Maledetto fu il 3-5-2

11.10.2014 12:15 di  Andrea Antonio Colazingari  Twitter:    vedi letture
Maledetto fu il 3-5-2
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Vedere l’Italia ieri, contro il modesto Azerbaigian, schierare tre, dicasi tre, centrali di difesa è cosa che fa riflettere sullo stato mentale del nostro calcio. Che quella attuale non sia una generazione di fenomeni è evidente: a parte Pirlo, abbondantemente oltre la trentina, non c’è un giocatore di qualità tecnica superiore alla mediocre media e la prospettiva è ancora più triste. Però c’è un altro aspetto che spinge il nostro movimento a rendere, probabilmente, ancor meno di quanto effettivamente valga. Se la Nazionale non ha la sicurezza necessaria per schierarsi con tre punte neppure quando gioca in casa contro la numero 95 del Ranking Fifa, che messaggio può arrivare al nostro calcio?

Ieri Conte ha riproposto la solita solfa del modulo rimasto così solidamente scolpito a Vinovo al punto da spingere Massimiliano Allegri ad una rilucidatura attenta e prudente del retaggio lasciatogli del predecessore. Accettabile se hai davanti l’Olanda; discutibile se giochi contro gente scarsa e rinunci alla poca qualità di cui disponi (Giovinco, Candreva), in nome di una solidità esasperatamente prudente.

Evidentemente Marcello Lippi, non a  caso l’ultimo ct italiano a vincere un Mondiale, non ha lasciato eredi all’altezza. Le sue squadre, certamente imbottite di fuoriclasse sia stranieri che italiani, erano però capaci di cambiare abito tattico con disinvoltura, mai rinunciando ad offendere, spesso con tre attaccanti più o meno puri.

Giocare con Zaza ed Immobile davanti a Marchisio, Florenzi, De Sciglio e Darmian, con l’unico giocatore di qualità, Pirlo, prevedibilmente francobollato dall’avversario, significa condannarti dall’inizio ad una partita di poca qualità e tanta casualità, proprio come i gol che alla fine ha prodotto. Probabile che in questo momento  le incursioni aeree di Bonucci, Ranocchia e Chiellini rappresentino l’arma offensiva più efficace ed affidabile di cui Conte disponga, ma dall’ex allenatore della Juventus ci saremmo aspettati decisamente di più, almeno contro avversari modesti.

Conte continua a dimostrare poco coraggio, cosa peraltro emersa spesso nel triennio in bianconero. In azzurro però c’è l’aggravante della scelta più ampia che, almeno in teoria, dovrebbe garantirgli la possibilità di forgiare una squadra offensivamente più completa. Lo schema delle due punte spalleggiate da cinque centrocampisti, senza neppure uno straccio d’ala o di rifinitore, è il peggio che il nostro calcio possa offrire al momento.

Torniamo a premiare la qualità più che la corsa e avremmo già compiuto un sostanzioso passo in avanti verso una reale rinascita tecnica. Il resto, come sempre, verrà di conseguenza.