Pjanic e la svalutazione, in Spagna si viaggia con la fantasia. Caccia alla ripresa: quanti vogliono davvero ripartire?

19.05.2020 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Pjanic e la svalutazione, in Spagna si viaggia con la fantasia. Caccia alla ripresa: quanti vogliono davvero ripartire?
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Pjanic, 25 milioni, De Sciglio per Semedo. Se non basta, Paratici può inserire Cristiano Ronaldo nell’affare del millennio. CR7 è ironia, il resto no, perché in Spagna ne parlano davvero. Cifre e scambio che la Juventus, in questo momento, non sta davvero prendendo in considerazione. Il canale col Barcellona è aperto sì, ma per Arthur, che si dichiara innamorato del blaugrana ma sotto sotto strizza l’occhio al bianconero. Per Pjanic, senza una iper-valutazione di Semedo che sta solo nel bilancio del Barça. Anche perché, la Vecchia Signora di inserire soldi in questa trattativa non ha grandissima voglia.

Due discorsi da fare: uno sulle voci pazze di calciomercato. Non sappiamo quando, dove, come e con quali soldi si svolgerà, eppure viaggia già a mille. Attenzione a credere a tutto: Madama cambierà, in diversi ruoli, ma questa è ancora fase di studio, mica di finalizzazione. Lo sarebbe stato, per carità, senza il Covid. Ma, dato che è successo quello che è successo, c’è ancora da aspettare per arrivare a eventuali fumate bianca.

L’altro ragionamento ha un nome e un cognome: Miralem Pjanic. È sulla lista dei possibili partenti, magari non dei sicuri come Higuain o Rabiot. Siamo sicuri che la Juve se ne possa privare così a cuor leggero: ragioni economiche suggeriscono di sì, ragioni tecniche un po’ meno. In un centrocampo che, a detta di molti, è stato un piccolo neo nella stagione dei ragazzi di Sarri finora, ci sono diverse pedine da cambiare e diverse posizioni da rinforzare. Proprio il bosniaco, sarà magari per una questione di gradimento personale di chi scrive, ci sembra che debba essere venduto, se così sarà, con grandissima attenzione. Registi così, con quella qualità, al netto di qualche (ingenerosa) critica, è difficile trovarne in giro per l’Europa.

iTutti a caccia della ripresa. Un giorno vicino e l’altro lontana. Il CTS non ha ancora esaminato il protocollo redatto in fretta e furia della Lega Serie A. Redatto, precisiamo, dopo che quello precedente non andava più bene. Chi l’aveva scritto? In sostanza, la Serie A. Splendori e miserie del gioco del calcio. E di chi lo guida. Se sarà ripresa o meno, non lo sappiamo. La FIGC ha sospeso i campionati fino al 14 giugno, ma è un atto formale perché lo impone il DPCM in vigore fino ad allora. La mediazione potrebbe portare alla modifica dell’atto normativo e di conseguenza dello stop della Federcalcio, che è stato solo un passaggio dovuto. Ma la vera domanda è un’altra: quanti squadre vogliono davvero ripartire? Sottovoce, continuano a circolare dubbi, incertezze, contrarietà. Non fosse per i diritti TV, sarebbero davvero pochissime. Se i club avessero la certezza di risolvere questa questione, probabilmente nessuno vorrebbe davvero ripartire. Oggi dobbiamo farci i conti, domani possiamo cambiare un modello organizzativo, normativo, economico, che ci costringe a ragionare solo di soldi. E per favore, vogliamo tutti ripartire perché un’industria che si ferma fallisce. Però non parlateci di bellezza della Bundesliga: il campionato tedesco senza tifosi ci parla di soldi, ma non di spettacolo e di passione. Per quelli, purtroppo, dovremo comunque aspettare di aver sconfitto davvero questo virus bastardo.