SOTTOBOSCO - Dybala reincarnazione di Sivori, sarà n° 1 al mondo. Ma a Genova ha nascosto magagne Juve. Una brutta statistica. Che impressione 150 mln in panca. Non digerisco una cosa di Allegri. Mercato e colpo da piazzare. Io sto con Gigi

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
27.08.2017 00:23 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Dybala reincarnazione di Sivori, sarà n° 1 al mondo. Ma a Genova ha nascosto magagne Juve. Una brutta statistica. Che impressione 150 mln in panca. Non digerisco una cosa di Allegri. Mercato e colpo da piazzare. Io sto con Gigi
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

OMAR DYBALA

Adesso , dopo Genoa-Juventus, nella gara nella quale Paulo Dybala si è portato a casa il pallone dopo aver siglato un tripletta,è certificato. E' assodato quanto qualche mese fa  avevo ipotizzato: Omar Enrique Sivori si è reincarnato in questo strepitoso giocatore. Proprio non ce la faceva l'angelo dalla faccia sporca a restare, lassù solo ad osservare. E allora chissà a chi a rotto le scatole, ma alla fine ce l'ha fatta: il Grande Architetto deve avergli concesso il permesso. Non so come funzioni da quelle parti, ma vedendo quello che sta accadendo da noi, devo ritenere che il “permesso“ sia stato totale. Tre gol: due (il primo e il terzo) alla Sivori. Sotto-misura addirittura di piatto col destro. E poi il sinistro velenoso dal limite cogliendo una angolazione che solo Dybala aveva visto. Il rigore vincente è stato un capolavoro balistico. Ma anche la certificazione di una strapotenza tecnica e mentale. Tirare di forza un rigore nel sette significa mandare un segnale preciso agli avversari: faccio quello che voglio.

Ma pur fantastico, soprattutto per i tifosi, il pomeriggio di Genoa, pur con quella tripletta non sarebbe bastato ad investire Dybala con le stigmate che furono del Cabezòn.

C'è voluta una azione da vedere e rivedere, roba per palati fini. Dybala che conquista palla a settanta metri dalla porta avversaria: addosso ne ha tre. Come abbia fatto lo sa solo lui, ma con una magia li scherza in dribbling tutti e tre, esce palla al piede dal pressing genoano e d'esterno innesca la corsa di Cuadrado più solo di un frate trappista nel deserto. Ma quello la spinge malamente, si allarga, perde il tempo per servire Higuain fino a confezionare un inguardabile cross per la testa di un Mandzukic che pur abile con la cabeca e dotato di discreta elevazione su quel pallone non sarebbe arrivato neppure con i garretti del Dottore, Julius Erving.

Ma che roba quel dribbling!.

 Con la maglia numero 10 sulle spalle, Dybala sta giocando come mai aveva fatto finora. Con una abilità, una freddezza, una maturità che lo faranno presto - io credo- diventare il più forte del mondo. E allora lo spirito di Omar Sivori, potrà tornare lassù a giocare e a scontrarsi con i tanti avversari che hanno avuto la malasorte ma anche il privilegio di marcarlo quando erano in vita. Allora, quando Paulo Dybala, roba del genere la farà vedere  stabilmente anche contro Inter, Milan, Napoli, Roma Real e Bayern (contro il Barcellona lo ha già fatto) e Psg, come è in grado di fare, allora sarà solo e solamente Paulo Dybala: senza confronti e senza paragoni. Se lo farà diventerà il più grande di tutti. Il più grande numero 10 che la Juventus abbia mai avuto. Ci sono giocatori che con quel numero sulle spalle sarebbero andati in confusione. Per Dybala quel numero sembra una vitamina, uno sciroppo da Supereroe.

La grande condizione di Dybala, ha  fatto mettere sotto al tappeto le magagne dell'attuale Juventus.

Condizione approssimativa, motore che gira a tre cilindri, alcuni giocatori con le gambe imballate. E ancora una volta contro il Genoa un avvio da incubo. Non voglio dare giudizi sui singoli in negativo. Ma la statistica dice che la Juventus ha fallito 113 passaggi: c'è tanto da lavorare. Tantissimo. Ha fatto impressione – lo dico senza remore ad Allegri – vedere in panchina 150 milioni, mentre la squadra maledettamente stentava. Io questa storia del “noviziato“ imposto da Allegri non la digerisco. O uno è in condizione e allora gioca. O non lo è e sta fuori. Questa storia che gente come Costa, Bernardeschi, Matuidi debba prima capire “dove è arrivata“, io ho difficoltà a comprenderla. Tra l'altro con Matuidi la Juve ha trovato finalmente uno che recupera palloni come faceva Vidal. E per quei 14 minuti in cui ha giocato a me Bentancur è piaciuto: moltissimo è piaciuto. Ora c'è la sosta. Allegri dovrà riflettere (e con lui la società) sul fatto che al netto dei due gol subiti, la difesa è apparsa a lungo di burro: i genoani “entravano“ troppo facilmente. Di testa e di piede. E - mia impressione - la coppia Chiellini- Rugani non pare compatibile. Entrambi ottimi in marcatura, hanno bisogno di un “tutor” che li disciplini e ne comprenda le intenzioni.

Lasciamo stare Bonucci: proprio a Genova, la scorsa stagione si esibì in una delle sue “bonucciate“. Alla Juve serve uno che in difesa sappia dirigere il traffico, visto che neppure Pjanic riesce per ora a fare quello che sapeva fare Pirlo. In attesa che Bentancur si cali nella parte, Marotta dovrà cercare di piazzare il “colpo“ in difesa prima del gong di fine mercato .

Del quale non parlo stavolta, perché  – ha ragione Marotta- è troppo lungo e francamente ha sfinito. Giovedì notte si chiude e vedremo.

IO STO CON BUFFON

Lo avevo anticipato e puntualmente è successo: l'ermafrodito tecnologico non ha sminuito le polemiche. Anzi: le ha aumentate. Con un senso di smarrimento collettivo. A Genova e a Roma la Var ha toppato. A Benevento ha strozzato in gola la gioia di un pubblico che aveva assaporato il primo gol storico della sua squadra in rimonta al 98' .

Sono “sante“ le parole di Gigi Buffon: un eterno campione che diventerà un grande dirigente.

“Così non è più calcio“ ha detto Buffon . Esatto Gigi: così è solo una grigia declinazione tecnologica. Che sminuisce l'arbitro, messo sotto tutela dall'occhio elettronico. E da altri quattro occhi “umani“ ai quali ancora non basta per non sbagliare. A Genoa il rigore assegnato ai rossoblu è un rigoretto. Ma il gioco andava fermato essendo l'azione viziata da un evidente fuorigioco. Non visto, non esaminato, né dagli assistenti (grave), né da Banti (meno grave) né dai  “varisti“ (gravissimo) . Una giornata e tre partite : già una valanga di cazzate tecnologiche

.Ma tutti a dire: “ma che bello che non ci siano proteste, ma che bello che anche il pubblico accetti. Ma che bello questo clima di suspance in attesa della decisione della Var e dei suoi cavalier serventi. Ma per favore.

La Var così come è stata concepita è una boiata pazzesca. Ha detto Buffon: “ Accettate gli errori. Fanno parte del gioco . E siate sportivi. Sia che si vinca, si perda o si pareggi. Lo dico  dandomi la zappa sui piedi: nella scorsa stagione la Juve ha avuto tre rigori a favore. Se il ritmo Var continuerà così, a fine torneo potrebbe averne (a favore) 55“ .

Parole sante. E voi pensate che con 55 rigori a favore non ci sarebbero polemiche?

Ridateci il calcio che conosciamo. La Var, così come è stata concepita e viene applicata è un protervo mostriciattolo che - tra l'altro - non aiuta gli arbitri a crescere. Senza l'ermafrodito a Genova , Banti probabilmente non avrebbe concesso alcun rigore. E a mio parere avrebbe fatto bene. Il primo perché viziato da tre consecutivi errori. Il secondo perché la distanza tra il braccio del difensore e il tiro di Mandzukic è minima. Tanto che il croato non aveva neppure protestato .

Sapete cosa penso? Che se c'era un possibilità che Gigi Buffon a fine anno non smettesse di giocare, la Var probabilmente accelererà la sua volontà di lasciare.

Ha ragione Gigi : questo non è più calcio. E' altra roba. Una brutta roba.