Undici metri - La finta crisi e il falso caso Dybala. Paratici tesse la tela per giugno

Brian Liotti è una delle voci più popolari e apprezzate del panorama radiofonico nazionale, giornalista nonché appassionato ed esperto di calcio.
09.02.2019 02:00 di  Brian Liotti   vedi letture
Undici metri - La finta crisi e il falso caso Dybala. Paratici tesse la tela per giugno

La Juve domenica è attesa dalla insidiosa trasferta nella tana del Sassuolo. I bianconeri vengono da un momento non semplice, qualche infortunio di troppo, la sconfitta in Coppa Italia a Bergamo e il pareggio beffa di Sabato scorso allo Stadium con il Parma hanno scatenato un polverone. Ho letto di tutto e cose anche un po’ comiche. La Juve è l’unica imbattuta nei principali campionati europei. Parlare di crisi per una squadra che in campionato non ha mai perso e che ha messo insieme 60 su 66 punti mi sembra un’eresia. Ci sta che durante l’anno ci siano momenti fisiologici di calo. Non si può essere sempre al top ed è vero che dall’inizio dell’anno il gioco della Juve sembra meno efficace, ma sono convinto che sia solo un caso.

Il vero problema della Juve è che la sfortuna ha fermato ai box contemporaneamente tutta la BBC. Non puoi rinunciare alla coppia centrale Chiellini e Bonucci a cuor leggero, e infatti la Juve ha pagato dazio. L’inedita coppia Rugani – Caceres che tante critiche ha ricevuto dopo la partita con il Parma e che ha avuto tantissime difficoltà Sabato scorso, domani  avrà modo di rifarsi. Quella col Sassuolo a parer mio è una partita di un’importanza decisiva. Si capirà se la Juve è davvero in crisi o se si sia trattato solo di un incidente di percorso.

 Sono abituato a guardare il bicchiere sempre mezzo pieno e le buone notizie sono tante: intanto il ritorno di Mandzukic fa bene a tutto l’attacco bianconero. Con il croato in campo Cr7 segna di più. Gli infortunati stanno per rientrare e ci sono ottime speranze per Chiellini (qualcuna anche per Bonucci) di giocare a Madrid in Champions contro l’Atletico.

Domani  contro il Sassuolo ritroverà la titolarità anche Dybala che cercherà di essere più decisivo e incisivo di quanto lo sia stato sin qui. Anche il suo presunto o reale  “malumore” è stato un falso caso. A Torino sanno gestire certe situazioni. Paulo è carico e pronto a prendersi sulle spalle la squadra. Questo è il momento in cui al di la dei valori tecnici devono venire fuori gli uomini. Il Campionato non è archiviato, 9 punti di vantaggio ad inizio girone di ritorno, con lo scontro diretto a Napoli e ancora tutti i big match da disputare non consentono di stare troppo tranquilli. Se la Juve vuole portare a casa l’ottavo scudetto di fila non deve avere cali di tensione e perdere punti “sanguinosi”.  

Allegri domani dovrebbe optare per un 4-3-3 con De Sciglio e Alex Sandro sugli esterni Pjanic, Khedira e Matuidi a centrocampo e Cr7, Mandukic e Dybala davanti. Anche De Zerbi schiererà il 4-4-3, dovrà gestire l’emergenza a centrocampo ma promette battaglia. Questa per la Juve è una partita delicata a parer mio, Sassuolo non evoca piacevoli ricordi al conte Max.  Qui nel 2014 si consumò un clamoroso 4-3 per gli emiliani e Allegri perse la panchina del Milan. Questo per dire che il campo del Sassuolo non è mai semplice da espugnare.

Un rischio potrebbe essere avere la testa già a Madrid, ma Allegri sa bene che le due gare che precedono l’impegno di Champions (Sassuolo e Frosinone) sono di importanza vitale per non compromettere tutto quello che di buono la Juve ha fatto sin qui.

Sul fronte mercato tutto (apparentemente) tace ma in realtà Paratici tesse la tela per giugno quando (lo ribadisco) ci sarà una piccola rivoluzione partendo dalla difesa, in quest’ottica si possono leggere l’interesse per Romero e De Ligt. Ma l’opera di restyling sarà più capillare. Molti si chiedono se Dybala sarà ceduto e se Allegri resterà. Credo che molto (se non tutto) dipenderà dai risultati. Uno scudetto e una semifinale, finale (o la vittoria) della Champions sarebbero variabili importanti. Max a Torino sta da Dio, la Juve con lui si trova benone. Non c’è motivo oggi di pensare ad un addio.

Occorre però tornare a giocare come accadeva prima di inizio anno. Quella Juve giocava (spesso anche bene), vinceva e convinceva. La Juve targata 2019 da Gedda in poi ha stentato. I tifosi si augurano di rivedere la Juve versione 2018 a partire da domani.