IL SANTO DELLA DOMENICA - Due mondi diversi, due filosofie diverse, due storie diverse. Ecco perchè non è solo una partita

04.02.2024 00:01 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA -  Due mondi diversi, due filosofie diverse, due storie diverse. Ecco perchè non è solo una partita
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Trattenere il respiro sino alle 2045, e poi tutti uniti per spingere i bianconeri. Arriva  troppo presto per essere definita sfida decisiva, ma di certo questo Inter Juventus, dirà molto sul futuro della stagione. Soprattutto per la squadra nettamente favorita per lo scudetto, per quella più forte, per quella che non può permettersi il lusso di non centrare l’obiettivo finale. Poi ha ragione Allegri quando afferma che la Juve non gioca mai senza niente da perdere, lo dice lo storia, lo racconta il dna, ma in questo caso la spada di damocle pende sulla testa di Inzaghi Marotta e Zhang ( ammesso che sia ancora presente).

Una sfida tra due mondi completamente diversi, tra chi è abituato a vincere e sopportare oneri e onori, e chi invece fa del vittimismo il pane quotidiano. Tra chi sopporta il peso delle critiche e chi invece, non essendoci abituato, si trova spalle al muro quando viene messo sotto accusa. Due mondi diversi, due scuole diverse, due culture diverse, due narrazioni diverse: da una parte si contano i trofei, gli scudetti,  i successi, dall’altra si pensa ancora a Ronaldo Juliano, oppure alla mancata espulsione di Pjanic, non contando però, di quella partita, tutti gli episodi discutibili a favore dell’allora squadra di Spalletti. Da una parte un modello, dall’altra un esempio da seguire, andando a prendere dirigenti, allenatori e giocatori, senza capire però che copiare non porta e non porterà mai a ripetere l’originale.

Inutile nascondersi, dal 2006 i rapporti tra chi domina e chi insegue sono cambiati. Mai stati idilliaci, ma la farsa di calciopoli ha incrinato in maniera insanabile il tutto, allontanando definitivamente sotto ogni punto di vista i due club. Cosi come l’opinione pubblica ha deciso di eleggere la squadra di Milano, almeno fino a quest’anno, come paladina dell’anti juventinità, come unica possibile antagonista, da spingere per togliere alla Juve lo scettro. Lo raccontano le scelte dei media, degli opinionisti e lo certifica la narrazione più o meno quotidiana. Due mondi lontanissimi destinati a non incontrarsi mai. Questo al di là del risultato di una singola partita o di una stagione. Gli uomini di Allegri, sono arrivati al 4 febbraio rompendo le uova nel paniere a Marotta e Inzaghi, convinti di poter fare il vuoto in campionato.

E invece ad oggi la storia è diversa, con un outsider imprevista e imprevedibile come la Juve. Comunque vada a finire questa sera, il campionato non finirà, cosi come non finiranno le polemiche e le rivendicazioni. Non possiamo far altro che augurare buon lavoro al signor Maresca, scelto per dirigere la partita, in assenza di quello che viene definito da tutti il miglior arbitro, Orsato, inviso all’Inter e dunque “ stranamente” fuori gioco. Due mondi diversi, che per fortuna, nostra, non si potranno mai assomigliare..