Non è bella, ma balla. La Juve vince, dopo il Napoli: qualcuno lo spieghi a Sarri. La settimana delle polemiche sterili. Balotelli alla Juve? Ambo!

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
23.01.2018 01:15 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Non è bella, ma balla. La Juve vince, dopo il Napoli: qualcuno lo spieghi a Sarri. La settimana delle polemiche sterili. Balotelli alla Juve? Ambo!
TuttoJuve.com

Balla, ma non è bella. La Juve batte il Genoa senza brillare, ma nella scelta tra vincere e convincere ha quantomeno ben chiare le sue priorità. Cioè vincere, anzitutto. Non serviva chissà quale risposta a un Napoli che con l’Atalanta ha faticato: la Juve ha preso i tre punti, ha vinto una partita che comunque ha raccontato una storia a senso unico, ha ampliato il distacco con il terzo posto. Ha fatto il suo dovere, e ora deve continuare a crescere. La lotta per lo scudetto è ormai ridotta a una corsa a due, e lo dico con la consapevolezza di aver indicato l’Inter come sfidante credibile. Cosa che gli ultimi risultati paiono ormai smentire del tutto: si sbaglia, ce ne faremo una ragione.

La corsa scudetto a due, però, negli ultimi giorni sembra pure diventato il pretesto per dire qualsiasi cosa. Giorni di polemica per una mezza frase di Marotta, che a domanda risponde commentando un ipotetico scenario di mercato (Politano al Napoli, sì o no). Dagli a Marotta, controlla il mercato del Sassuolo. L’abbiamo letto davvero. Come se un uomo che si occupa di calcio, e di mercato, non possa dire la sua su una questione di calcio, e di mercato. Che Politano vada o meno al Napoli, francamente, penso che a Marotta interessi davvero poco. Se, con il massimo rispetto (massimo, davvero) per un ottimo calciatore come Politano, si pensa che possa cambiare le sorti della lotta scudetto, forse siamo fuori strada. Come, per rimanere dalle parti di Napoli, nel caso di Maurizio Sarri. Ottimo allenatore, certo, ma la comunicazione lascia a desiderare. L’anno scorso si lamentava della Juventus che giocava dopo il Napoli, ora della Juventus che gioca prima del Napoli. O forse è il contrario, non è chiaro. Sarri, con tutte le sue qualità, ha il difetto di dire quasi sempre quello che pensa. E, come tutti gli esseri umani, può anche pensare qualche fesseria. O magari dirla per amore della propria squadra, del proprio progetto. A livello umano posso anche capire, ma mi sembra che sia una polemica meno che sterile. C’è pressione nel giocare prima, c’è pressione nel giocare dopo. E non c’è nessun cattivone che decide gli orari delle partite in base alle esigenze di questa o quella squadra. Anche perché, confrontando le dichiarazioni attuali di Sarri con quelle dell’anno scorso, non si capisce davvero cosa sia meglio e cosa no. 

Mercato, siamo a poco più di una settimana dal gong e dobbiamo parlarne. Anche se la Juve dorme sonni cheti, da questo punto di vista. Lavora per l’estate, per quanto possibile perché poi tutto passera da Kiev, se per caso ci si passerà. Per Emre Can è già tutto deciso, ma in bianconero si gioca a nascondino per non bruciare i tempi. È stato però il giorno della clamorosa indiscrezione su Mario Balotelli. In pratica, in Inghilterra hanno preso dei bussolotti con i nomi di alcune squadre, altri con quelli di alcuni giocatori, e dall’estrazione è arrivata la bomba di mercato. Smentita, per tante ragioni. Parere personale: sono fra i pochi (pochissimi?) che Balotelli alla Juve lo prenderebbe di corsa. Bene o male, resta il miglior attaccante italiano, per quanto questa la dica lunga. Però, pareri personali a parte, non è un’idea di mercato della Juve, non per ora e forse mai. L’ha rilanciato il Sun, che è un tabloid e soprattutto è noto per spararle grosse, spesso ben lontane dal bersaglio. Non si tratta di un giudizio negativo: è noto per la sua stampa scandalistica e sensazionalistica, ci ha costruito decenni di onorata e onorabile carriera. Però, ecco, meglio non prenderlo per oro colato.

È stato anche il giorno dei diritti tv. Quelli non assegnati, quelli della fumata grigia tendente al nero. La Lega Serie A chiede 1,05 miliardi di euro all’anno, le varie emittenti non si sono neanche avvicinate a quella cifra. E c’è un miliardo di ragioni perché le cose stanno andando così. La Lega fa bene a non svendere il proprio prodotto, ma stiamo parlando di qualcosa che vale davvero molto poco. Stadi spesso mezzi vuoti, campi molte volte in pessime condizioni da vedere, troppe partite senza storia. La Serie A s’è smarrita per strada, e ora nessuno è disposto a pagare più di tanto per vederla. Forse conviene interrogarsi sul vero valore del prodotto, più che aspettare la manna dei diritti tv e poi dimenticarsi di ripagarla.