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Ezio Greggio: "Noi juventini abituati a vincere da 121 anni, ho urlato per CR7 come nel 2006. Bonucci? Nessuno valido come Leo. E quell'aneddoto con Marotta..."

13.11.2018 13:30 di Mirko Di Natale Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Ezio Greggio: "Noi juventini abituati a vincere da 121 anni, ho urlato per CR7 come nel 2006. Bonucci? Nessuno valido come Leo. E quell'aneddoto con Marotta..."
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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

"È lui o non è lui? Certo che è lui". Questo è lo storico tormentone con cui viene riconosciuto Ezio Greggio, storico volto di "Striscia La Notizia" e tifosissimo della Vecchia Signora. La nostra redazione lo ha contattato, in esclusiva, per parlare del momento bianconero e non solo:

Come stai giudicando la Juventus? A differenza dello scorso anno, i ragazzi sembrano esser a questo punto della stagione più convinti e più sicuri dei propri mezzi. E non sembrano avere pochi punti deboli.

"Che la Juve sia più solida non ci sono dubbi. I nuovi acquisti, nessuno escluso, e il ritorno di Bonucci hanno dato maggiori certezze ai reparti. Detto ciò si è visto col Manchester United come è il calcio, sbagli una valanga di goal e poi perdi la partita in pochi minuti. E purtroppo le partite non si vincono per meriti sul campo ma con chi segna di più. Valgono sempre due detti: 'Goal sbagliato, goal subito' e "Partita finisce quando arbitra fischia 3 volte'".

Chi sta rubando la scena è inevitabilmente CR7, 10 gol in 7 partite contro la Juventus al netto degli 8 segnati fin qui con questa maglia. Avresti mai pensato di vederlo a Torino? E quale è stata la tua prima reazione? Credo tu gli abbia già affibbiato un soprannome...

"CR7 è un grande regalo che Agnelli e la dirigenza Juve han fatto ai tifosi. Ronaldo in bianconero era un sogno più che una previsione. La mia prima reazione? Ma niente... Pacata... Ho cacciato un urlo come quando abbiamo vinto l'ultimo mondiale. Certo è che l'ovazione che gli ha tributato lo Stadium, quando ci fece uno dei goal più belli non solo della sua carriera ma anche della storia del calcio, ha lasciato il segno. Da quella sera la Juve gli ha ronzato in testa. Un grande atleta che aiuta a fare la differenza".

Ha lasciato il segno non soltanto ai tifosi, ma anche alla dirigenza che ha deciso di provare ad acquistarlo. C'è un altro giocatore che applaudiresti solo per vederlo in futuro alla Juve?

"Un altro giocatore che vorrei alla Juve ora? Un paio, solo Neymar e Messi e poi giochiamo a Disneyland (sorride ndr)".

Come lo giudichi fin qui il portoghese? Meglio con il grosso e mastodontico Mandzukic oppure con i più piccoli e tecnici Dybala e Bernardeschi?

"CR7 può giocare con chiunque. Le scelte fatte da fuori sono tutte facili e infallibili, Allegri che li vede tutti i giorni sa chi schierare. Da tifoso li vorrei vedere tutti e 4 insieme. Anzi pure con Cuadrado. Sono attaccante di natura (sorride ndr)".

A proposito di Dybala, che cosa sta succedendo al Sivori moderno? È solo un periodo di alti e bassi oppure il rampante Bernardeschi lo ha un po' oscurato fino al suo infortunio?

"Ma va là, la storia dei grandi campioni è sempre fatta di alti e bassi. Dybala si sta riprendendo, tornerà come prima, anzi più forte di prima. Bernardeschi non c'entra, pur avendo alcune caratteristiche simili in realtà sono molto diversi e possono pure giocare insieme"

L'ultima volta ti chiedevo come avevi digerito la partenza di Bonucci. A distanza di 12 mesi, come lo hai accolto?

"Basta vedere come ha giocato fin qui. Se la Juve fa rientrare un giocatore, cosa non credo accaduta troppa volte nella propria storia, è perché quel giocatore deve essere un fenomeno. E Leo avrà anche il suo caratterino ma che sia unico nel suo genere è indiscutibile: difende, suggerisce e segna. Dimmi attualmente qualcuno valido come lui? Ghe n'è minga".

Tra i nuovi acquisti, immagino che chi ti abbia più colpito è Cancelo. Che cosa più ti sta piacendo di lui e come giudichi gli altri?

"Cancelo, altro giocatore fortissimo. Se oltre alle sue qualità di giocoliere Allegri gli infonderà pragmatismo e concretezza, con la Juve avrà lunga vita".

Sapendo la tua vicinanza al mondo Juve, quale è stato il tuo pensiero appena hai saputo dell'addio di Marotta? Secondo te, quali sono stati le divergenze che lo hanno portato lontano da Torino?

"Non so perché Marotta se ne sia andato nè mi interessa saperlo. Ha fatto un grandissimo lavoro. Ci ho parlato spesso mentre stava a Torino ma solo di partite e giocatori. Mi ricordo un aneddoto: all'inizio ebbi con lui simpatiche discussioni sugli acquisti che io sostenevo non da Juve di Felipe Melo e Diego. Quando li cedettero mi chiamò per dirmi: 'Adesso sei contento?', e gli risposi: 'Grazie Beppe, hai fatto felice me e qualche milione di tifosi'".

È un momento molto particolare per i bianconeri, perché oltre ai successi calcistici ci sono diverse situazioni extracalcistiche che riguardano non solo la società ma anche un suo calciatore simbolo. Solo polemiche sterili oppure credi che vogliano colpire la Juve? Che idea hai a riguardo?

"Anche se non lo dici apertamente, ti riferisci a Ronaldo. Sono sicuro che ne uscirà bene. Mi sembra molto tranquillo, basta vedere come sta giocando e come sta segnando. La Juve è allenata a subire attacchi, destino di chi è forte e suscita invidie o ha rancori per episodi dei campionati precedenti. Sulle orme dell'Avvocato e di Umberto Agnelli, la corazzata Juve è cresciuta: grande società, grande stadio, grande squadra. Vedi, se c'è una cosa che non stupisce noi juventini, al contrario di altre squadre italiane, è vincere: siamo abituati da 121 anni".

Si ringrazia Ezio Greggio per la cortesia e l'enorme disponibilità dimostrata.