L'IMBOSCATA - Una morte violenta, il razzismo e la Signora di ferro. I verdetti saranno accettati? Gravina "interroghi" Pecoraro. Perchè quel presidente resta impunito?

28.12.2018 00:10 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Una morte violenta, il razzismo e la Signora di ferro. I verdetti saranno accettati? Gravina "interroghi" Pecoraro. Perchè quel presidente resta impunito?
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

C'è una vittima: un ultras interista, Daniele Belardinelli, investito da un suv a due chilometri dal Meazza prima di Inter – Napoli. Non è chiaro se investito deliberatamente o accidentalmente. Non ancora assodato chi fosse alla guida del suv. Quello che le autorità hanno appurato è che c'è stato un vero agguato: un centinaio di teppisti interisti (pare supportati da ultras varesini e addirittura del Nizza) con spranghe, bastoni e coltelli (un tifoso napoletano è stato ferito) hanno assalito alcuni pulmini della tifoseria partenopea in transito verso il  Meazza. 

Questi i fatti: gravissimi e inaccettabili. 

La morte di un uomo è sempre inaccettabile. Ma pare - lo scrivo con tristezza – che una vita spezzata, non sia la “notizia“.

La morte di Daniele Belardinelli è avvenuta prima di Inter – Napoli.

Durante (e poi alla fine della gara) un altro disgustoso fatto è avvenuto al Meazza. Una parte dello stadio ha insultato Napoli, i napoletani, invocato il Vesuvio (nei giorni, tra l'altro,in cui l'Etna sta seminando terrore), messo ripetutamente in croce Koulibaly: per il colore della sua pelle.  Razzismo? Anche razzismo. Non solo razzismo.

Un razzista è tale, sempre. Un razzista non odia solo i giocatori di colore degli avversari. Un razzista odia ogni uomo di un altro colore. Di un'altra fede religiosa. Di altre idee politiche. Un razzista odia gli uomini: senza esserne cosciente, odia se stesso.

Sosteneva Mark Twain: “Io non domando a che razza appartenga un uomo: basta sia un essere umano. Nessuno può essere qualche cosa di peggio“ .

Adesso che l'ennesima vittima è caduta, si pensano provvedimenti. Trasferte proibite ai tifosi interisti, curva chiusa al Meazza, i soliti daspo.

Tocca agli interisti. Ma gli ultras, come noto, sono una mala pianta con la quale sono costrette a convivere tutte le società. Perché? Perché in Italia non c'è (e mai probabilmente ci sarà) una Lady di Ferro. Lei ha cambiato il volto al calcio inglese: con misure inflessibili.

In Premier il tifoso del Chelsea che ha insultato Sterling è stato inibito - a vita - dagli stadi britannici.  Non si può o non si vuole, in Italia?

Giuseppe Pecoraro ha affermato che lui Inter – Napoli, dopo i cori l'avrebbe fermata. Replica di Nicchi: “Faccia il procuratore“ . Giusto per far capire il clima. 

Il campionato non si fermerà. Il Napoli, durante la gara aveva chiesto per tre volte di fermarla. Ma arbitro e questore non sono stati dell'avviso. Ancelotti ha minacciato di farlo alla prossima occasione, comunque, anche a costo di perdere a tavolino . 

Che fare? Fermare una gara, appare complicato: i rischi per l'incolumità degli spettatori nel caso, sarebbero enormi.

Ma fermarsi dopo una morte violenta (interessi economici, contratti, calendari nonostante), sarebbe stato il minimo. Anche per la morte di un ultras . Anche in un mondo dove il valore della vita (e non parlo solo del calcio) ormai è in saldo.

Una cosa importante, il presidente federale Gravina, peraltro l'ha detta: “I toni devono essere abbassati. Non saranno più tollerate dichiarazioni irresponsabili. Chi le fa sarà perseguito“ .

 Lo chieda Gravina al procuratore Pecoraro: perché, finora, non è intervenuto? In Premier se dici “birichino “ all'arbitro, vieni deferito.

Da noi ci sono presidenti arrivati ad affermare (impuniti) l'indicibile. 

 Un arbitro accusato di essere “malvagio e non equanime“. Preventivamente. Prima di una gara.  Questo presidente non è stato deferito. Nessuno ne ha auspicato la squalifica.

Essere responsabili. Ci sono docenti universitari, azzeccagarbugli, comici, capitani d'impresa, scrittori, cantanti e  politici, che “responsabili“ proprio non riescono ad esserlo. Si scrivono, si dicono, si veicolano, si diffondono le cose più infami. 

Adesso si arrovelleranno sulle parole di Tizio e di Caio. Su chi è “senza vergogna“, sulle giornate di squalifica ammollate a questo o a quel giocatore, sulle “responsabilità“, sui “ricorsi“, su come cambiare tecnologia e protocolli.

 Sono cominciati, come sempre, i “se”, i “ma”, i distinguo.

 Belardinelli presto sarà confinato nell'oblio dei cento altri morti da “tifo “ .

Due giornate di squalifica al Meazza. Una terza con la curva deserta.

 Due giornate a Koulibay e Insigne.

 Avranno il buon senso di accettare, per una volta, i verdetti, senza chiedere sconti?  

Vorrei vederli esecutivi i provvedimenti annunciati da Gravina. Giocatori e allenatori pagano. I presidenti, mai.  Ci spero, ma ne dubito. Troppe volte li ho sentiti “annunciare“. Mai li ho visti applicare.