ESCLUSIVA TJ - Luigi De Agostini: "Il blocco Juve darà i suoi frutti, ma ci vorrà anche il fattore C. Giovinco ora è pronto, ma diamogli continuità"

11.06.2012 14:00 di  Gaetano Mocciaro   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Luigi De Agostini: "Il blocco Juve darà i suoi frutti, ma ci vorrà anche il fattore C. Giovinco ora è pronto, ma diamogli continuità"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Luigi De Agostini, ex bianconero e nazionale, mette a confronto la selezione di Prandelli con la sua, semifinalista a Euro 1988 che fu capace di stupire sin dalla prima partita. In esclusiva per TuttoJuve.

Luigi De Agostini, l’Italia ferma sul pari la superfavorita Spagna all’esordio. Nel 1988 una giovane selezione allenata da Azeglio Vicini ferma sul pari la favorita, nonché padrona di casa, Germania Ovest. Lei faceva parte di quella spedizione. Crede che si possa fare analogie fra quella Nazionale e questa?

“La mia Nazionale era una squadra giovane, formata dal blocco dell’Under  21 di Azeglio Vicini con in più elementi di maggiore esperienza come me, Franco Baresi o Altobelli. Eravamo un bel gruppo emergente e una Nazionale simpatica. Ricordo quell’esordio e posso dire che è sempre la gara più difficile da giocare. L’importante è non perdere perché da lì condizioni il tuo cammino. Riuscimmo a fermare la favorita e ciò ci diede grande fiducia, tanto che poi andammo a vincere le seguenti sfide contro Spagna e Danimarca, dove feci anche un gol. C’è da dire che allora alla fase finale accedevano solo 8 squadre e non 16, perciò era un campionato molto più duro. Sicuramente per l’inizio che ha avuto questa Nazionale di Prandelli, bloccando la Spagna credo che possa fare altrettanto”.

La Nazionale è incentrata sul blocco Juve, scelta giusta?

“Secondo me nella storia le nazionali hanno fatto bene quando si sono affidate a un blocco di giocatori di una squadra oppure andando avanti con lo stesso gruppo di giocatori da più tempo. Ho avuto ct che preservavano una rosa e la portavano avanti per anni. Formavano una squadra nella squadra e può essere che Prandelli abbia fatto così memore del passato”.

Della Juve è stato preso anche il modulo, nonostante durante le qualificazioni si sia giocato a 4 dietro

“Prandelli ha visto che probabilmente le ultime prove sono state un campanello d’allarme ed era il caso di cambiare qualcosa. Le amichevoli servono a questo, per valutare lo stato di forma per come si è in campo, altrimenti non servono a niente”.

Fra i bianconeri la novità è Giaccherini. Piaciuta la sua prestazione?

“Contro la Spagna Prandelli ha optato per lui perché è piccolo, rapido e contro la Spagna serviva rapidità. La stessa Spagna poi ha cambiato modulo, giocando senza punte, evidentemente anche loro ci temevano. Comunque Giaccherini ha fatto il suo”.

E Giovinco? Gli Europei possono essere decisivi per il suo futuro?

“Cominciamo col dire che la Juve ha fatto bene a mandarlo fuori a fare esperienza. Se hai talento è inutile tenerlo nascosto dietro i campioni. Andando a Parma è maturato, ha avuto modo di esprimersi giocando con continuità. D’altronde per crescere non basta giocare spezzoni di partita, ma devi avere continuità, giocare almeno 10 partite di fila. Ora la Juve potrà fare le sue valutazioni, considerato che non avrà più a disposizione Alessandro Del Piero. Giovinco in questo caso potrà essere utile, a patto che lo si faccia giocare con continuità”.

Da ex esterno sinistro, dopo il caso Criscito tornato a casa, non avrebbe fatto un pensierino a Paolo De Ceglie, che nel finale di stagione ha mostrato notevoli progressi?

“Diversi meritavano la chiamata, ma si va in 23 e il ct fa le sue valutazioni. Certo, quando hanno mandato via Criscito mi aspettavo qualcuno ma Prandelli ha in mano la squadra molto più di noi e ha valutato per bene tutto”.

Questa Nazionale dove può arrivare? La sua, nel 1988, cadde in semifinale contro l’Unione Sovietica

“Io ricordo che perdemmo malamente, pur mostrando nel torneo un calcio spumeggiante. E ricordo anche i Mondiali giocati in casa due anni dopo, dove arrivammo terzi senza perdere una partita, quando sembrava potesse essere l’anno buono. Perciò dico che puoi fare quello che vuoi, ma una componente importante è il cosiddetto fattore C, chiamiamolo così! Detto questo mi auguro si possa andare fino in fondo anche perché sarebbe un toccasana per il nostro calcio che sta vivendo un momento delicato. Nel 2006 con la spada di Damocle di Calciopoli andammo addirittura a vincere, chissà che questo Europeo non ci dia nuova linfa. Sono fiducioso e quindi adesso è naturale che giocando contro squadre alla nostra portata le nostre speranze possano aumentare”.