Moby Dick - L’ipocrisia nel non riconoscere la grandezza di Cristiano Ronaldo. Quando l’essere anti urta il talento puro. Pjanic 2023, il vero colpo dell’estate

Corrispondente "The Sun", autore di 9 libri. Autore e conduttore programma #Alvolante per AntennaSud. Vincitore Overtime Festival della Comunicazione del giornalismo e del premio Campione Odg Puglia
22.08.2018 07:19 di Alvise Cagnazzo Twitter:    vedi letture
 Moby Dick - L’ipocrisia nel non riconoscere la grandezza di Cristiano Ronaldo. Quando l’essere anti urta il talento puro. Pjanic 2023, il vero colpo dell’estate

Nel paese dei balocchi, quello delle revisioni facili e dei controlli superficiali, può accadere di essere pignoli sulle cose futili. Il calcio è una componente fondamentale dell’industria culturale moderna, fatta su superfici lisce e di anse per nulla pericolose. Eppure è facile scivolarci su, inciampando nella più deprimente considerazione sul rapporto fra minuti giocati e reti realizzate.

 

Il calcio non è matematica, come spesso ama ricordare Massimiliano Allegri. È più che altro una miscela di emozioni e talento, di irrazionalità e quiescenza di paura. Bollare Cristiano Ronaldo dopo una partita eccezionale in termini di azioni da gol, finalizzate a rendere miracolistica l’apparizione di Sorrentino allo stadio di Verona, appare per lo più un esercizio critico forzoso. Per certi aspetti nemmeno meritevole di particolare considerazione. 

 

Purtroppo, nel mondo reale, le “bolle”

speculative hanno il dono di rendere agitato anche il più calmo dei mari. Dimenticando come Cristiano Ronaldo non sia un calciatore ma una sentenza, ad ogni latitudine. La notizia del rinnovo di Pjanic accresce la volontà di rendere migliore la qualità futura di una squadra che andrà a migliorare, anno dopo anno, la propria nomenclatura. Lotta senza avere un grande fisico, verticalizza come se avesse una livella fra i piedi, Pjanic. 

 

È il regista di una Juventus che non può prescindere dalla capacità di tagliare e cucire il gioco, lanciando gli attaccanti davanti al portiere avversario. In quel ruolo, in quella porzione di campo nel quale il pallone scotta ed un secondo di attesa equivale ad un tempo di gioco perso, Miralem possiede il coraggio di chi conosce il “rischio d’impresa” nella gestione della palla. Eppure è sempre lì, il bosniaco. A ricercare la nota giusta in qualsiasi spartito sia richiesta la sua presenza. Il rinnovo sino al 2023 è l’ennesima conferma di un progetto costruito attorno all’estro un tempo indomabile del globe-trotter scappato dalla guerra in Bosnia. E non esistono detrattori in grado di tenere botta... 

 

 

CHI E' ALVISE CAGNAZZO - Alvise Cagnazzo (1987) è nato a Bergamo e vive a Bari. Giornalista, scrittore, autore e conduttore televisivo, è il più giovane vincitore del premio “Miglior giornalista di Puglia” sezione carta stampata -sport, istituito dall’Odg. È autore dei libri “Tutti zitti, parlano loro”, (2007), “Semplicemente Rafa” (2010) e, “Montero, l’ultimo Guerriero (2010) e, sempre per Bradipolibri, "Antonio Conte, l'ultimo gladiatore" (2011). Ha collaborato con Carlo Nesti. Ha condotto, per centosessantaquattro puntate, il programma televisivo “Parliamo di calcio”, in onda su Rtg Puglia in prima serata. Ha partecipato come opinionista tv a “Quelli che il calcio” su Rai 2 e “La giostra dei Gol” su Rai International. Ha collabarota con  Calcio2000, mensile nazionale e internazionale fondato da Marino Bartoletti, diffuso in trentadue paesi. Attualmente collabora con l tabloid "The Sun". Collabora con il giornale “Puglia”, fondato da Mario Gismondi, ex direttore del “Corriere dello Sport”. Collabora con “Il Riformista”. Editorialista per “Tuttojuve.com con la rubrica Moby Dick”. Conduce "#AlVolante" su Antenna Sud.  https://www.facebook.com/alvisecagnazzo.alvolante/