SOTTOBOSCO - Brutta Juve, la coperta è corta. Politano-Carrasco: boatos. Da Bologna il rinforzo giusto, ma non subito. La Procura della vergogna. Ragazze di ferro

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
28.01.2018 01:45 di Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO -  Brutta Juve, la coperta è corta. Politano-Carrasco: boatos. Da Bologna il rinforzo giusto, ma non subito. La Procura della vergogna. Ragazze di ferro

LA PROCURA DELLA VERGOGNA

Nella giornata della Memoria un evento televisivo, spicca. Il termine “evento“ non è esagerato. Il documentario di Matteo Marani “1938: lo sport italiano contro gli ebrei“ ripercorre senza retorica una pagina nerissima della storia italiana. Quella della discriminazione contro i “giudei“. Le disgustose leggi razziali volute da Benito Mussolini e promulgate dal re Vittorio Emanuele III. Quel re, le cui spoglie, “per motivi umanitari“ - ha spiegato il presidente della Repubblica, Mattarella - sono recentemente rientrate in Italia.

 A Trieste, nel 38', il Capovocione era stato categorico: “L'ebraismo è un nemico irriconciliabile per il fascismo“.

Il lavoro di Marani in onda su Sky ha il pregio di attenersi alla Storia: anzi alle storie. Quelle semisconosciute o peggio, dimenticate, degli Arpad Weisz, degli Erno Erbstein: di Leone Efrati e di tanti altri. Uomini e donne:  atleti, allenatori, dirigenti . Gente di sport umiliata dal Coni. Quel Coni che illustrava la sua disonorevole collaborazione “attraverso la Federazione dei Medici Sportivi, all'Istituto di “bonifica“ (!) umana della razza“ .

Un lavoro ,quello di Marani, prezioso. Che andrebbe proiettato (a beneficio di generazioni che ignorano e alle quali in pochi hanno raccontato) in tutti i licei e le università italiane .

Memoria significa, innanzi tutto, conoscenza .

L'avariata farina dei dirigenti sportivi dell'epoca, “coperti“ da firme illustri del giornalismo italiano: Matteo Marani fa parlare i documenti. Carte che inchiodano l'Italia a una pagina lurida della sua storia.

Andava così, in quella stagione. Prima di diventare democratici, uomini insospettabili scrissero che “era lecito gasare gli ebrei“. Altri, simboli per i propri partiti dopo il 1945, avevano negli atenei insegnato mistica fascista. 

Aldo Grasso sul “Corriere della Sera“, parlando dell'ottimo lavoro di Marani ha chiuso con queste parole: “Dopo che i tifosi della Lazio hanno attaccato adesivi antisemiti con l'immagine di Anna Frank in maglia giallorossa, il Tribunale della Figc ha multato la società di Lotito per 50.000 euro. Che vergogna!“.

Il Procuratore Federale, in questo caso, non ha presentato ricorso, non ha tuonato, non si è indignato . La sua solerzia, il suo proverbiale attivismo, narcotizzati.

Perché gli adesivi erano “ minuscoli “ .  E perché , secondo qualcuno, quel gesto non era razzista. Non era antisemita. Era una “ goliardata “ da Derby .

Vergogna viene dal latino “verecùndia”. Significa: “turbamento dell'animo per cose che ci apportino disonore“. I sinonimi sono numerosi. Ma uno solo rende pienamente l'idea di quel “vergogna“, scritto da Grasso:  infamia. 

UNA BRUTTA PARTITA

La Juve che vince a Verona con il Chievo, vince una gara complicata e brutta. Complicata anche da propri demeriti: lenta, involuta, mai in pressing. Brutta nella sostanza e nei risvolti. Il Chievo “che impazzisce“ con falli più plateali che rudi (Bastien). Con Cacciatore che sarà (pesantemente?) squalificato per essersi esibito in  una reazione alla Mourinho (manette) stupida e inopportuna. Chievo in nove, chiuso in area,  nel contesto di un piano partita votato fin dall'inizio all'ipotesi del pareggio. A calcio bisognerebbe giocare in due. Il Chievo non l'ha fatto, ma questo non giustifica la prestazione della Juventus.

Questione di carichi di lavoro, nella “ripresa” invernale? Può essere: le squadre di Allegri cominciano a correre a metà febbraio. In questo caso la Juventus dovrà cercare di risolvere i suoi problemi ( fisici o mentali che siano) in pochi giorni. La Coppa Italia incombe. E l'Atalanta contro il Sassuolo ha dato un dimostrazione di tecnica, salute, fluidità di corsa e schemi. Magari il tipo di “ripresa” di Gasperini è diverso da quello di Allegri. Ma anche l'Atalanta al netto della Coppa Italia ha un impegno di spessore in Europa League.

Madama riprende la testa della classifica. Vedremo oggi se prima per una sola notte, dopo Napoli-Bologna .

C'è un altro aspetto,  piuttosto, da valutare: le rotazioni corte di Allegri. Sia a centrocampo che in attacco. Gli infortuni di Dybala, Cuadrado, Marchisio, Matuidi (tenuto a Verona precauzionalmente in panchina) fanno corta la coperta bianconera .  Con un Mandzukic in difficoltà fisica e un Bentancur sparito dai radar dopo un avvio di stagione strepitoso. Col senno di poi, Pjaca, adesso sarebbe servito. Ma Pjaca è stato prestato in Bundesliga, prima che Dybala e Cuadrado si infortunassero. Marotta ha spiegato che la Juventus non opererà sul mercato di riparazione. Io gli credo. Politano e Carrasco sono boatos. L'uomo che per l'improvvisa carestia servirebbe è Verdi. E non è detto che a giugno non possa arrivare. Ma a giugno. Non adesso. A meno di clamorosi ed inattesi sviluppi nelle ultime ore, la Juventus resterà come è .

Ci sono anche le buone notizie: un solo tiro in porta da parte del Chievo. Madama nelle ultime 13 gare ufficiali ha preso un solo gol. La sicurezza di Benatia. La condizione in crescita di Pjanic e Khedira (gran gol) . Il Pipita che torna a timbrare il cartellino (mia impressione è più veloce, ma la cura dimagrante sembra avergli tolto potenza nel tiro). L'ennesimo guizzo vincente di Bernardeschi che porta al gol di Khedira.

PROVACI ANCORA, GIGI 

Tante cose: a Bergamo tornerà tra i pali Gigi Buffon. Che certamente vorrà onorare i suoi primi quarant'anni nel migliore dei modi. Cosa farà, a fine stagione, non lo sa, oggi, neppure lui. Qualsiasi cosa farà , io reputo , sarà da Buffon. E non riesco immaginare un Buffon lontano dalla Juventus. Per il momento, ha ragione Allegri: pensi da giocatore quale ancora è. Da campione, quale sempre sarà. Pensi, assieme a suoi compagni a portare Madama al settimo titolo di fila e a Kiev. Là dove  potrebbe avere un appuntamento col destino. Un appuntamento che potrebbe ripagarlo dell' amarezza per la fallita partecipazione al Mundial. Se posso permettermi un consiglio, Gigi chiuda la televisione, stacchi la radio, non compri i giornali. Un televideo può bastare. E studi il percorso di   una sola strada: quella che porta in Ucraina.

Road to Kiev. A Kiev Gigi potrebbe afferrare quello che a lungo ha inutilmente inseguito. Il trofeo che ancora gli manca. Provaci ancora, Gigi .   

SUPERAGAZZE

La Juventus femminile vince anche la gara più ostica della stagione, quella contro il Tavagnacco nella cornice della Dacia Arena di Udine alla presenza di 6000 persone.

 Possono trovare una avversaria di caratura e spigolosa. Possono giocare un match a tratti sottotono. Possono andare sotto per una rete. Ma queste ragazze sono toste: non mollano mai . Ne hanno giocate 11 e le hanno vinte tutte.

Solo dall'inizio della stagione ho cominciato a seguire il calcio femminile: una bella sorpresa. La Juventus ha ottime individualità. Ragazze con piedi che certi maschi si sognano . Segna spesso Bonansea, una fanciulla longilinea che ha tecnica e gamba . Ma ce n'è una in mezzo al campo che lavora come una grande mezz'ala. Come le mezze ali di una volta, in serie A. Si chiama Rosucci, bionda, instancabile, armoniosa nella corsa : recupera palloni e va negli spazi. Ogni tanto la mette pure dentro. Ma soprattutto, queste ragazze sono una squadra, ben allenata, ben messa in campo. E con un carattere di ferro. Guardatele: le apprezzerete. E vi divertiranno.