Luciano Moggi: "Non ho portato io Allegri alla Juve. Il Milan aveva l'idea Conte. Non ho paura della condanna, Abete dovrà spiegare diverse cose"

Brevi dichiarazioni.
28.07.2014 20:45 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Luciano Moggi: "Non ho portato io Allegri alla Juve. Il Milan aveva l'idea Conte. Non ho paura della condanna, Abete dovrà spiegare diverse cose"
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Intervenuto a Radio Capital, l'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi ha parlato del nuovo tecnico bianconero, Massimiliano Allegri, e non solo. Un nome vicino al dirigente di Monticiano: "Non è assolutamente vero che l'ho portato io alla Juventus. Sia lui che Conte sono due bravi tecnici, Antonio ha dato la dimostrazione di essere un allenatore importante, mentre Max ha vinto e lasciato il Milan in Champions League, dopo che gli era stata destabilizzata tutta la squadra. Al Milan c'è confusione: hanno preso Seedorf, poi avevano l'idea Conte, e infine hanno messo Inzaghi. Calciopoli? Di 170.000 intercettazioni ne hanno prese 20. E' come se entrassi in un negozio di orologi e venissi condannato perchè potrei rubare. Il campionato era regolare. Quando noi abbiamo portato le intercettazioni, purtroppo non in tempi brevi, era già tutto fatto. Nei 15 giorni del processo sportivo non si poteva fare quanto era necessario, non puoi trovare 170.000 telefonate in una settimana. Il Procuratore Federale disse che Inter, Milan, Fiorentina e altre squadre minori erano da condannare per illecito sportivo. I nerazzurri erano la squadra che correvano più rischi, per via del comportamento illegale dell'allora presidente Facchetti. Purtroppo era tutto prescritto. Paparesta chiuso nello spogliatoio? Una barzelletta, ammessa pure dallo stesso arbitro. Tutto questo dimostra l'assurdo di questo processo. Questa è la causa determinante della nostra radiazionie.

Condanna in cassazione? Non mi preoccupa. Sarebbero due anni, ho una fedina penale limpida. Abete? Non conosce le regole, probabilmente. Lui chiede i danni, ma siamo al secondo grado, la condanna eventuale arriva al terzo grado. Lui dovrà spiegare perchè dopo Lazio-Fiorentina del 2005 disse "siamo rovinati". In un'altra intercettazione disse di non voler andare allo stadio per non dare nell'occhio. Dovrà spiegare queste cose, tipo quelle di un presidente al quale sono sparite improvvisamente tutte le radiazioni. Quel presidente era tranquillamente su un campo da gioco. Non ho comprato alcuna partita, non ci sono prove. Durante il regno di Abete, ci sono giocatori finiti in galera per il Calcioscommesse e ora giocano tranquillamente. Malagò sta scrivendo un nuovo capitolo della giustizia sportiva, ma ad Abete non piace, perchè lui vuole giudicare premiando i simpatici e abbattendo gli antipatici. Nella finale dei Mondiali 2006 c'erano in campo nove giocatori della Juventus, cinque da una parte e quattro dall'altra. Adesso, con il calcio di Abete, su due Mondiali siamo usciti sempre al primo turno. Ha ragione Capello, la Serie A non è allenante, è un campionato che non esiste".