SOTTOBOSCO - Tottenham giovane, frizzante e tosto. Ecco come potrebbe affrontarlo Allegri. Dybala chiami Nedved. La Var e la falegnameria nerazzurra. Il giovane dagli occhi a mandorla faccia un beau geste...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
11.12.2017 17:56 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Tottenham giovane, frizzante e tosto. Ecco come potrebbe affrontarlo Allegri. Dybala chiami Nedved. La Var e la falegnameria nerazzurra. Il giovane dagli occhi a mandorla faccia un beau geste...
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© foto di Federico De Luca

Dall'urna è uscito il Tottenham. La Juventus agli ottavi becca una inglese come era stato pronosticato. Ultimo incrocio qualche mese fa in amichevole a Londra: Juve “scherzata“, ma era decisamente un'altra Juventus. La Champions è anche una questione di fortuna. Il fondo-schiena di Guardiola, di Mourinho, soprattutto, del Bayern in sede di sorteggio è al limite del commentabile. Mourinho soprattutto, al quale era già andata di lusso nella fase a gironi. Ma anche alla Roma è andata benone. Patata bollente per Antonio Conte, viceversa, che se la vedrà con Messi e soci. E qualche mal di testa anche per Zizou Zidane alle prese con il Psg di Neymar, Cavani, Di Maria e Mbappè, per non parlare di Verratti e Rabiot .

Prima a Torino, ritorno a Londra. Il Tottenham è squadra giovane, frizzante, con un grande allenatore, Pochettino. Le stelle sono Eriksen trequartista danese con piedi raffinati, il diamante grezzo Alli e il bomber Kane, animale da area di rigore. Squadra tosta ma poteva andare peggio. Se ambisci a disputare un'altra finale, il Tottenham lo devi battere. Ma sono giovani, veloci, in Premier stanno volando. E sono inglesi: a tavoletta fino al novantacinquesimo. Servirà la Juventus migliore. Gli inglesi giocano a due a centrocampo, a quattro in difesa, tre trequartisti e una punta.

Allegri potrebbe mettersi a specchio, rispolverando vecchi a amori. Io auspico non venga tentato: un centrocampo a tre mi pare dia alla Juventus maggiore equilibrio. Anche perché Alli è uno da seguire a uomo.

Ma il Tottenham è una pratica da affrontare a febbraio. L'immediato si chiama Bologna. E dopo, il 23 di dicembre (con la parentesi di Coppa Italia), la Roma. Pratiche delicate da evadere con pragmatismo e cinismo. Resettando ciò che non è stato, allo Stadium contro l'Inter. Dopo lo zero a zero, invece di un allegriano “ fiuu”, Spalletti ha cavalcato l'onda ganassa. In tema con la storia: mi pare esista addirittura un club neroazzurro con quel nome. Lo zero a zero con l'Inter alla Juventus va stretto. Rizzoli ha spiegato che il “rigore“ di Benatia non era rigore, ma si è ben guardato dall'esaminare la mancata espulsione di Santon. Così vanno le cose e non mi dilungo: a fine stagione le cose solitamente si equilibrano. Tuttavia, se annoto che, finora, l'Inter (unica mi pare tra le big in campionato) non ha ancora avuto un episodio penalizzante da parte della Var, non mi pare di straparlare. E Santa Traversa è da tempo al lavoro. Dalla gara contro la Roma, la falegnameria neroazzurra non ha avuto un giorno di riposo.

Ma - mia convinzione - i meriti dell' Inter e di Spalletti  sono superiori alla banalità dei capricci della Dea. Tradotto: la fortuna bisogna sapersela meritare. E l'Inter sta facendo di tutto (leggi numero dei gol subiti) per meritarla. Ma proprio dalla delusione del pareggio interno, la Juventus deve trarre convinzione dei suoi mezzi. A Torino l'Inter l'ha sfangata, mai pericolosa, fallosa (21 falli a 10, cinque gialli a due), fortunata (traversa e un paio di miracoli sulla linea). Oggettivamente la Juventus è stata superiore. Ora deve confermarlo. Deve tenere il passo dell'Inter  in attesa di  regolare i conti al Meazza nella gara di ritorno. Se l'Inter prevarrà, onore a loro. Del resto non si sta in vetta alla classifica senza aver qualità. E al posto di Spalletti starei in campana. Spiegava Publilio Siro, uomo di “Sentenze:  la fortuna è come il vetro: più brilla, più è fragile“ .

 Ho letto su “ Tuttosport “ che il match contro l'Inter oggi è “ depotenziato “ dai veleni di un tempo perché “i dirigenti del 2006 non ci sono più, e oggi Agnelli ha ottimi rapporti con il giovane imprenditore cinese che rappresenta la nuova Inter“ .

Tutto vero. Ma proprio perché  non c'è più quel presidente che prima di uscire di casa - come in una celebre pubblicità - si immergeva nel detersivo per presentarsi al mondo profumato di “bucato“, sarebbe cosa opportuna che il giovane imprenditore con gli occhi a mandorla facesse un intelligente beau geste: “la Federazione ne faccia ciò che vuole. Ma noi quello scudetto di cartone, assegnatoci via fax, lo restituiamo. Non l'abbiamo mai vinto e non lo vogliamo“ .

 Questa sarebbe una grande apertura, una mossa intelligente, per ricomporre antiche e mai sopite rivalità . Lo dico perché, anche oggi, 11 anni dopo, chi va allo Stadium per Juventus – Inter conosce fin nei dettagli l'irriferibile pensiero dei tifosi su quel presidente amante del detersivo .

A Nyon a margine del sorteggio, Pavel Nedved ha parlato anche di Dybala e del suo momento opaco di forma. “Faccia più sacrifici nella vita privata “ha detto il vicepresidente della Juventus.

Ignoro a cosa si riferisse Nedved. Ma fossi Dybala, lo chiamerei e gli chiederei “Pavel, posso venire a correre con lei?“ . Garantito che dopo qualche “seduta“ con Nedved, la Joya tornerebbe a sprintare come ad inizio stagione. Dite di no?

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