esclusiva tj

Barillà (La Stampa): "Juve in costruzione, c'è bisogno di tempo. Allegri? Ha lanciato più giovani di spessore, ma non immaginava queste difficoltà. Sul mercato..."

29.11.2021 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Barillà (La Stampa): "Juve in costruzione, c'è bisogno di tempo. Allegri? Ha lanciato più giovani di spessore, ma non immaginava queste difficoltà. Sul mercato..."
TuttoJuve.com
© foto di www.imagephotoagency.it

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il collega de "La Stampa" e sempre molto informato sulle vicende di casa Juventus, Antonio Barillà, per parlarne approfonditamente e non solo:

I commenti di una settimana fa erano positivi, al contrario di quelli odierni che sono negativi. Quale è il giudizio sulla Juve?

"Le contraddizioni della Juve sono rimaste, perché da inizio di campionato ci sono stati dei momenti di ripresa seguiti da ricadute fragorose. Alla radice c'è un problema che parte da lontano, in quanto l'organico stesso non è più di primissima fascia. La squadra non può più competere per lo scudetto, ci sono delle lacune che comportano il ritardo in classifica. Non è casuale che Sarri e Pirlo abbiano avuto problemi così come oggi li ha Allegri".

Quali sono le lacune indicate poc'anzi?

"Alla Juve manca un regista, un centravanti, il centrocampo è di livello medio-basso. E' una squadra in costruzione, per cui c'è bisogno di tempo ed inevitabilmente possono avvenire delle cadute durante il percorso. Se in Italia puoi importi con la qualità dei singoli, l'esperienza e la crescita dei giovani, a livello europeo c'è stata una netta differenza come nel match disputato contro il Chelsea".

La crescita dei giovani è un punto che è ancora irrisolto, visto che l'unico impiegato con costanza è Locatelli.

"C'è un'iper responsabilizzazione dei giovani che invece avrebbero bisogno di crescere, per questo è un progetto di crescita. Locatelli, per me, è un grandissimo giocatore, ma se deve esser lui a garantire il salto di qualità vuol dire che c'è qualcosa che non va. In una normalità, un giovane bravo che arriva dal Sassuolo cresce all'ombra di altri e poi diventa leader. Ci sono molti centrocampi che sono qualitativamente superiori a quello dei bianconeri. E lo stesso si può dire della punta, non si poteva pensare di trovare qualcuno che sostituisse le reti di Ronaldo".

Pensi che nel match con l'Atalanta sia pesato a livello psicologico quanto emerso nell'ipotesi di reato per il falso in bilancio che vede coinvolto il club bianconero?

"Non credo, il presidente Agnelli ha parlato con la squadra e ha cercato di tenerla fuori il più possibile. La caduta con l'Atalanta, poi, non è isolata, visto che la Juve aveva già perso punti con Empoli, Sassuolo e altre squadre. Non è una distrazione, è evidentemente un problema. Gli orobici hanno confermato la posizione in classifica, per cui in questo momento sono superiori ai bianconeri. Semplice, triste, ma è così".

Per spezzare una lancia in favore dei bianconeri, il mese di dicembre è quello in cui si possono trovare delle certezze.

"Il calendario va sfruttato nel modo migliore, anche se non bisogna dimenticare di come la Juve abbia perso dei punti pesanti con le squadre di medio-bassa classifica. Ciò che voglio dire è non esiste nessuna legge scritta che consenta ai bianconeri di ottenere punti sicuri. Lo scudetto è ormai un miraggio, la distanza dal quarto posto è ora di sette punti. E mancare la qualificazione in Champions comporta danni a livello di blasone, ma soprattutto a livello economico. Con le difficoltà evidenti da questo punto di vista, quegli introiti servono davvero come il pane in questo momento".

A proposito del mister, lo vedi in confusione? Come stai giudicando le sue ultime dichiarazioni?

"Allegri sapeva di andare incontro ad un processo di ricostruzione fatto di sacrifici, ma forse non immaginava tutte queste difficoltà. Credo che Allegri, in questo momento, cerchi di motivare una squadra che più di tanto non può dare. Ha messo in conto che deve curare il progetto per l'apertura di un nuovo ciclo, oltre la crescita dei giovani presenti, per questo negli anni dovrà riuscire a sistemare una rosa che si è indebolita negli ultimi anni. Gli esempi sono semplici da fare: Tevez-Higuain-Ronaldo e ora l'attaccante non c'è, di Pjanic-Matuidi-Khedira nemmeno l'ombra e non vado a scomodare quello che portò la Juve alla fine di Berlino. Ci sono i giovani, c'è una buona base, forse ci vuole solo un po' più del tempo previsto".

Dunque Allegri è l'allenatore giusto per un progetto che si basa sui giovani?

"Allegri è uno degli allenatori di Serie A che ha lanciato più giovani di spessore. Ricordiamo De Sciglio nella Primavera del Milan, Nainggolan nel Cagliari, Kean in Champions League, Cristante che quando è tornato in Italia lo ha voluto poi ringraziare anche se non era più il suo allenatore. E' sempre stato molto sensibile nei loro confronti. L'allenatore, chiaramente, ha le sue responsabilità, ma qui ci sono dei ragazzi che non hanno accanto delle figure di riferimento come quelle che c'erano in passato abituate a frequentare i più illustri palcoscenici. Bisogna aspettare il loro processo di maturazione, magari aggiungendo al loro fianco dei giocatori d'esperienza".

E con gli infortuni di Chiesa e McKennie piove, come si suol dire, davvero sul bagnato.

"Ci vuole tempo, pazienza e consapevolezza. Bisogna entrare nell'ottica delle idee che la squadra si sta ricostruendo, per cui penso non sia possibile avere nuovamente la stessa supremazia del passato".

Siamo vicini al mercato di riparazione, ti aspetti qualche stravolgimento o innesto importante?

"La rosa può esser toccata solo se dovessero avvenire degli affari di spessore. La Juve non può scialare dal punto di vista economico, poi non sempre il mercato di gennaio offre delle opportunità in grado di fare il salto di qualità. Le operazioni in entrata potrebbero avvenire solo in caso di incastri importanti, ovvero una cessione importante per una sostituzione importante in quel ruolo. Bisognerà puntare sulla crescità, sull'identità, sulla serenità, perché questo significherebbe avvicinarsi al quarto posto e riuscire a ricostruire in maniera più tranquilla".

La Juve, quindi, non farà il colpo ad effetto che potrebbe essere Vlahovic oppure Icardi che sta trovando poco spazio nel Psg.

"Vlahovic è un obiettivo nitido, previsto per il prossimo anno. Se Ronaldo fosse andato via per tempo, la Juve avrebbe preso Dzeko aspettando poi di acquistare l'attaccante serbo. Il problema è che se devi anticipare in maniera netta, inevitabilmente si faranno i conti con la valutazione cresciuta e con il club che lo vorrebbe trattenere. Anticipare un suo arrivo non è semplice, soprattutto a livello economico".

Si ringrazia Antonio Barillà per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.