La Juve e quell'obbligo 80 punti. Il nuovo uomo mercato arriva da Bergamo? In estate foglie morte da potare e Fagioli come manifesto

12.04.2022 00:00 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
La Juve e quell'obbligo 80 punti. Il nuovo uomo mercato arriva da Bergamo? In estate foglie morte da potare e Fagioli come manifesto
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Dentro, fuori, chi lo sa. Alziamo le mani. La Juventus ha fatto di tutto per tirarsi fuori dalla lotta scudetto. Le altre fanno di tutto per ributtarcela dentro. Beate loro: nonostante tutte la difficoltà, la squadra che, dovendo correre per il tricolore, meno vorremmo alle calcagna sarebbe proprio quella bianconera. A sei dalla fine, meno sei dalla vetta che può diventare meno sette. Non fosse per le tre squadre da superare, ci sarebbe anche da crederci. Au contraire, probabilmente no, ma da qui alla fine Allegri & co hanno un solo vero obbligo morale: sei vittorie su sei. Chiudere a ottanta punti, poi quel che sarà sarà. Difficile, probabilmente impossibile che possano valere lo scudetto, resta l'unico messaggio possibile da mandare in vista della prossima stagione.

Radiomercato, nei continui spifferi sul futuro bianconero, tiene viva l'ipotesi di Giovanni Sartori come prossimo direttore sportivo della Juventus. Ex artefice del Chievo dei miracoli, in estate lascerà l'Atalanta che ha deciso di rompere - chissà se considerando bene i rischi - il dualismo magico con Gian Piero Gasperini. Dioscuro del tecnico di Grugliasco, dal 2014 in nerazzurro ha costruito le basi per quello che è successo nelle ultime stagioni. Un capolavoro ai confini del miracolo. Pare concreta la suggestione di vederlo al timone del mercato juventino, in un tandem con Cherubini che pare aver capito il principale errore del suo ottimo maestro Paratici: non si può fare tutto da soli.

Sartori o meno, l'ispirazione per la prossima estate della Vecchia Signora deve essere proprio quella che ha reso grande la Dea. Con le dovute proporzioni, perché a Torino non può fisiologicamente esservi quella libertà operativa e anche di sbagliare che invece a Bergamo ci si è potuti, con ottimi risultati, permettere. Sta di fatto che il primo passo è una corposa potatura. Difficile come tutte, dato che nel calciomercato, al capitolo vendere, il potere decisionale ce l'ha soprattutto chi dovrebbe offrire. Però, dato il sacrificio Dybala - indigesto a molti, compresi diversi compagni di squadra - l'unico seguito coerente è andare a sfrondare ulteriormente una rosa che ha dimostrato i suoi limiti. Uno su tutti: basta aspettare Adrien Godot. Alex Sandro è in flessione palese da almeno tre stagioni ormai, tra Arthur e McKennie ne va scelto uno che almeno possa essere utile da comprimario. Quanto a Kean: o ci si punta o tenerlo così, per fare da comparsa, è un torto al giocatore e alla squadra.

Il manifesto del nuovo corso? Nicolò Fagioli. Consapevoli di caricarlo di eccessive pressioni, ma a un certo punto questi ragazzi devono farci i conti o non diventeranno mai grandi. È cresciuto in bianconero e, senza farne un campione affermato, nel centrocampo di questa stagione avrebbe difficilmente sfigurato. Anzi. Ciclo verde è un termine privo di significato, specie per le big, soprattutto per la Juve: deve vincere, altrimenti saremmo i primi a criticarla. Però ci può arrivare attraverso un'altra strada, che affianchi un grande colpo (alla Pogba, per intendersi) a una più nutrita schiera di ragazzotti, buoni per il domani e anche il dopodomani. Non averlo sfruttato a pieno il proprio vivaio negli ultimi anni è uno dei principali peccati commessi a Torino: tra Kean - comunque poco valorizzato - e la generazione di Marchisio-Giovinco-De Ceglie vi è il nulla cosmico. Forse dire guardate Barcellona è un po' eccessivo e pretenzioso. Ma una sbirciata, almeno, la si potrebbe dare.