SOTTOBOSCO - Se c'è un gol alla Sivori è questo. Dybala è tornato. Un vantaggio a Wembley. Il Potere della Juventus. Se il Napoli è come l'Olanda di Cruijff...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
04.03.2018 01:15 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Se c'è un gol alla Sivori è questo. Dybala è tornato. Un vantaggio a Wembley. Il Potere della Juventus.  Se il Napoli è come l'Olanda di Cruijff...
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

All'ultimo respiro. Un gol a quindici secondi dal termine, nel tempo di recupero. Serve il replay. Stop a seguire su imbeccata da fuori area. Tunnel, ancata avversaria da rigore, ma non serve alcun fischio arbitrale. Da seduto, con l'uomo addosso ecco il sinistro velenoso di quelli che vengono bene solo ai mancini e palla nel sette.

 Gioco, partita, incontro: firmato Paulo Dybala.

Altro replay. Firmato: Omar, Enrique, Paulo Dybala  Se c'è un gol alla Sivori è questo. Allo scadere, quando serve per sbloccare il risultato serve una giocata da manicomio, di quelle che gli” altri “ neppure riescono a pensare. Ma Paulo Dybala, sì .A lui non serve  “ pensarle “ certe giocate. Lui le fa. Perché nel suo telaio si è infilato, lo spirito di quello là: l' Angelo con la faccia sporca. Talmente innamorato della sua Signora da non potersene stare quieto, lassù nel paradiso dei fuoriclasse a guardare e basta.

Deve aver rotto talmente le scatole - come faceva in vita - che alla fine pur di toglierselo dai piedi, gli devono aver dato il permesso di reincarnarsi nel ragazzino che ha un sinistro simile al suo. Che fa giocate simili alle sue.

 Rivedetevelo al rallentatore il gol partita di Lazio- Juventus e capirete. Capirete che razza di impossibile magia sia riuscito a fare Dybala. L'ennesima alla Omar Sivori.

Un gol che rappresenta un tir di benzina per la squadra intera. Non aveva fatto molto Dybala per novanta minuti, ancora visibilmente indietro di condizione dopo il pesante infortunio.

 Ma prodezze del genere sono un propellente che ti fa volare, che non ti fa sentire la fatica, che ti fa pensare di poter realizzare qualsiasi impresa.

 Dybala è tornato: Allegri e la Juventus avevano bisogno di questo tipo di carburante in vista della delicata gara di mercoledì in Champions . Wembley non è un campetto, Londra non è un paesello, il Tottenham non è una squadretta.

Ma la necessità di dover fare a tutti i costi almeno un gol (senza prenderne  per passare il turno potrebbe essere, paradossalmente un vantaggio. Costringerà la Juventus a pressare alto e ad attaccare. Come? Con quelli senza cerotti. Probabilmente senza Higuain, forse con un Mandzukic a mezzo servizio. Ma Costa-Dybala-Sandro è un tridente mobile e veloce. Che può far male, là dove gli inglesi maggiormente soffrono: gli esterni bassi .

Sarà la settima trasferta di Madama, nelle ultime nove gare. In campionato l'ultimo a perforare la porta della Juventus è stato Caceres con la maglia del Verona. Ma all'Allianz, Kane e Eriksen hanno timbrato il cartellino. Dovrà essere loro impedito di rifarlo. A loro e a Son, uno che sta viaggiando ultimamente alla grande in zona gol.

Ma i pretoriani di Allegri, sono una guardia scelta simile agli opliti spartani, quelli di Leonida per capirci. Non ci sono valichi a Londra ma egualmente la strada verso la porta di Buffon potrebbe rivelarsi una inaccessibile strettoia.

Palla a terra, pressing alto, ali che rientrano, Dybala che fa quello che vuole e che va dove il cuore vorrà portarlo.

 Siete mai stati su campo di calcio, accanto a uno che ti dà la sensazione di poterti tirare fuori in qualsiasi momento dai guai ?

Io, a sedici anni, sì. Il Paulo della mia squadra si chiamava Renzo. Aveva i capelli color del grano, giocava con il numero 10 e tifava Gianni Rivera. Faceva cose incredibili.  E quando le faceva, tutti noi, artigiani (paragonati alla sua “arte“) finivamo tarantolati.  Davamo il 110 % anche contro quelli più anziani e più grossi di noi. Sentivamo di doverlo a lui che – nessuno riusciva a capire come facesse- sfornava prodigi con giuliva strafottenza .

La Juventus aveva bisogno di un gol come quello di Dybala per andare a Londra a dire la sua con convinzione. Così: negli ultimi 15 secondi di una gara che sembrava  destinata al pareggio. E proprio in quel modo “impossibile“: alla Sivori . 

Tutto questo mentre a Napoli: già a Napoli la Roma stravince contro la squadra della bellezza e dell'armonia. La derelitta, criticatissima Roma di Di Francesco, del “paracarro“ Dzeko cala un poker e incamera la posta: tutta anche gli spiccioli. Voglio dire: la partita, il confronto tattico, i gol, la scena, i titoli dei giornali e dei telegiornali. Se il Napoli è “ come l'Olanda  del 14“ , la Roma cosa è?

La classifica dice che balla un punto tra Napoli (che resta in vetta) e Juventus. Ma Allegri deve recuperare il 14 (un numero, forse un destino ) marzo la gara rinviata per neve con l'Atalanta. Non sarà un match semplice. Perché  l'Atalanta è maledettamente forte. Prima fare i tre punti, poi parlare. Passerà ancora molta acqua sotto ai  ponti prima di arrivare ad aprile a Juventus-Napoli. La gara, probabilmente, della verità.

Nel frattempo consiglio a chi confeziona sondaggi tra tifosi, lettori, addetti ai lavori, su chi alla fine vincerà il titolo, come minimo di provvedere a rifarli.

Certi sondaggi sono come quelli politici. “Prima” tutti gonfiano il petto ed esibiscono quelli di famiglia, inevitabilmente trionfanti. “Poi“ arriva il verdetto dell'urna : nessuno ammette la sconfitta, ma nella sostanza sono dolori.

Ecco: mai cercare di scuoiare l'orso, prima di averlo definitivamente impallinato. Specie se l'orso ha la pelle a strisce. Lo sapete  vero, che dalle parti di Vinovo c'è un grizzly maculato a quel modo? Lo sapete che la sua fame è inestinguibile?

 Umiltà, orgoglio, cattiveria agonistica: questo è il mix che fa della Juventus la squadra che è. Una cultura calvinista del lavoro. Dove non conta quello che hai fatto ma quello che farai. Sì: si scrive Juventus e si pronuncia Potere. Calcistico e di impresa. Un mondo diverso. Piaccia o non piaccia: estremamente diverso.

Campionato alla svolta? Non credo. Non ancora. L'applauso che il pubblico di Napoli ha riservato alla sua squadra , nonostante la batosta, è un chiaro messaggio a Insigne e compagni: noi ci crediamo ancora. La domanda è: la squadra come si sveglierà dopo una probabile notte insonne?

E soprattutto: gli dei quanta invidia hanno accumulato nei confronti di  questa “perfetta, inarrivabile armonia calcistica“ ?

Mi siete testimoni: l'avevo scritto tre giorni fa . Fzonòs zeòn: mai far incazzare gli dei .