LEONI PER AGNELLI... - Da “brutta” ma vincente la Juventus è diventata brutta e perdente ma quello che lascia perplessi è che nessuno ci mette la faccia: basta alibi, servono risposte a questo scempio

18.06.2020 14:38 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
LEONI PER AGNELLI... - Da “brutta” ma vincente la Juventus è diventata brutta e perdente ma quello che lascia perplessi è che nessuno ci mette la faccia: basta alibi, servono risposte a questo scempio

Questa non è una guerra contro Sarri. Non è uno spot pro Allegri. È amore per la Juventus, è voglia di capire, è pretesa di avere delle risposte.

Ci tengo a fare queste precisazioni prima che si parta con i pregiudizi di chi pensa che io voglia esclusivamente attaccare Sarri, e non miro neanche alle facili approvazioni di chi non ha mai amato questo tecnico. Voglio soltanto, insieme a voi, riflettere e cercare di capire. Inutile tornare sulla scelta di Maurizio Sarri da parte della società e di quale era la volontà: accontetare anche i palati più fini, non limitarsi (?!) a vincere ma provare a farlo anche proponendo un calcio bello. Anzi, diciamo propositivo, perché, almeno per il sottoscritto, la bellezza nel calcio è estremamente soggettiva e può risiedere anche in una squadra che è talmente solida che non le segnerai mai neanche se ci giochi contro una settimana intera. Ma torniamo a Sarri. Il suo compito non era, non è de più semplici. Deve cambiare la narrazione delle vittorie della Juventus, deve convincere campioni di fama mondiale, tra i quali c'è il più forte di tutti, a sacrificarsi, a memorizzare movimenti a riproporli all'occorrenza, a lavorare sulla memoria dei movimenti in quello che deve essere un moto perpetuo necessario per l'attuazione della filosofia sarriana. Una missione sinceramente già fallita al Chelsea, anche al netto della vittoria di una Europa League più che alla portata di una squadra che poteva annoverare tra le proprie fila giocatori del calibro di Barkley, Pedro, Hazard e Willian. Sarri chiese e ottenne di portarsi dietro Jorginho per ottimizzare i tempi di trasferimento della sua filosofia calcistica ma di quel suo leggendario gioco, pochissime tracce. Senza quella Europa League sarebbe stato un fallimento, una stagione di cui nessuno a Londra, comunque, si ricorderà. Il suo arrivo alla Juventus, ad ora, non è stato molto diverso: il gioco non solo stenta a decollare ma è addirittura regredito, i giocatori non sembrano remare dalla parte del tecnico, e l'empatia con i suoi nuovi tifosi manca del tutto. In una stagione difficile per la polmonite di luglio, diventata surreale per la pandemia di primavera, sono già sfumati due obiettivi: la Supercoppa e la finale di Coppa Italia. Due sconfitte nette e inequivocabili contro Lazio e Napoli; perchè le finali le puoi anche perdere ma almeno devi avere l'onore delle armi. E anche questo non è successo.

Tutta colpa di Sarri? Ovviamente no.

L'area tecnica (Paratici-Nedved) avallata dal presidente Agnelli (che sembra da sempre il meno convinto dei tre) ha scelto questo cambio di filosofia, questo nuovo allenatore senza rendersi conto che servivano interpreti diversi o un allenatore di spessore internazionale diverso per poter dialogare con campioni di tale portata. Cambiare filosofia si può, ma in una squadra come la Juventus un tecnico deve essere anche un gestore abile a dialogare con la squadra e bravissimo nella comunicazione. Francamente l'identikit non porta a Maurizio Sarri. Quindi mi sarei aspettato che Sarri, almeno ieri, si prendesse le sue responsabilità, ma anche Nedved deve prendersi le sue, spiegare ed eventualmente difendere la sua scelta, raccontare a milioni di tifosi come intende la Juventus rialzarsi dopo questo secondo obiettivo stagionale fallito in maniera così netta. Allegri, anche se lo ha pubblicamente negato, aveva chiesto alla dirigenza di cambiare 5-6 giocatori per poter andare avanti sulla strada di crescita alla conquista della Champions senza perdere la fame di voler primeggiare anche in Italia, ma qualcuno si oppose, pensando che cambiare allenatore sarebbe bastato per riaccendere la fame e ottenere anche delle vittorie più spettacolari. Quel qualcuno che nel giorno dell'addio di Allegri fu unico assente in sala conferenza. Ecco perché mi aspettavo e mi aspetto una presa di responsabilità e posizione da parte non soltanto di Sarri che non può limitarsi a cercare alibi e sbandierare un curriculum di promozioni ottenute nella sua gavetta per non soccombere in giudizi giustamente negativi, ma anche da parte di chi lo ha scelto trascurando l'ultimo messaggio d'amore di Allegri (“bisogna cambiare 5-6 giocatori...”).

La stagione è ancora lunga e intensa, è difficile pensare che questa squadra possa cambiare per magia passo, ma i bonus sono stati giocati tutti ora bisogna fare sul serio altrimenti qualcuno dovrà pagare il prezzo di aver distrutto un qualcosa che poteva esteticamente non piacere ma che era estremamente vincente.

Vincenzo Marangio – Radio Bianconera

Twitter - @enzomarangio