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Olivier Kapo: "La mia accademia, i ricordi alla Juve e quello scudetto vinto sul campo". E aggiunge: "Mi piace il gioco di Sarri, Gigi è come il Papa..."

25.05.2020 11:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Olivier Kapo: "La mia accademia, i ricordi alla Juve e quello scudetto vinto sul campo". E aggiunge: "Mi piace il gioco di Sarri, Gigi è come il Papa..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

E' stato un autentico giramondo del pallone Olivier Kapo, dal suo paese Abidjan (città più popolosa della Costa D'Avorio) è partito alla volta della Francia e da lì è riuscito a giocare in altri sette paesi diversi tra cui l'Italia. L'arrivo a Torino nella stagione 2004/2005, dopo un ottimo lustro trascorso all'Auxerre, non è però coinciso con il salto di qualità in cui sperava. Anche per una concorrenza piuttosto esagerata nel ruolo, Olivier totalizzerà soltanto diciannove presenze ma ciò nonostante, a distanza di anni, non si è dimenticato affatto della "Vecchia Signora". La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare di che cosa fa attualmente e avere una sua opinione sugli ultimi avvicendamenti in casa Juventus:

Si sono un po' perse le tue tracce. Che cosa fai attualmente?

"Da circa quattro anni sono tornato a vivere in Costa D'Avorio, qui ho fondato un'accademia in cui ho creato diverse squadre e ci sono tanti bambini di diverse età che vanno dai 6 ai 17 anni. Per me questo è un motivo d'orgoglio, perché riesco a trasmettere quella che è stata la mia grande passione. Noi lavoriamo per arrivare nei grandi paesi come Spagna, Francia e Italia".

Mi hai citato l'Italia, ti piacerebbe dunque far conoscere il tuo progetto alla società bianconera?

"Sono riuscito a parlarne con la società, per cui la Juve è già informata di questo progetto. Nella mia accademia ci sono almeno 6 ragazzini molto bravi, ma è presto per proporli per la prima squadra. Mi piacerebbe potessero raggiungere la Primavera della squadra bianconera. In futuro, magari, mi piacerebbe consigliare qualcuno di loro".

Dunque sei rimasto in contatto con la Juventus.

"Sì, sono venuto spesso in Italia a vedere la squadra allo 'Stadium'. Lo scorso anno avevo visto il match con la Sampdoria, quest'anno quello con il Bologna terminato 2-1. Riesco a portare tanta fortuna, ho sempre visto una Juve vincente (sorride ndr)".

Anche se hai indossato soltanto un anno quella maglia, quali sono i tuoi ricordi?

"I ricordi sono più che positivi, ancor oggi mi piace molto ricordare quel periodo. E' iniziato tutto quando ho firmato il mio contratto a casa di Giraudo, con me erano presenti anche Moggi e Bettega. Per me era un sogno ad occhi aperti. Al primissimo allenamento ho incontrato i miei compagni e rimasi impressionato da Fabio Capello, il mio stupore nasceva dal fatto che una decina d'anni prima aveva vinto la Champions League. E io ero lì con lui in quel momento, mamma mia (sorride ndr)".

Capello era uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, ma anche i tuoi compagni non scherzavano affatto.

"Sì, mi sono reso subito conto di essere arrivato in un top club. Soltanto a citare oggi certi nomi come quelli di Pavel, Alex, David, Gigi, Mauro mi viene la pelle d'oca tanto è stata l'emozione di giocare con loro. Per me sembra ieri, ma sono già passati tantissimi anni".

Come erano all'interno dello spogliatoio?

"Penso spesso ai momenti vissuti all'interno dello spogliatoio, c'era solo da imparare da quei ragazzi. Erano tutti dei propri e veri leader. Gigi, poi, difende ancor oggi i pali della Juventus. E' come il Papa per la sua longevità (sorride ndr). Lui ha una passione sconfinata per questo sport, che va oltre ogni limite. L'ho visto in allenamento e per un attimo ho pensato avesse ancora 28 anni, perché era esattamente come allora. Impressionante".

Ti è mai pesato il fatto di aver giocato poco?

"Ho giocato comunque 19 partite, che non sono poche in questo top club. Poi la stagione successiva ero andato in prestito al Monaco, successivamente ero tornato alla Juventus e mi stavo allenando per iniziare la stagione in Serie B. Avevo ritrovato quei campionissimi già conosciuti in precedenza, c'erano anche altri calciatori come Cristiano, Giuliano, Matteo (Paro ndr). Ricordo di aver parlato con Didier Deschamps, fu molto onesto perché manifesto la grande volontà di tenermi ma al contempo mi disse che non sarei stato titolare. Venivo da un anno in cui avevo giocato poco, per questo scelsi un club che mi garantiva continuità. Mi voleva la Sampdoria, alla fine optai per il Levante e il trasferimento in Spagna".

Il campionato vinto con la maglia della Juventus è stato revocato a causa della vicenda "Calciopoli". Quale è la tua idea a riguardo?

"La mia idea è che quel campionato è stato vinto sul campo. Nessuno potrà mai dimenticare quel testa a testa tra Milan e Juventus, con quello scontro diretto culminato in nostro favore grazie ad una rovesciata di Alex e al colpo di testa di David. Ricordo bene che dopo l'uscita dalla Champions col Liverpool, Pavel disse al gruppo che quella grande arrabbiatura dovevamo concentrarla per vincere il campionato. Non potevamo proprio perderlo, eravamo il meglio del meglio. E infatti è successo che alla fine abbiamo vinto noi, sfruttando il pareggio casalingo dei rossoneri".

Ti fa effetto vedere Pavel Nedved dietro una scrivania?

"No, non sono affatto stupito sia diventato vice presidente del club in cui ha terminato la carriera. Nel corso degli anni l'ho incontrato molto spesso, per me è come un fratello. Pavel è sempre stato in grado di trasmettere dei valori molto importanti per questo sport: era un grande in campo, lo è anche fuori. La nostra Juve è una società al top, in grado di comprare i migliori giocatori al mondo. Il ciclo vincente è iniziato con lui, è all'avanguardia non solo per i risultati che ottiene. Quando ho saputo di Ronaldo, dalla gioia ho esclamato: 'Caro Andrea, sei un grande".

Quest'anno come la stai giudicando la Juventus?

"Mi sta piacendo molto, se dovesse riprender la stagione ha la possibilità di poter vincere tutto. Non era facile proseguire sulla scia di Allegri, penso che Sarri ci stia riuscendo e il suo è un bellissimo calcio. In Champions abbiamo perso con il Lione, ma la Juventus è in grado di ribaltare il risultato. E poi speriamo di andare a vincere questa benedetta coppa. Ci sono le potenzialità per aprire un ciclo di vittorie consecutive".

E' forte come la tua?

"No, la mia era più forte. Senza dubbio".

In Italia, a differenza della Germania, il campionato non è ancora ripreso. Ciò che ci tiene molta compagnia è il calciomercato.

"Sì, leggo spesso le notizie che riguardano la mia Juve. Una partenza di Pjanic mi farebbe davvero male, è uno dei perni fondamentali della squadra e non può andar via. Così come Rabiot, non può andar via dopo un anno. Bisogna dargli tempo. Chi mi piacerebbe a centrocampo? Rispondo senza pensarci: Paul Pogba. Deve tornare a casa, in una squadra top che deve avere giocatori di questo livello. Un altro che mi piacerebbe è Kante, anche se costa troppo da quando abbiamo preso Ronaldo possiamo prenderli tutti. Aouar e Tonali no, a mio avviso ci vogliono giocatori pronti".

Se la Juve può comprare tutti, per quale giocatore faresti follie?

"Sicuramente Kylian Mbappe, se va via dal Psg può andare solo in Juve, Real o Barcellona".

Si ringrazia Olivier Kapo per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.