SOTTOBOSCO - Andrea Agnelli pensa in grande: ha tre obiettivi. I piani in vista del 2023. Nascerà un Dream Team (e forse anche un nuovo stadio). Col senno di poi, Ancelotti non avrebbe accettato proposta Napoli

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
06.01.2019 00:51 di  Andrea Bosco   vedi letture
SOTTOBOSCO - Andrea Agnelli pensa in grande: ha tre obiettivi. I piani in vista del 2023. Nascerà un Dream Team (e forse anche un nuovo stadio). Col senno di poi, Ancelotti non avrebbe accettato proposta Napoli

Recita la più recente vulgata che la Juventus, ormai, “annoi“. Vincente, “noiosa“, insultata. 

Nel calcio le parole sono pietre: cementate dai pregiudizi. I quali, spiegava Voltaire parlando di fanatismo: “sono i re del volgo “ . 

La “dittatura“ non è arrivata all'improvviso.

E' stata costruita dalla sofferenza di una retrocessione, dalla revoca di due scudetti. Dalla beffa di vederne uno regalato alla più “indigesta“ delle avversarie.

La “dittatura“ è arrivata dopo stagioni fallimentari. Dopo il doppio-pesismo della giustizia sportiva . Dopo l'ignavia del Palazzo calcistico. 

 Nella convinzione ( di quanti nel frattempo trionfavano e si indebitavano) che la Juventus non si sarebbe mai più risollevata . 

Invece no. Con la presidenza di Andrea Agnelli è tornata a vincere.  

 Si è mossa come una azienda: i conti, i “modelli“, una nuova immagine, gli accordi commerciali, la diffusione del marchio. Rivoluzione portata avanti, stagione dopo stagione. 

 Reputo che se  Ancelotti avesse avuto la sfera di cristallo non si sarebbe avventurato dalle parti di Posillipo. Se avesse potuto ipotizzare Ronaldo in bianconero, probabilmente non avrebbe accettato la proposta del Napoli .

L'acquisto di Cristiano Ronaldo rappresenta la punta dell'iceberg. 

Ma ad osservare il fenomeno Juventus si comprende che il più grande cambiamento (prima dell'arrivo del fenomeno portoghese ) è stato quello di dotarsi di un nuovo logo. La doppia J diventata brand . 

Per un mese il focus sarà sul calciomercato. Continueranno ad impazzare i nomi di Ramsey, Romero, Trincao, Tonali, De Ligt, Isco, Pogba, Mancini, Barella, Chiesa, Piatek, Mbappè. Qualcuno arriverà, qualcuno ( come Todibò ) sceglierà altre destinazioni.

Chiunque arriverà, la Juventus continuerà a crescere. Rinnovandosi, investendo, immettendo qualità. 

Andrea Agnelli ha tre obiettivi: vincere, avvicinare il fatturato della Juve a quello dei top club, arrivare al 2023 ( presumibile data d'inizio della Superlega ), preparato.  

 Chi arriverà a quell'appuntamento più attrezzato sarà in grado di dominare. Il calcio come finora lo abbiamo conosciuto è destinato a cambiare : radicalmente.

Non ci sarà più il fascino di Davide che con una fionda abbatte Golia. Ci sarà il fascino dei Titani che (ripetutamente) si scontrano tra di loro.

Mi avventuro in una  "profezia“. Se La Juventus vincerà la Champions, il primo pensiero potrebbe non essere rivolto a De Ligt o a Pogba.

Potrebbe essere rivolto alla costruzione di un nuovo stadio.

L'Allianz potrebbe essere ampliato, ma la Juventus avrebbe il problema di trovare una nuova casa durante i lavori . Andrea Agnelli ha detto che un nuovo stadio non è (per ora) una priorità. Ma dovessero Ronaldo e compagni vincere la Coppa dalle Grandi Orecchie, potrebbe diventarlo . Per due motivi.

 Il primo: molti più di 40.000 sarebbero attratti dalla possibilità di vedere Pogba o Mbappè accanto a Ronaldo.

Il secondo: non potrebbe sottrarsi una Juventus con l'ambizione di diventare una delle prime (se non  la  "prima“) nel mondo, alla necessità di avere un impianto da almeno 60.000 posti. Un impianto in grado di poter ospitare una finale. Di Champions o di Superlega.