. E come gli si può dar torto in questo momento? In sei mesi ha già: sbagliato, corretto gli errori, sbagliato ancora poi vinto una Supercoppa, vinto con due giornate di anticipo il girone di Champions, portato la Juventus in finale di Coppa Italia e ora, dopo aver accumulato ritardo in classifica, si trova a sette punti dal Milan capolista con una partita in meno e tutto un girone di ritorno da giocare. Aggiungiamoci che nel nuovo anno non ha mai perso e che ha incassato un solo gol nelle ultime sette partite. Non male per uno che non aveva mai allenato prima. Con serietà e lavoro, consapevolezza dei propri limiti e voglia di superarli, con onestà nelle dichiarazioni e chiarezza nelle strategie. Mai una parola fuori posto, i puntini giusti sulle “i”, la consapevolezza che l'unico obiettivo è vincere, non importa come, non importa se bisogna cambiare anche il proprio credo. Importa soltanto vincere. Pirlo è la Juventus. 

Pirlo come vertice di una piramide che nell'immaginario di Andrea Agnelli era già chiara da tempo: un allenatore giovane, moderno, che conoscesse bene le giovanili della Juventus (che avrebbe dovuto allenare), consapevole delle priorità di casa Juve e della necessità di accontentarsi delle possibilità offerte dal mercato in periodi di crisi economica post covid; abile a valorizzare quello che ha, a promuovere i prodotti del vivaio, da far diventare i campioni del futuro o possibili “monete” di scambio. Capace di guidare una squadra rinnovata e ricca di under 25 verso una nuova era, un ciclo ancora più lungo. Appoggiandosi alla propria esperienza e a quella dei senatori e dei campioni. Senza alcun narcisismo, senza protagonismo ma con al centro solo la Juventus. 

E così Demiral e De Ligt si prendono la scena, sapendo di dover imparare ancora da Bonucci e Chiellini che, a loro volta, si mettono a disposizione delle nuove leve. 

E così Ronaldo sa di dover dare qualcosa in più, di dove guidare la squadra in campo insieme a Buffon e agli altri senatori. E così via. Una squadra che ha un senso, un obiettivo, un andamento e una crescita. E il percorso è appena cominciato. 

Chiudo dicendo che leggo “colleghi” scrivere: “è sempre rigore quello non fischiato a Lautaro” oppure “L'Inter ha sempre comandato con il gioco la Juventus” fino a “lezione di stile di Conte..” e allora chiudo ricordando anche a loro la “lezione” di Conte: “servirebbe più rispetto e sportività per chi lavora...”. Ogni tanto applaudire chi vince da 9 anni aiuterebbe persino a capire gli errori di chi non vince nulla da 9 anni. Buona riflessione, se ne avete voglia. 

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera 

Twitter - @enzomarangio