QS - Giuseppe Tassi: "Servono sanzioni forti e una vera cultura sportiva. Anche Marotta esagera"

27.04.2015 19:10 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture

Nel suo editoriale odierno pubblicato sulle colonne di QS, il direttore della testata Giuseppe Tassi si è soffermato sulle polemiche post-derby: 

"Non è normale prendere a sassate il pullman della squadra avversaria, non è normale scagliare bombe carta contro la tifoseria rivale, spedendo nove persone all’ospedale. Non è normale, come è accaduto all’argentino Denis, rincorrere l’empolese Tonelli nel tunnel degli spogliatoi per sferrargli un pugno alla testa, anche dopo aver subito minacce di morte. In questo calcio avvelenato, e sempre sull’orlo di una crisi di nervi, la violenza purtroppo è di casa e basta pocco per innescare i comportamenti più estremi. Così lo storico successo del Torino nel derby contro la Juve, un’impresa celebrata dopo vent’anni di astinenza, passa in secondo piano perché la violenza dei bruti del tifo reclama ancora i riflettori.

 
In un mondo esagerato, come quello del pallone, esagerano davvero tutti. Compreso il bravissimo Marotta, supermanager della Juve, quando chiama in causa un articolo da tifoso granata del grande Giampaolo Ormezzano sulla Gazzetta dello Sport come motore scatenante della sassaiola contro il pullman bianconero. In quell’articolo il giornalista, da sempre viscerale sostenitore del Toro, parla ironicamente della magia nera della Juve, della sua capacità di far sparire i calci di rigore. Il tutto in un contesto volutamente di parte, dove si confrontano due opinionisti di fede calcistica contrapposta alla vigilia del derby. Non è Ormezzano l’incendiario che ha armato la mano degli assalitori del pullman. E non sono state le parole di Marotta ad innescare la vendetta degli ultrà bianconeri che hanno scagliato la bomba carta allo stadio. Qui si tratta di gesti criminali, di idiozia, di «malaeducazione»: modelli ereditati da un tifo che mira ad annientare l’avversario. Servono leggi meno permissive, sanzioni forti e certezza della pena, non i morbidi palliativi di oggi.
 
I cinque arresti del dopo derby sono un segnale confortante, ma senza un’operazione culturale più complessiva che parta dal campo e dalle scuole calcio, sarà sempre più difficile formare giocatori che combattano la violenza invece di fomentarla e tifosi veri che sappiano abitare gli spalti per sostenere la propria squadra e non per cancellare il nemico-avversario.

Sono tesi condivise anche da Allegri in un dopopartita amaro per i colori bianconeri. Una Juve più tonica e vitale di altre occasioni recenti finisce trafitta dalla rabbia antica del Toro dopo aver mancato con Pirlo l’occasione del 2-1. E’ un allarme importante, specie in previsione della semifinale di Champions con il Real. Quando sei in vantaggio, non basta congelare il pallone, come la Juve sa fare da maestra. Paga di più mantenere l’iniziativa, alimentare la fiamma del gioco. Prendersi qualche rischio, a volte, è miglior medicina che chiudersi in difesa a gestire il tesoretto".