CHAMPIONS LEAGUE: L'AVVERSARIA - Monaco

L'avversaria in Champions League.
20.03.2015 18:00 di  Alessandro Vignati   vedi letture
CHAMPIONS LEAGUE: L'AVVERSARIA - Monaco
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Fondata nel 1924 dall'unione di diverse società sportive presenti dagli albori del secolo nel Principato, l'Association Sportive de Monaco Football Club è la principale realtà calcistica del Principato e uno dei club più titolati di Francia, con 7 campionati (1961, 1963, 1978, 1982 1988, 1997 e 2001), 5 Coppe di Francia (1960, 1963, 1980, 1985 e 1991), una Coppa di Lega (2003) e 4 Supercoppe francesi (1961, 1985, 1997 e 2000). Dopo i primi venticinque anni di anonimato nelle divisioni regionali, la scalata del Monaco ha cominciato a compiersi del 1948, con l'approdo in Division 2 e poi il debutto in massima serie nel 1953. La vera svolta ad alti livelli arrivò nel 1958 con Lucien Leduc in panchina, che guidò per la prima volta i biancorossi ai successi in patria. Dopo l'addio di Leduc nel 1963, cominciò un periodo nero per l'AS, conclusosi con il ritorno del tecnico nel 1976 che li riportò nella Division 1 subito e li guidò da neopromossi a un clamoroso titolo. Con Gerad Banide prima e Arsenè Wenger poi il Monaco cominciò a divenire una realtà anche a livello continentale. Specie sotto la guida dell'attuale tecnico dell'Arsenal, dal 1987, i biancorossi costruirono un team di alto livello (a Montecarlo passarono Weah, Klinsmann, Djorkaeff, Scifo, Petit e Bravo) e si insediarono ad alti livelli, ottenendo una finale di Coppa delle Coppe nel 1992 (persa a Lisbona contro il Werder Brema) e due semifinali europee (Coppa delle Coppe 1989, fermati dalla Sampdoria e Champions League 1994, 0-3 subito dal Milan). Da metà Anni Novanta si sviluppò nel Principato una floridissima linea verde, guidata da Titì Henry e David Trezeguet con in panchina Jean Tigana. Le semifinali di Coppa Uefa 1997 (eliminati dall'Inter) e di Champions League 1998 (fu la Juventus a bloccarli) restano il fiore all'occhiello di quel periodo. Ma fu nel 2004, con Didier Deschamps in panchina, che si sfiorò il miracolo: il Monaco della strana coppia Morientes-Prso eliminò in Champions League Real Madrid e Chelsea, giungendo alla finale di Gelsenkirchen dove fu il Porto a stronacare il sogno biancorosso. Da lì un lento declino, con la retrocessione nel 2011 e lo spettro del fallimento. L'acquisizione nel 2012 dell'oligarca russo Dmirtri Rybolovlev rilanciò ad alti livelli il Monaco, con promozione in Ligue 1, secondo posto immediato e gli arrivi di big come Radamel Falcao, James Rodriguez e Joao Moutinho. Tuttavia il cambio di programma a livello economico in estate ha portato alla dipartita dei primi due e un rilancio della linea verde.

La stella - In una squadra dall'età media molto bassa, Dimitar Berbatov si è ritrovato nell'insolito ruolo di leader sia tecnico che emotivo della giovane armata di Leonardo Jardim. Attaccante dai colpi deliziosi, ma lunatico e con una carriera controversa, il bulgaro si è trasferito a gennaio 2014 nelle fila biancorosse dopo aver militato con CSKA Sofia, Bayer Leverkusen, Tottenahm, Manchester United e Fulham. Giunto come sostituto dell'infortunato Falcao, Berbatov in estate si è ritrovato titolare fisso vista la partenza del Tigre in direzione Old Trafford. A 34 anni, l'ex United sta cercando la sua dimensione finale e la maturità tanto agognata in un passato fatto di gol, giocate ma anche troppi colpi di testa, come il famoso mancato passaggio alla Juventus con il pasticcio all'aeroporto di Monaco di Baviera. Berbatov sembra aver messo la testa a posto, e nell'impresa dell'Emirates Stadium del 25 febbraio ha dimostrato ciò, guidando il Monaco al 3-1 finale segnando il 2-0 che ha spianato la strada dei quarti ai biancorossi.

La formazione tipo (4-1-4-1) - Subasic; Fabinho, Wallace, Abdennour, Kurzawa; Toulalan; Ferreira Carrasco, Kondogbia, J.Moutinho, Martial; Berbatov.