Se il rimpianto è il bravissimo Locatelli. Difesa a ranghi forzati, Under 23 come risorsa finché si può

17.11.2020 00:00 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Se il rimpianto è il bravissimo Locatelli. Difesa a ranghi forzati, Under 23 come risorsa finché si può
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Piccola premessa. Chi scrive è un estimatore di Manuel Locatelli, che al Milan ha fatto cose migliori di quante non gliene venissero accreditate e al Sassuolo sta finalmente sbocciando. Anche in Nazionale, ché contro la Polonia è stato tra i migliori di un centrocampo azzurro tanto bello da far sperare in bene e meglio per il futuro. Fatta la premessa, a oggi il rimpianto sul mercato di molti tifosi bianconeri pare essere il (giovane) centrocampista neroverde. E questo dice un paio di cose.

In primo luogo, che non c’è margine per dei giudizi equilibrati. Alla Juventus manca un play ed è un fatto innegabile: se sia per scelta o perché l’obiettivo sia stato mancato, è tutto ancora da capire. Però qui si sta parlando di un centrocampista (forte, conviene ribadirlo) con esperienza poca o nulla, inferiore a quella di qualsiasi altro centrocampista a disposizione di Andrea Pirlo. E quindi piano nel cercare salvatori della patria altrove: giocare nella Juve non è la stessa cosa che giocare nel Sassuolo. Senza nulla togliere alla bellissima realtà emiliana.

In seconda battuta, che il centrocampo resta il grande cruccio della Vecchia Signora. O almeno, di chi la guarda da fuori, con occhi più o meno appassionati. A ben vedere, è così da almeno due anni, e la sensazione è che quel che si è fatto non sia stato finora abbastanza per rinforzare il reparto nevralgico di qualsiasi grande squadra. Anzi: negli anni si è assistito a un progressivo depauperamento tecnico di quel settore, fino ad arrivare alla realtà odierna, in cui ci sono quattro (buoni) personaggi ancora in cerca d’autore. E quindi, in sintesi: il rimpianto di Locatelli si può capire come ruolo. Attenzione, però, a pensare che l’erba del vicino sia sempre più verde e pronta. Quanto all’operato sul mercato, giudizio sospeso sui centrocampisti di oggi, ma qualcosa sembra mancare ancora. Per la cronaca, non immaginatevi grandi stravolgimenti a gennaio: tra crisi economica e abitudini societarie, difficile vederne.

Nell’immediato, più che il centrocampo, preoccupa la difesa. Anche qui, qualche appunto lo si può muovere, ma ha da essere ragionato. Chi scrive pensava che Rugani potesse essere utile, ma è anche abbastanza oggettivo che negli anni a Torino non sia riuscito a imporsi come pure le sue qualità (in potenza e forse mai arrivate all’atto) gli consentissero. Ragion per cui serve cautela nel bollarne la cessione come prematura e avventata: gli infortuni capitano, e se col Cagliari la Juve sarà costretta a buttare dentro dal primo minuto il rientrante De Ligt, sarà anche e soprattutto per fatalità. Che si poteva prevedere, ma non è un peccato capitale.

Discorso diverso se guardiamo all’impiego dei giovani di casa Juventus negli anni. Pressoché nullo, ed è per questo che i bianconeri hanno una rosa costantemente ridotta all’osso da qualche stagione. Nel lungo periodo, credere in misura maggiore nel vivaio sta diventando sempre di più un’esigenza. Nell’immediato, l’Under 23 di mister Zauli ha più di un ragazzo che, seppur acerbo, potrebbe aiutare la prima squadra a sopperire all’emergenza. Finché si può, perché questa è una stagione fatta di andirivieni dall’isolamento dei rispettivi gruppi squadra, aggregarne uno o due in pianta stabile ai grandi potrebbe, anche a costo di indebolire per un po’ la seconda squadra, aiutare a uscire da un momento complicato.