L'IMBOSCATA - Spruzzi di guano su maglia Juve, affare Suarez diventa come caso "Iuliano-Ronaldo". Corruzione? Grottesco. C'era una volta un giocatore, un passaporto falso, un giudice e un presidente. Inchiesta Procura: qualcosa conforta...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
25.09.2020 00:20 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA -  Spruzzi di guano su maglia Juve, affare Suarez diventa come caso "Iuliano-Ronaldo". Corruzione? Grottesco. C'era una volta un giocatore, un passaporto falso, un giudice e un presidente. Inchiesta Procura: qualcosa conforta...
© foto di Andrea Bosco

Il “caso“ Suarez, da qualsiasi parte lo si esamini è una opaca cosa. E comunque vada a finire, (vale a dire che possano emergere o meno responsabilità della Juventus, dirette o indirette per l'esame sostenuto dall'ormai ex calciatore del Barcellona all'Università per gli Stranieri di Perugia), un'ombra resterà comunque appiccicata  alla Juventus. La società, per ora non è indagata, non lo sono i suoi dirigenti, non lo è l'avvocato Turco che fa parte della studio legale che assiste la Juventus, neppure Suarez lo è. Il giocatore non è mai stato tesserato per la Juventus, non ha giocato neppure in amichevole, ma la Procura Federale che ha avviato una inchiesta, dovrà stabilire se la Juventus ha violato una qualche regola. Violazione che potrebbe costarle (da regolamento) una sanzione pecuniaria o una penalizzazione in termini di punti nell'attuale campionato. Ma l'ipotesi di corruzione, visto che non risulta ci sia stato alcun passaggio di denaro è semplicemente grottesca. In ogni caso l' affaire Suarez, anche la Juventus ne uscisse indenne, diventerà una “macchia“ sul suo status. Come il “rigore su Ronaldo“. Gli spruzzi di guano sulle maglie delle Signora sono da giorni innumerevoli. In Italia ci sono due implacabili abitudini. Le notizie che escono indebitamente dalle Procure. E la libidine con la quale i processi vengono celebrati sui giornali prima che arrivino a Palazzo di Giustizia. 

Il caso Suarez è di settembre. La procura sta cercando di accertare se ci sia stata corruzione. Se l' esame sia stato irrituale, se sia stato farlocco, se Suarez che, pare, “neppure sapeva coniugare i verbi“ sia stato portato graziosamente in “carrozza“ verso quel pezzo di carta, attraverso il quale nel giro di qualche mese, potrebbe ottenere il passaporto italiano .

Lo scandalo scoppia a settembre. Ma la procura competente l'inchiesta con relative intercettazioni l'aveva avviata a febbraio. Si sarà arenata l'inchiesta nei mesi caldi della clausura causa Covid? Possibile. Se irregolarità dovessero emergere dall'esame di Suarez, la domanda è: quante altre irregolarità, per quanti esaminati e per quanto tempo, andando a ritroso quell'Ateneo potrebbe aver prodotto? Sempre che le presunte irregolarità attribuite a quell'Istituto possano essere provate. Fino a prova contraria dovrebbe valere la presunzione di innocenza.  

La verità è che gli atenei debbono autofinanziarsi. E quelli piccoli sono in costante difficoltà economica. E quindi un “pesce grosso” che va a fare gli esami sui loro banchi è una imperdibile promozione pubblicitaria. Secondo il “Corriere della Sera“: “la Cina ogni anno pagava l'Università per far acquisire agli studenti cinesi, l'italiano necessario a frequentare  facoltà italiane“. Scrive Virginia Piccolillo che ci sarebbe stato un pesante scontro tra l'attuale rettrice dell'ateneo e il suo predecessore  per un 'buco' nei conti relativo al business degli studenti provenienti dalla Cina. Dai bilanci sarebbero scomparsi 3 milioni di euro che dovevano arrivare dalla Repubblica Popolare, ma che (misteriosamente) non sarebbero mai stati incassati, né richiesti. Dossier finito alla Corte dei Conti e alla Procura. Episodio di una certa rilevanza se accertato ma del quale si è saputo solo in occasione dello scandalo Suarez .

Gli inquirenti stanno cercando di capire per quale motivo Suarez abbia scelto Perugia e non Siena. Per quale motivo l'avvocato Turco abbia contattato lo staff di Suarez indicando Perugia e non Siena come sede d'esame. E sempre gli inquirenti cercheranno di capire se in quelle telefonate tra Turco e uno dei docenti dell'Ateneo, il contenuto delle conversazioni (nelle quali emergerebbe anche il nome di Fabio Paratici, non si sa ancora a quale titolo ) fosse professionale, lecito e magari illecito.

Tradotto: se per caso la Juventus tramite Turco non abbia spinto per un esame “comprensivo” nei confronti di Suarez al fine di accelerare la pratica e consentirne l'acquisizione del passaporto in tempo utile per il tesseramento prima del 6 ottobre, giorno di consegna delle liste Champions. Visto che la Juve ha abbandonato la pista Suarez due giorni prima che il calciatore, venisse a sue spese e con volo privato a sostenere la prova, come minimo la Juventus aveva capito che la tempistica non poteva essere rispettata .

Qui si aprono altri scenari da considerare.  Suarez  ha passato un esame in venti minuti. Per accedere a quell'esame c'è gente in coda da anni. Nel segno dell'iniquità. Un anno fa fece scalpore il caso di una squadra di basket giovanile composta da extracomunitari nati da genitori arrivati sui barconi che dopo aver vinto il loro campionato non furono ammessi alla categoria superiore perché  non risultavano cittadini italiani. Una vergogna. Le indagini vanno fatte. Ma poi si dovrebbero evitare le fughe di notizie. E si dovrebbe evitare di pubblicare ad minchian. Altrimenti può finire come a quel monsignore (che aveva caldeggiato due cittadine moldave a Luciano Moggi, per un lavoro di donne delle pulizie),  sbattuto dal “Libro Nero di Calcipoli“ come un criminale. 

 Se sarà accertato che la Juventus ha commesso delle irregolarità è sacrosanto venga punita. Secondo la legge. Non per assecondare il “sentire popolare“. Non perché la Juve  appare “arrogante“ . Il calcio italiano è zeppo di situazioni “arroganti“. Per esempio il caso di un calciatore che giocava con un passaporto falso.  Fu sanzionato con una pena ridicola. La società che il passaporto gli aveva offerto, con una (non esagerata) pena monetaria. Uno di quei  giudici che evitarono a quella società (come sarebbe stato giusto) la serie B, se ne uscì alla fine dicendo: “Non potevamo retrocedere un  presidente che tanto nel calcio, ha investito“ . Non ci fu scandalo per quelle parole. Anche perché mezza serie A, allora, fabbricava passaporti fasulli. Mezza serie A , ma non la Juventus. Forse per quello la cosa non produsse indignazione . Produsse sabbia: tir su e tir ,  con regolamenti frettolosamente cambiati.  Andare a vedere chi erano, allora,  i presidenti di Federazione e Lega.  Infine: la Procura Federale ha aperto una (dovuta) inchiesta. Conforta che a capo della procura non ci sia più quello di prima. Almeno non fioriranno intercettazioni “farlocche“. Ah: il capo degli inquirenti, di cognome fa Sarri. Non risulta sia un parente di Maurizio.