La giornata più noiosa della Serie A e il vero avversario della Juve. Tottenham, urna di Nyon benevola. Dybala da valore aggiunto a punto interrogativo? Caro VAR, la tecnologia non risolve tutti i mali

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
12.12.2017 00:30 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
La giornata più noiosa della Serie A e il vero avversario della Juve. Tottenham, urna di Nyon benevola. Dybala da valore aggiunto a punto interrogativo? Caro VAR, la tecnologia non risolve tutti i mali
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Un passo avanti e uno indietro? Veniamo dalla giornata più noiosa nella storia della Serie A, quindi sinceramente faccio fatica a considerarla e analizzarla. Che poi, in tutta onestà, sono uno di quelli che immagina lo 0-0 come la partita perfetta, e quindi mi dovrei essere pure divertito. Però che noia, non è stato proprio così divertente. Le ipotetiche grandi sorelle pareggiano tutte (la Lazio, siamo onesti, non lotta per lo scudetto) e per motivi diversi possiamo continuare a scrutare la classifica del dopo Napoli-Juve. Solo che nel mezzo c’è stata anche l’Inter, e quindi qualcosina dovrete pur leggere.

Le altre: partiamo da Napoli e Roma, ché il discorso è più semplice. I partenopei non sono in crisi, ma poco ci manca. L’idea di Sarri resta la più piacevole da vedere sotto diversi aspetti, ma resta anche pur sempre una e comunque sempre la stessa. E quindi, quando gli altri la capiscono, risulta un po’ meno efficace. Credo che il tecnico del Napoli stia palesando alcuni limiti e, leggendo le ultime uscite in ottica di un ipotetico futuro alla Juve (o su altra panchina blasonata), si stia giocando male le sue carte. Va bene giocare un grande calcio, ma penso che sarebbe anche utile farlo giocare a tutta la rosa, non a 12-13 elementi. Altrimenti saluti la Champions con largo anticipo e ti tocca l’Europa League, che puoi snobbare quanto vuoi ma qualche energia in più la toglie e in cambio ti dà molte meno soddisfazioni. La Roma, viceversa, ha pareggiato contro Sorrentino, più che contro il Chievo. Un mezzo passo falso ci può stare, ma credo che i giallorossi continuino a crescere, a essere molto sottovalutati, e in fin dei conti possano diventare un pericolo niente male. Se poi ci mettiamo un’urna benevola a Nyon, le motivazioni possono crescere a mille.

Chi un pericolo già lo è, con tanto di barbosa dimostrazione allo Juventus Stadium, è l’Inter. Ora, nelle puntate precedenti ho ammesso che della tattica preferisco se ne occupino i santoni di cui il web è pieno. Qualche considerazione la devo fare più per contratto che per reale convinzione, ma la partita mi piace vederla con pizza+birra e se ci scappa qualche gol, possibilmente nella porta giusta, mi diverto di più. Missione fallita per Juventus-Inter, però credo che questa partita abbia chiarito quale sia il vero avversario dei bianconeri. Allegri ha dato molto rispetto al Napoli, ma ne ha dato ancora di più all’Inter. Incentrare la partita sulla fase difensiva, se giochi al San Paolo, è una mossa comprensibile. Se invece giochi in casa, il ”prima non prenderle” è un comandamento che si potrebbe tralasciare. Allegri non l’ha fatto, e credo che abbia fatto bene.

Non vedo una Juventus ridimensionata dal confronto diretto, quanto una Juventus anzitutto più vicina alla testa della classifica di quanto non lo fosse venti giorni fa. E questo, con Napoli, Inter e una sfida decisiva di Champions League nel mezzo, mi sembra sinceramente un passo in avanti. Inoltre, credo che la Vecchia Signora stia continuando a lavorare sui propri difetti, leggasi i troppi gol presi, e che quindi aver limitato a zero le bocche di fuoco nerazzurre sia stata comunque una cosa positiva. Detto questo, qualche minuto in più a Dybala lo si poteva concedere, però non ne farei un dramma. La Juve non doveva perdere contro l’Inter, e non ha perso. Doveva uscire con un bottino positivo dai due scontri diretti in successione e ha ottenuto quattro punti. Si poteva fare di più? Si può sempre. Ma si poteva anche fare meno.

Quanto all’Inter, vi svelo un aneddoto. Da qualche tempo, sulla lavagna della redazione di TMW, campeggia una frase: “lo scudetto lo vince l’Inter, il Napoli non ce la farà mai”. L’ho detto io, e sinceramente ne resto convinto. Ci sono milioni di ragioni per cui la squadra di Spalletti mi sembra un avversario molto pericoloso del Napoli per la Juventus: la legge dei grandi numeri, l’assenza di coppe, una rosa che era competitiva già l’anno scorso e ora ha anche un allenatore. Alcuni sono dettagli, altri no, ma in un campionato fanno la differenza. Dal punto di vista dell’Inter, lo 0-0 dell’Allianz Stadium è senza dubbio un buon risultato. Consente di tenere la vetta, e comunque vuol dire essere usciti indenni dallo stadio di chi ha vinto sei scudetti di fila.

Veniamo al Tottenham, che è la notizia di giornata. Alla Juve, oggettivamente, è andata bene. Non in senso assoluto, ma la squadra di Pochettino era la seconda più appetibile nel novero delle prime classificate. Ciò premesso, la fortuna va aiutata, e quindi la Juve si deve meritare anche questo incrocio positivo. I londinesi sono comunque un avversario tosto, perché hanno un ottimo allenatore e due-tre giocatori davvero fenomenali. Non sono al livello di altre big, e in generale ho una scarsa considerazione delle squadre inglesi a livello europeo. Però con le inglesi di recente la Juve ha sempre perso di recente, e comunque in Champions finora ha claudicato. In buona sostanza, vi giuro che non lo volevo dire, ma guai a sottovalutare il Tottenham.

Detta la banalità di giornata, l’altro tema più o meno caldo (diciamo tiepido? Dopo uno 0-0 ci può bastare) è il momento negativo di Paulo Dybala. Le parole di Nedved penso che non facessero riferimento a qualcosa di specifico, però sono oggettivamente pesanti e forse sanno di addio prossimo, ma non mettiamo il carro avanti ai buoi. Il buon Pavel ha sempre vissuto il calcio in modo maniacale, e posso capire che un ragazzo argentino di 24 anni, anche senza episodi specifici, non lo viva nello stesso modo. Dybala però deve essere il valore aggiunto di questa squadra, e di recente non lo è stato. A inizio stagione pensavo a un processo di responsabilizzazione del ragazzo, iniziato con l’aver messo il numero 10 sulle spalle. Questo processo deve continuare, e lo stesso Dybala deve capire un paio di cose. Primo, che può anche non giocare una partita fenomenale, ma deve essere utile alla squadra. Del Piero, per fare il paragone più pesante che si possa fare, ha passato una stagione senza fare gol in movimento. Però calciava i rigori e li segnava. Riceveva palla e si faceva fare fallo, conquistando una punizione. Era determinante, senza essere al meglio della forma. È anche questa la qualità dei campioni. Quelli che hanno un potenziale, ma a volte non sono baciati dalla fortuna. È quello che anche Dybala deve fare: prendere di petto un momento più complicato, e dimostrare che può essere determinante per questa squadra in tanti modi diversi. Poi quel che fa la sera, sinceramente, può anche essere affare suo.

Chiudiamo con una rivincita tutta personale, quella contro il VAR, che personalmente non mi è stato mai simpatico. La nuova tecnologia può essere utile, aiutare, correggere delle storture. Però va usata dagli uomini, e gli uomini possono essere scarsi, o semplicemente sbagliare. Penso che Lazio-Torino ieri sia stata condizionata in maniera clamorosa dal VAR, e lo sia stato più di quanto non avrebbe mai potuto esserlo senza la fiducia cieca nella tecnologia. Le accuse di mala fede sono eccessive, ma ieri all'Olimpico abbiamo avuto la prova che la tecnologia non risolve tutti i mali. E che non si debba affidare tutto alla tecnologia, perché poi si smette di porsi delle domande. Sembrerà filosofia, ma il calcio è l'arte del terzo millennio e merita rispetto.