Marotta saluta, il nodo per il futuro è Paratici. La Juve di Agnelli ha un problema con gli addii

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
02.10.2018 00:30 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Marotta saluta, il nodo per il futuro è Paratici. La Juve di Agnelli ha un problema con gli addii
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Premessa, per essere chiari: la Juventus è della famiglia Agnelli e con la società di famiglia gli Agnelli, Andrea e non solo, fanno quello che ritengono più opportuno. Peraltro, negli ultimi anni non ci si può di certo lamentare, visti i risultati: come un'araba fenice, la Juventus è risorta ancora più forte dalle ceneri di Calciopoli e non era affatto scontato. Detto tutto questo, Marotta che saluta tentando senza grande successo di spegnere la fiammella della polemica certifica una cosa: che la Juve di Andrea Agnelli ha un problema con gli addii. A livello di grandi nomi, l'unico gestito davvero bene resta quello di Pavel Nedved, che infatti è rimasto. Aggiungiamo Buffon, che probabilmente tornerà. Sul resto, meglio stendere un velo. 

La lontananza di Alessandro Del Piero è ancora il caso più emblematico, ma anche l'abbraccio dello Stadium negato a Claudio Marchisio non è stato un momento felice. Come abbiamo scritto, il semplice salutarsi non deve diventare per forza di cose rottura, eppure continua a essere così. Che Marotta fosse in uscita era cosa nota da tempo; che l'affare Cristiano Ronaldo possa essere stato il punto di ritorno era chiaro dal momento in cui a presentare il portoghese vi fosse Fabio Paratici, da sempre uomo-ombra e vero deus ex machina dell'ad bianconero uscente. Che saluta senza sbattere porte, ma non certo tra strette di mano e abbracci. I motivi? Li spiegherà chi di dovere, magari. Per ora si rincorrono voci: i rapporti con Agnelli sono andati peggiorando col tempo, questo è un dato certo ormai. La fattibilità dell'affare Cristiano Ronaldo, a fronte della voglia del presidente di un colpo da 90, è solo una delle possibili spiegazioni. Da chi collega il gelo alle intromissioni nell'affare saltato Milinkovic-Milan (improbabile) a chi assicura che Marotta abbia già in progetto un ritorno in grande stile alla Samp per il suo futuro (vedremo, la destinazione italiana più semplice è la Roma, ammesso che sia un top club), si va di voce in voce. Certificata, quella sul tentativo di risolvere la questione con il ruolo di presidente FIGC. Tentativo fallito, un po' perché era una proposta impossibile e un po' perché era comunque un modo di mettere una toppa al buco. 

C'è un pizzico di rammarico per questi addii mal gestiti, e perché Marotta meritava di vivere fino in fondo il tentativo di vincere la Champions League, obiettivo conclamato di una Juve che punta a essere più grande di tutti. È un rammarico per il passato e forse inutile, dato che la Juve di Agnelli non migliorerà certo dall'oggi al domani nel gestire il momento dei saluti. Per il futuro, il vero nodo resta Fabio Paratici. Dall'uomo ombra di cui parlavamo potrebbe e meriterebbe di diventare uno dei volti della Juve smart che ha prefigurato il presidente. Non è il momento di togliere qualcosa agli anni di Marotta, e sarebbe francamente ridicolo cercare di sminuirlo: ha rifatto grande la Vecchia Signora, la sua firma è la più evidente sui sette scudetti nei sette anni, e anche sull'immagine internazionale che il club bianconero ha costruito in questo lasso di tempo. A livello sportivo, però, è l'ex difensore piacentino il segreto della Juve vincente. Sue le principali intuizioni, sua la capacità di capire dove intervenire e sua la costruzione di un team che dissemina dirigenti di altissimo livello in giro per l'Europa. Suo deve essere anche il futuro della Juve: perso Marotta, senza spendere ragioni o torti per partigianeria, la società non può fare a meno di Paratici, che piace eccome. In questo caso, non vi sono avvisaglie di un addio, anzi l'intenzione pare quella di fare di Paratici l'uomo forte, con Nedved e un'altra aggiunta (Uva o Carnevali, purché non oscuri Agnelli che di questa Juve vuole essere non solo portafogli ma anche volto). Vedremo. Con la certezza che va via un grande e la convinzione che la Juve abbia già trovato il petalo giusto nella margherita. 

Postille sullo Young Boys. E un po' di serietà: la Juve deve battere gli svizzeri. Poche alternative, il percorso è stato tracciato con la vittoria del Mestalla a cui va data soltanto continuità. La vera curiosità della sfida dello Stadium sarà l'assenza di Cristiano Ronaldo, fin qui sempre in campo. I bianconeri giocano meglio o peggio senza il portoghese? Difficile che una sfida contro un avversario così modesto possa dire qualcosa, molto di più ha detto il Napoli: CR7 ha fatto la differenza al primo big match e sarebbe già una bella risposta ai dubbi sul suo inserimento.