NESSUNA DOMANDA SCOMODA
Nessuna domanda scomoda per Antonio Conte che in conferenza stampa, domenica sera,nonostante la sconfitta ha trovato una platea totalmente allineata nei complimenti.
Nessuna critica per una squadra che più che giocare a calcio ha dato tanti calci, forse anche consapevole che Rocchi aveva il cartellino spesso e volentieri nel taschino.
La frase: "Cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Dove peschi, peschi bene. Parliamo di Ramsey, Higuain, Emre Can, Rabiot, questi non erano in campo. Bisogna dare i meriti a quello che è stato costruito in questi otto anni: se sono arrivati a prendere un campione come Ronaldo, bisogna levarsi il capello", detta da Conte in conferenza poi è abbastanza ambigua, come se fosse la stessa cosa mettere in campo un giocatore piuttosto che un altro, perchè non cambiava nulla.
Vedendo le partite della Juventus, non è proprio così, basta vedere l'impatto nella ripresa dei giocatori subentrati nella Juventus e di quelli entrati nell'Inter ed a livello di costo unitario, non parliamo di calciatori costati molto di meno.
Alcune frasi, poi si contraddicono, se da una parte dice di aver giocato alla pari o quasi con la Juventus, cosa che non ci sembra per nulla vera, allora non si capisce come la Juventus possa essere un grattacielo e l'Inter un altro tipo di costruzione.
Insomma, alcune contraddizioni di fondo e la sensazione che non si possa toccare l'allenatore nerazzurro in un progetto dove lui, che guadagna 11 milioni l'anno deve essere il valore aggiunto ed invece, alla vigilia, se l'è presa con il Presidente avversario per una frase "non detta".
Ma, nonostante tutto, ci preme sottolineare come nessuno, gli abbia chiesto come mai quest'Inter, nelle gara del Meazza abbia fatto un passo indietro, nello scontro diretto, rispetto all'Inter di Spalletti che l'anno scorso a Torino, ma anche a Milano aveva dato segnali, circa una distanza dalla Juvnetus, molto inferiore a quella che ci è apparso di vedere ieri.