La gioventù beata e spensierata di quel 21 là

25.01.2016 13:20 di  Caterina Baffoni   vedi letture
La gioventù beata e spensierata di quel 21 là
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© foto di Insidefoto/Image Sport


"Illegale”, “fenomenale" “strabiliante”: questi sono soltanto alcuni dei tanti commenti più gettonati che sono piovuti dai social e non solo nei 90 minuti contro la Roma, ma anche nelle partite precedenti. Ormai sembra una gara all’aggettivo più azzeccato per Paulo Dybala. 
Tutti in piedi, per l'ennesima volta, ieri sera alla sua sostituzione e applausi al 22enne che sta cambiando il volto alla stagione della Juventus. Questa estate tutti scommettevano di vedere un altro tipo di 22enne, più timido e lento nell'inserimento in squadra, e invece è stato semplicemente quello che in un certo qual senso ha fatto "dimenticare"  Carlitos Tevez. Chi? Eh sì, l'Apache! Già lo avete dimenticato? Surreale ma vero: il leader di questa nuova Juve che da 11 partite (13 se consideriamo anche la Coppa Italia) consecutive in A sa solo vincere, è Paulo Dybala.
 Da argentino in argentino, la piccola grande Joya che ha raccolto il testimone infuocato e pesante di Carlitos è riuscito a trascinare senza paura la banda di Allegri verso piani più alti della classifica che solo una decina di giornate fa sembravano un miraggio. Siamo giunti alla fine di Gennaio, ma il giovane argentino è già diventato quello che era Tevez fino allo scorso maggio. 
Gran parte della fase offensiva passa per i suoi piedi e attraverso le sue giocate. 
Per essere un attaccante, stupisce la sua capacità di leggere le partite e di saper giocare anche in funzione dei compagni anticipando le mosse dei difensori. Più dei 14 goal (di cui due in coppa Italia), saltano all’occhio i 6 assist. Se consideriamo che la Juventus in serie A ha sigillato 38 reti in 21 partite, l’ex Palermo ha dunque incidenza nella Juve pari quasi al 50%. L'esatta metà. 
Nelle ultime 10 giornate infatti ha sempre prodotto almeno un goal o un assist.
Gioca al centro dell'attacco, ma gli piace tanto arretrare e partecipare alla costruzione della manovra per servire i compagni quanto anticipare di prima la difesa ad ingannare il portiere. Dybala è chiaro sulla sua zona di competenza e i suoi goal ne sono una chiara dimostrazione, l'ultimo proprio ieri sera nel match contro la Roma. Partendo sempre sul filo del fuorigioco, cerca sempre l'uno due con i compagni ed ha lo stile del rapace d'area di rigore nonostante la sua esile statura. Il suo fisico non gli permette di fare a sportellate per l'appunto ma ha dalla sua una grandissima rapidità di inserimento tra le linee di difesa e centrocampo. In più ha un notevole spirito di sacrificio che lo porta a pressare, in fase di non possesso l'avversario nella sua metà campo.. Ruba palla e riparte, cambia passo, alza la testa, si accentra e calcia. E' un piccolo grande predatore in un attacco che è la sua zona di caccia. E se sta migliorando anche sui calci piazzati...



Piccoli Messi, Tevez, Sivori (etc.) crescono, potremmo dire? No. Basta paragoni! Possiamo dire con certezza invece che un grande fenomeno è sbocciato: Paulo Dybala, unico nel suo genere. Anche se Paulo ha ancora tantissima strada da fare, la Joya dovrà fare i conti con i soliti scetticismi e pregiudizi tipici italiani, verso un ragazzo che soltanto fino a due anni fa proveniva dalla minuscola serie b argentina ed oggi si è preso tutta la Juventus con una serenità e scioltezza davvero incredibili per un ragazzo classe '93.
Al clamoroso bilancio dei primi sei mesi di Paulo Dybala alla Juventus, aggiungete altri due punti in classifica regalati alla sua Juve. Sì, perché i bianconeri che battono 1-0 la Roma allo Stadium, vincono grazie all'ennesima giocata del nuovo gioiello.
La Juventus, non nella sua partita migliore delle undici consecutive vinte in campionato, resta a due punti dal Napoli e taglia fuori la Roma grazie ad una prodezza improvvisa. E' proprio da questo piccolo ma fondamentale dettaglio che si riconoscono le stimmate del grande giocatore, quello capace di accendere la luce nel bel mezzo del buio di una partita a tratti davvero noiosa. Pazzesco, se pensiamo al piazzamento delle due squadre in classifica undici giornate fa e che il 21 bianconero la scorsa stagione lottava per la salvezza col Palermo.
In uno sport dove chi gioca in attacco pretende di avere un gran fisico, la fluidità e il tocco rapido che non ti aspetti fanno invece parte del bagaglio tecnico che ogni grande attaccante desidera avere: dribbling secco e tocco di prima; e nel momento in cui questi due fattori si combinano, beh, allora è concesso parlare di fuoriclasse. Sono gesti all'apparenza semplici ma che intimidiscono, sottomettono i difensori, facendo sentire all’avversario la propria precisione, la fame, la grinta, la voglia incontrollabile di vincere anche a costo di rischiare e mettere a repentaglio la propria incolumità di attaccante da grande squadra.