Campionato non chiuso, dietro non mollano. Negli ultimi 5 anni e mezzo la Juve ha legittimato sul campo il suo dominio assoluto sul calcio italiano. Il vero problema non è il rigore dato ai bianconeri, ma...

Xavier Jacobelli, editorialista del Corriere dello Sport-Stadio
13.03.2017 01:02 di  Xavier Jacobelli  Twitter:    vedi letture
Campionato non chiuso, dietro non mollano. Negli ultimi 5 anni e mezzo la Juve ha legittimato sul campo il suo dominio assoluto sul calcio italiano. Il vero problema non è il rigore dato ai bianconeri, ma...
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Ogni lunedì la redazione di Tuttojuve analizza i temi caldi del nostro calcio con una delle firme più autorevoli del giornalismo sportivo italiano, Xavier Jacobelli, editorialista del Corriere dello Sport-Stadio.
 

A 10 giornate dalla fine la Juve conta sempre 8 punti di vantaggio sulla Roma e 10 sul Napoli. 
Il campionato è finito e la Juve ha già vinto il sesto scudetto consecutivo?

“No, il campionato non è finito. Fa bene Allegri a raccomandare la massima concentrazione alla squadra perché non ritenga già chiuso il discorso scudetto. Sino a quando l’aritmetica non avrà emesso il suo verdetto, la Juve dovrà guardarsi dalle due inseguitrici che, in ambiti e contro avversari diversi, hanno dimostrato sul campo quanto non vogliano mollare. I successi dei partenopei sul Crotone e della Roma a Palermo sono lì a dimostrarlo. Anche se il Napoli deve fare molta attenzione all’Inter, nonostante abbia 6 punti in meno”.

In che senso?

"Il 7-1 dell’Inter che ha annichilito l’Atalanta, è stata una spettacolare dimostrazione di forza di una squadra che, se avesse cominciato il campionato 16 partite fa, all’avvento di Pioli, oggi sarebbe seconda in classifica con la Roma a tre punti dalla Juve. In particolare, Icardi e Banega sono in questo momento i trascinatori dell’Inter che punta a raggiungere un traguardo impossibile se fosse rimasto De Boer. Possibile con Pioli. 

E l’Atalanta, si è sgonfiata dopo il 7-1?

“No, non si è sgonfiata. La batosta di San Siro è scaturita da un blackout collettivo dal quale la squadra di Gasperini si riprenderà subito, a partire dalla partita di domenica prossima con il Pescara. L’Atalanta, a Milano, è rimasta in campo per quindici minuti, poi ha ceduto di schianto a causa di un corto circuito generale. Ma rimane sempre in corsa per l’Europa League e la sua stagione resta eccezionale: in 28 giornate ha totalizzato 52 punti, cioè 7 in più rispetto ai 45 conquistati nell’arco di tutto l’ultimo campionato.

 

Sono trascorsi due giorni dall’anticipo Juve-Milan, ma le polemiche continuano. Anzi, si moltiplicano, come dimostrano gli striscioni  di Napoli quando è stato fischiato il rigore per i partenopei e le dichiarazioni di De Laurentiis (“Gli striscioni parlano più chiaro di me”). Che cosa pensa di questo momento avvelenato?

“Penso che, negli ultimi cinque anni e mezzo, la Juve abbia legittimato sul campo il suo dominio assoluto sul calcio italiano, accompagnando questo dominio con lo sviluppo di una società sempre meglio organizzata. Dietro una grande squadra, c’è sempre una grande società. Ciò detto, il problema non è il rigore accordato alla Juve, all’ultimo respiro della gara con il Milan, dopo il rigore non accordato alla Juve per il fallo di Zapata su Dybala o le altre decine di cantonate dei direttori di gara e degli inutili giudici di porta che siamo costretti a registrare su troppi campi. Il problema è la mediocrità tecnica di buona parte della classe arbitrale, checché ne dicano i suoi vertici. Stiamo parlando di una casta che non ammette mai i suoi errori e non ferma gli arbitri tecnicamente peggiori, ma, anzi, li rimanda in campo; che, contrariamente, a quanto Nicchi aveva promesso durante la campagna elettorale per essere rieletto presidente dell’Associazione Arbitri, dopo la partita non si presentano mai davanti alle telecamere per spiegare le loro decisioni. Prima arriva la tecnologia e meglio è. Per tutti. A cominciare dagli arbitri”.