Fabrizio Bocca: "Cosa hanno in comune Sanremo e il calcio? Juve-Napoli è come tifare per Ranieri o i Righeira"

Parla il giornalista.
11.02.2016 21:30 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Fabrizio Bocca: "Cosa hanno in comune Sanremo e il calcio? Juve-Napoli è come tifare per Ranieri o i Righeira"
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Attraverso la sua rubrica sul sito di Repubblica "Bloooog", il giornalista del quotidiano romano Fabrizio Bocca ha parlato di Juventus-Napoli. Con un paragone: "Il Festival di Sanremo e il calcio 

Il calcio e Sanremo non sono poi così distanti. Guardando il Festival - sì lo guardo, anche se con meno attenzione del calcio - ho trovato che in fin dei conti i meccanismi massmediologici - sì, ho detto massmediologici -  sono sostanzialmente gli stessi. E coinvolgono direttamente noi spettatori, utenti, tifosi, appassionati che dir si voglia. Senza alcuna pretesa scientifica, e comunque con valutazione del tutto personale, ho individuato 5 punti di contatto.

1 - L’AUDIENCE TV

Lo spettatore è lo stesso, se non lo costringi a scegliere puoi raggiungerlo direttamente in salotto, completamente inerme, con "La Solitudine" di Laura Pausini o con i gol di Higuain e Dybala. E sabato la sbornia TV sarà pure doppia. Non esiste spettacolo senza TV, o mezzi surrogati se non addirittura più evoluti quali radio, videostreaming, social network. Senza TV non esisterebbe il Festival di Sanremo, e nemmeno Juve-Napoli. Lo spettacolo nazionalpopolare - Baudo dixit - raggiunge comodamente 15-20 milioni di persone. Anche 30 in occasioni di finali, Mondiali o di Sanremo. Quelli che dicono “io non l’ho visto” - sia il festival o la partita - sono probabilmente snob che mentono, o che non si accorgono di essere stati comunque raggiunti dal motivetto (“Voglio una vita spericolata…”) o dall’immagine del gol (L’urlo di Tardelli, tanto per dire: 38 milioni mai realmente misurati e certificati però). Non avete via di scampo, chi vincerà Sanremo o Juve-Napoli, comunque vi raggiungerà. Il villaggio globale non ha nascondigli.

 

2 - IL DIVISMO

Il calcio ha inseguito e raggiunto il cinema e la musica, il divismo di Cristiano Ronaldo è paragonabile ormai a quello di George Clooney. Elton John sul palco di Sanremo raggiunge lo stesso livello di idolatria di Totti o Buffon. Il divismo è una distorsione della realtà artistica da una parte e calcistica dall’altra, amplifica a dismisura le imprese, stravolge i rapporti di forza. L’esibizione di Elton John sul palco di Sanremo è stanca, pompata a dismisura dai media come se Elton John sia il non plus ultra, e come se non avesse già dato il meglio di se stesso già qualche decina di anni fa. Il cachet del resto è sostanziale,  come l'ingaggio per il campione al tramonto. Funziona alla stessa maniera cioè per i campioni del football che hanno già ampiamente dato, ma non vogliono proprio scendere dal palco. In fin dei conti è pieno di Gloria Swanson.

3 - LO SCONTRO GENERAZIONALE

Il campione e il giovane in ascesa. Sanremo è un certo tipo di musica, tradizionale e melodica. Un po’ come il calcio all’italiana è il passato, ma anche il terreno di crescita del nuovo calcio. I giovani però passano tramite i talent show (Mengoni), e poi tentano la scalata. Patty Pravo, dato che il Piper è ormai andato in malora, deve ancora usare il mezzo tradizionale, Fedez a Sanremo manco ci pensa, un suo video su Youtube arriva facile a 14 milioni ("21 grammi"), e ti molla pure i pensierini sui fogliettini dei Baci Perugina. Anche il calcio è degli anziani, abbiamo uno dei campionati più anziani d’Europa, i giovani devono fare lunghe trafile, magari passare per i campionati esteri dove trovano qualche chance in più (vedi Verratti). I giovani devono trovare una strada diversa, oppure aspettare che Al Bano e Pirlo si facciano da parte.

4 - IL RISULTATO

Qui invece la musica ha inseguito il calcio, dove la legge del risultato è la regola numero 1. A Sanremo si vince e si perde ma poi la classifica la fanno le vendite (poche in assoluto…),  i downloads da iTunes, i passaggi Tv dei video, le hitparade delle radio. Però se vinci Sanremo comunque ci campi di rendita sopra per decenni. Nel calcio il bel gioco, l’esibizione, lo spettacolo fanno parte della filosofia, tutti si dicono “mai schiavi del risultato” (storico striscione della curva romanista), ma alla fine i conti si fanno brutalmente con “vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” scritto addirittura nei colletti della Juventus. Insomma il risultato è il risultato, "Ciao amore ciao" di Tenco viene eliminata subito, i Jalisse comunque risultano sull'albo d'oro di Sanremo. Il risultato conta per se stesso, purtroppo, non per come si gioca: l'Olanda di Cruyff, purtroppo, non ha mai vinto un mondiale. E se andasse a Sanremo perderebbe dai Pooh.

5 - IL SUPERFLUO

Chiunque vinca Sanremo o Juventus-Napoli sabato sera non cambierà assolutamente nulla nella vita di nessuno. Lo consiglio - senza speranza di essere ascoltato - come spirito a juventini e napoletani: qualsiasi risultato non cambierà l’Italia, non determinerà svolte epocali, magari non deciderà nemmeno lo scudetto, tutto scorrerà più o meno come prima. Tanto chiunque vincerà a Sanremo comunque continuerà ad ascoltare chi gli pare, e idem chi vincerà Juve-Napoli, che  potrebbe pure finire con un pareggio (così ci si leva un pensiero entrambi). Insomma, se volete un consiglio, prendetela come se tifaste per Massimo Ranieri o per i Righeira".