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Paolo Lugiato: "Calciopoli molla del risanamento Juve, ora è tra i primi 5-6 club d'Europa per solidità economica. Figc segua modello bianconero"

23.11.2017 13:40 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Paolo Lugiato: "Calciopoli molla del risanamento Juve, ora è tra i primi 5-6 club d'Europa per solidità economica. Figc segua modello bianconero"

Il fallimento dell'Italia del calcio maschile, esclusa dai Mondiali, è in contrasto con la crescita esponenziale del soccer italiano negli ultimi dieci anni. Grande protagonista è stata soprattutto la Juventus, che ha saputo, dopo la retrocessione d'ufficio in B per la vicenda Calciopoli, ripartire e tornare più forte e vincente.

Abbiamo chiesto a Paolo Lugiato, una delle figure manageriali di riferimento del mondo delle imprese e dello sport d'eccellenza, un parere su questo momento storico per il calcio italiano.

Da un lato la Juventus e i club della serie A che negli ultimi dieci anni hanno provato a ristrutturarsi da un punto di vista etico, economico e societario, dall'altro il flop dell'Italia. Che idea si è fatto?

E’ sempre difficile comprendere le cause alla base di un risultato al di sotto delle aspettative, ma in qualsiasi azienda queste sono sempre buone occasioni per una messa in discussione di un intero sistema, che forse non funziona come dovrebbe. Per questo, anche se da tifoso degli azzurri sono molto deluso, ben venga che la nazionale maschile non si sia qualificata ai mondiali se questa è l’occasione per cambiamenti radicali. E la Juventus ne è un ottimo esempio. Gli eventi drammatici di Calciopoli e la conseguente retrocessione in B sono state la molla per un eccellente lavoro di risanamento partito dalla famiglia Agnelli con Jean Claude Blanc. Oggi, grazie anche allo stadio di proprietà e soprattutto a investimenti oculati non solo in ambito tecnico-sportivo, hanno permesso alla Juventus di collocarsi tra i primi 5-6 club in Europa per solidità economica.

Ho letto con attenzione che Andrea Agnelli in una recente intervista ha annunciato che la Juventus FC ha chiuso la stagione 2016/2017 con circa 411 milioni di ricavi (non contando le plusvalenze per la cessione dei giocatori che sono quantificate in altri 150) e un utile di circa 42 milioni. E l'arrivo di Allegri sulla panchina bianconera e gli risultati ottenuti hanno generato un incremento dei ricavi di 96 milioni, circa il 25% in più rispetto alla già ottima gestione Conte. E questo risultato è stato ottenuto in un mercato dove è sempre più dispendioso competere.  L'ultima sessione di mercato in serie A è stata una delle più dispendiose della storia recente del calcio italiano con 835 milioni euro spesi, dietro solo alla più ricca Premier League con 1,5 miliardi. Grandi giocatori hanno scelto il nostro campionato. Ma ora c’è il disastro della Nazionale.

Ci spieghi meglio...

Purtroppo è inevitabile che nel breve avremo ripercussioni sull’economia movimentata dal calcio italiano in generale a causa di questa sconfitta sportiva degli azzurri. Un campionato mondiale di calcio senza l'Italia ha per esempio impatti sugli acquisti high-tech, sulla possibilità delle aziende consumer di fare promozioni in-store, sulle compagnie che trasportano passeggeri dall’Italia alla Russia, ecc. Il primo impatto potrebbe essere sui diritti televisivi. La FIGC, secondo quanto riportato nei giorni scorsi da Calcio e Finanza, incassa dalla Rai circa 25 milioni di euro di diritti televisivi che oggi ci sembra una follia, anche perché nessuno avrebbe mai pensato ad una clamorosa esclusione degli azzurri da Russia 2018. Una domanda legittima è se ora le tv italiane abbiano lo stesso interesse per i Mondiali senza l'Italia? Meno aziende investiranno e a cascata meno soldi nelle casse federali. Leggo con attenzione che alla Fifa l'eliminazione dell'Italia dal mondiale causa un impatto negativo di 100 milioni rispetto a Brasile 2014.

Anche fare paragoni in questo caso non è molto semplice, ma da un lato abbiamo l'ultimo bilancio della Juventus e dall'altro perdite ingenti per l'Italia fuori dal mondiale. Come la vede?

Se facciamo un'analisi, da una parte il club, dall'altra c'è l'istituzione federale. La Juventus dove ha costruito la propria leadership? Stadio di proprietà che oggi ha il title name di Allianz accanto a Stadium, l'ottima valorizzazione dei diritti tv del campionato e la capacità di innovarsi nel brand e renderlo appetibile sui mercati internazionali. Poi i risultati hanno fatto il resto. Credo che ora in FIGC si debba pensare di ragionare in questa direzione e seguire il modello Juventus per ricostruire. Ragionare in termini aziendali e non politici.

Quale ricetta per ritornare grandi tra i grandi del calcio mondiale?

In Germania la riforma del 2000 ha dato più valore ai settori giovanile con un miliardo di investimenti che ha portato le nazionali juniores a vincere tutto. Accanto a questo, Gerhard Schöder, il cancelliere della Spd che ha governato prima di Angela Merkel, varò una riforma sociale legata alla cittadinanza: da “ius sanguinis” (cioè è tedesco chi ha sangue tedesco) allo ius soli (ovvero è tedesco chi nasce in Germania e uno dei genitori fosse residente da almeno 8 anni). Una rivoluzione che ha aperto le porte della Nazionale a tanti stranieri. In Germania ci sono quasi 400 centri federali su tutto il territorio dove vengono “scoutizzati” 22mila giovani promesse. Scuola e sport vanno di pari passo. Ci vogliono riforme nel calcio, essenziali ma si deve ripartire dalla base e solo così potremo costruire nel tempo una nuova generazione di fenomeni che oggi, purtroppo non esiste più. Maldini, Del Piero, Buffon, Totti sono stati forse gli ultimi...