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TJ - BONUCCI: "Arriviamo carichi a questa partita. Chiellini è simbolo di Juve. L'anno del Bayern quello in cui mi sentivo più vicino alla Champions"

25.02.2020 20:10 di Simone Dinoi Twitter:    vedi letture
LIVE TJ - BONUCCI: "Arriviamo carichi a questa partita. Chiellini è simbolo di Juve. L'anno del Bayern quello in cui mi sentivo più vicino alla Champions"
© foto di Tuttojuve

Leonardo Bonucci presenta Lione-Juventus in programma domani alle 21 al Groupama Stadium, gara valida per l'andata degli ottavi di finale di Champions League. Tuttojuve.com vi riporta la conferenza stampa in diretta (qui le parole di Sarri). 

Come arriva la Juve a quest’appuntamento e com’è stato ritrovare Chiellini in squadra?

La Juve ci arriva carica e determinata e con entusiasmo. Veniamo da due partite positive che hanno ridato quell’entusiasmo che si era un po’ perso. Siamo pronti per una grande partita contro una buonissima squadra. Ritrovare Giorgio è importante per tutto il mondo Juve. Giorgio è simbolo di carisma, leadership. Per me è sempre stato un onore e un piacere e da lui ho imparato tantissimo da lui.

Lione ti ha sempre portato fortuna, questo può essere il posto giusto per ritrovare entusiasmo?

Questa è una città che mi riporta a mente tantissimi bei ricordi, sia con la Nazionale che con al Juve. È il posto giusto per dimostrare ancora una volta che quando arriva il momento che conta la Juve c’è. Noi abbiamo ottenuto gli ottavi di Champions con due partite d’anticipo, cosa che non era mai successo. Siamo primi in classifica in campionato e abbiamo pareggiato la semifinale d’andata di Coppa Italia. Sono risultati importanti poi non so cosa si aspettasse al di fuori dalla Juve, ma di più era difficile. Le nostre posizioni rispecchiano quelli che son i doveri della Juve. Ora inizia un momento importante che vogliamo vivere con entusiasmo.

Ci più spiegare cosa differenzia le vigilie buone da quelle cattive, da cosa si capisce se la squadra è pronta o no?

Di solito sono sensazioni che vivi negli allenamenti. Sono energie che percepisci all’intento dello spogliatoi, l’anno scorso nell’amata dell’ottavo di finale ci hanno punito i dettagli. Eravamo una squadra meno esperta rispetto a oggi, da quell’esperienza siamo maturati. Quest’anno abbiamo un modo nuovo di interpretare le partite, quando vedi che nelle parigine vengono fatte le cose che si provano durante gli allenamenti tutto diventa più semplice.

Quando ti è capitato di pensare che fosse l’anno buono?  E cosa pensi quest’anno?

L’anno in cui l’ho pensato di più è stato l’anno in cui siamo usciti col Bayern Monaco. Avevamo fatto una rimonta incredibile in campionato e avevamo ribaltato il doppio vantaggio a monaca di Baviera. Se dovesse dirti un momento ti dire quelli. Oggi sono positivo come tutta la squadra, c’è entusiasmo e siamo pronti per questo rush finale in tutte le competizioni. Anche l’allenamento di oggi mi lascia ben sperare.

A che punto è il processo di apprendimento?

Le richieste del mister sono all’opposto di quelle di prima. Ora i movimenti sono coordinati di reparto e di squadra. Il processo sta continuando e sta migliorando sia nella gestione della palla che in fase difensiva. Chiaramente per implicare serve allenamento e giocare ogni tre giorni ce ne priva. Abbiamo iniziato questa strada consapevoli delle cose positive che poteva portare, non possiamo che migliorare.

Come cambia il tuo ruolo con o senza Chiellini in termini di responsabilità?

Cambia perché con Giorgio mi divido le responsabilità, guidiamo i più giovani in due. Siamo due a cui piace giocare a calcio ma anche parlare ai compagni e dare indicazioni. Quando si è in due diventa tutto più facile, con gli altri anche per una questione di lingua è meno semplice. Anche con De Ligt non è semplice, cerchiamo di dialogare in inglese ma è meno facile soprattutto nei momenti più caldi. Il percorso è ancora lungo ma ci sono margini. Con Giorgio questi margini potremmo migliorarli ulteriormente.

Quanto pesa prova ad alzare l’asticella ogni anno?

Sono abituato a prendermi responsabilità. Non mi è mai pesato e neanche la squadra poter pensare di arrivare al traguardo. Deve essere solo uno stimolo e una responsabilità.