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Feliciotti su Cherubini: "E' come Goku, il calcio ha bisogno di gente come lui. Ha lo stile Juve"

21.06.2021 11:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Feliciotti su Cherubini: "E' come Goku, il calcio ha bisogno di gente come lui. Ha lo stile Juve"
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

E' arrivato nel 2012 come responsabile del settore giovanile ed è stato in prima linea per la creazione del progetto U23, ma il grande pubblico di fede bianconera ha iniziato a conoscere Federico Cherubini nel momento in cui ha iniziato ad affiancare Fabio Paratici nelle trattative di calciomercato. L'annuncio che arriverà nelle prossime ore non sarà altro che un degno riconoscimento per la sua lunga gavetta. La nostra redazione ha contattato telefonicamente, in esclusiva, chi lo ha svezzato e lo ha accompagnato verso il grande calcio, Giuseppe Feliciotti:

In attesa dell'ufficialità che ancora non è arrivata, come giudica la promozione di Federico Cherubini?

"Sono felicissimo per lui ed orgoglioso di aver lavorato con lui. E' un grande vanto per la città di Foligno, è una persona perbene che è in possesso di una grande umiltà. Lui torna spesso qui perché c'è la sua famiglia, ogni volta dimostra uno stile, una semplicità e una modestia che è pari a quello della Juventus. L'augurio è di esser sempre se stesso, questo calcio ha bisogno di gente come Federico".

Quale è sempre stata la miglior qualità che l'ha colpita di Federico Cherubini?

"La sua intelligenza, oltre al fatto che non è facile da attaccare. Federico parte con le sue idee e i suoi buoni propositi per raggiungere sempre i risultati, lo ha fatto con noi e lo sta facendo con la Juventus. E questo assume un grandissimo valore, perché un conto è fare qui il direttore sportivo e un altro essere il mega dirigente in bianconero. Il livello di difficoltà si è alzato, la sua qualità non tramonta mai".

Quale è il pensiero che ha di lui in questo momento?

"Penso a Federico come un calciatore che non è ancora sbocciato del tutto. Lui correva ancora appresso al pallone quando ero responsabile del settore giovanile, poi me lo sono ritrovato vicino di scrivania e ho visto crescere una grande figura".

Figurativamente, dunque, Cherubini è come Goku: non ha ancora raggiunto i suoi limiti.

"Esatto, è andato in un crescendo micidiale e nessuno lo ha mai fermato o ostacolato. E' sempre uscito indenne da peripezie, anche alla Juve qualche difficoltà l'ha incontrata, se lui è ancora lì ed altri no ci sarà un motivo.

Cherubini, da come è descritto dalle persone che lo conoscono, è sempre sembrato un dirigente fuori categoria a Foligno. A suo parere, dove la Juventus lo ha migliorato ancora di più?

"Aveva insite queste doti nascoste, che aveva già dimostrato anche a Foligno, che sono ancor più maturate in un ambiente che è il massimo della professionalità calcistica italiana. Alla Juventus ha avuto due maestri come Marotta e Paratici, ma non è una equazione matematica il fatto di apprendere da chi ti sta accanto. Più l'asticella si alza, più continua a recitare alla grande il suo ruolo. Federico non ha ancora trovato il suo massimo, è ancora un diamante grezzo. Le spiego il perché".

Prego.

"Parto dall'esempio dell'U23, che in tanti in Italia volevano provare ma che nessuno a parte la Juventus ha continuato come progetto. Il fatto che sia diventata una fonte di investimento, guadagno e serbatoio, penso questo si debba alla lungimiranza di persone come Federico. Altri dirigenti, probabilmente, hanno pensato fosse solo una spesa. Lui a Foligno aveva già accumulato una grande esperienza, è riuscito a lavorare in un contesto difficile e di crisi economica. Ha lavorato senza soldi, quello è un altro aspetto da non sottovalutare".

Quindi si aspettava potesse diventare così bravo?

"Onestamente non ci aspettavamo potesse avere questo successo, ma a Federico nessuno ha regalato nulla. Ha rinunciato a parecchi club pur di restare a Foligno a lavorare in un contesto difficile, questo lo ha premiato perché poi l'occasione giusta è arrivata. Lui si è conquistato la fiducia di tutti, in bianconero è partito dal basso ed ha meritato la promozione".

La Juventus lo ha scelto e quindi lo ritiene in grado di svolgere al meglio il suo compito, i tifosi invece sono un po' restii. Lei che lo conosce così bene, come vuol convincere i tifosi?

"Il fatto che lui sia sopravvissuto ai suoi due maestri è già un biglietto da visita importante. Agnelli non è di certo l'ultimo arrivato, Federico è stato ritenuto all'altezza dalla società e questa è già una possibile risposta alla domanda. Lui era un giocatore che faceva spogliatoio, un leader in campo e con il carisma in grado di proteggere anche alcuni allenatori non bravi. Probabilmente è piaciuto a Marotta e Paratici nel momento in cui il Foligno ha interloquito con la Sampdoria, a colpire è stata la sua simpatia e bravura".

Si ringrazia Giuseppe Feliciotti per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.