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Avv. Cascella: “Juve aveva necessità di fare determinate azioni per il bilancio. Nell’operazione De Ligt risparmiati milioni di euro”

08.04.2020 18:30 di Simone Dinoi Twitter:    vedi letture
Fonte: Intervista a cura di Raffaella Bon
ESCLUSIVA TJ - Avv. Cascella: “Juve aveva necessità di fare determinate azioni per il bilancio. Nell’operazione De Ligt risparmiati milioni di euro”
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Momento delicato per il mondo intero e anche per il panorama calcistico nazionale e internazionale. Per analizzare la situazione, la redazione di Tuttojuve.com ha contattato in esclusiva l’avvocato Angelo Cascella esperto in diritto sportivo e consulente legale di Calciatori, Agenti ed Allenatori,

Avvocato, un commento all’accordo fra la Juventus e giocatori e allenatore della prima squadra?

“Secondo la Deloitte Football Money League, la Juve nelle classifiche dei recenti fatturati è entrata nelle prime 10 con 459 milioni. È una delle più importanti ma ha anche delle perdite notevoli tant’è che nell’autunno scorso la Juventus ha dovuto aumentare dopo tanti anni il capitale sociale di circa 300 milioni di euro per bilanciare le perdite e per effettuare nuove operazioni di mercato. Pochi giorni fa in Borsa la Juventus è stata fatta retrocedere, dopo 15 mesi di permanenza, da Piazza Affari dal listino principale, dove sono comprese le prime 40 società quotate in Borsa, in favore di Mediolanum. È come una retrocessione in Serie B che comporta una minore visibilità del titolo e di capacità di scambi: il nuovo listino essendo meno conosciuto porterà sicuramente degli svantaggi. Questo ha fatto sì che la Juventus avesse una necessità, anche per la quotazione in Borsa, di fare determinate azioni per il proprio bilancio”.

Potrà avere ripercussioni sulle altre squadre?

“A mio avviso potrà servire semplicemente come una base di riferimento, non ritengo ci sia una unità di intenti da parte di società e AIC. Ognuno, a meno che non ci sia provvedimento ad hoc del Governo, gestirà la situazione in maniera compatibile a quelle che sono le disponibilità dei giocatori”.

Quale sarà l’impatto economico di questa crisi sui campionati?

“Dipenderà dalla ripresa e dal tipo di ripresa che ci sarà. È chiaro che se sarà possibile una ripartenza al 100% anche con le porte aperte sarà diverso rispetto a una disputa di meno partite e magari con una buona parte a porte chiuse. Le società lamentano la perdita concreta o potenziale di incassi e di eventuali operazioni di marketing. Tutto questo però non è quantificabile ora proprio perché regna incertezza su tempi e modalità della ripresa. Le società hanno più o meno tutte quante problemi di bilancio. Non dimentichiamo che dal 2000 a oggi sono fallite oltre 120 società di calcio professionistico. Anche se i fatturati crescono, aumentano di più le perdite rispetto ai proventi per cui i club sono sempre in situazioni difficoltose che si acuiscono anno dopo anno. Per risolvere tutto fanno spesso utilizzi impropri di plusvalenze che in alcuni casi sono fittizie che creano una illusorietà di pareggio di bilancio che, in caso contrario, costringerebbe le società a fallire. Inoltre il decreto crescita ha già dato un grandissimo aiuto alle società di calcio modificando sostanzialmente quella che è la base imponibile e quindi le aliquote di tasse che dovranno essere pagate. Su ogni calciatore con una residenza all’estero nei due anni precedenti, le società di calcio hanno comunque risparmiato come è il caso di De Ligt nella Juventus dove verranno risparmiati milioni di euro. Quindi un incentivo, un aiuto è stato dato dal Governo”.