L'IMBOSCATA - Pipita incavolato, Dybala ancora in gabbia (Allegri, che aspetti?), dilemma Douglas Costa. Più spazio a Bentancur e Berna, possibile cambio modulo. Pecoraro e la vergogna in undici punti. Tavecchio monarca? Var: tocca ferro

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
29.09.2017 00:30 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Pipita incavolato, Dybala ancora in gabbia (Allegri, che aspetti?), dilemma Douglas Costa. Più spazio a Bentancur e Berna, possibile cambio modulo. Pecoraro e la vergogna in undici punti. Tavecchio monarca? Var: tocca ferro
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

 VADEMECUM PER I LETTORI

 

Questa settimana ho fatto una scelta precisa. La vicenda Pecoraro-Agnelli-Biglietti  (per le abnormi richieste fatte da Pecoraro ma anche per la pilatesca posizione della Federazione nel dispositivo di primo grado del collegio giudicante), non va messa in frigorifero in attesa dell'appello.

Va discussa, analizzata. Soprattutto va detta la verità. Lascio ad altri i titoli ad effetto, lascio ad altri il giustizialismo da redazione. In questa rubrica si analizzano i fatti. Che hanno varie sfaccettature. Ci sono le cose assodate e ci sono le bufale. Ci sono le denunce e ci sono le omissioni. Ci sono i ricatti. Ci sono le persone perbene e ci sono quelle che perbene non sono.

A mio parere tutto questo, per una questione di merito e di principio è assai più importante di qualsiasi partita di calcio e di qualsiasi vittoria. Mi spiace quindi se tedierò qualcuno. Ma non intendo lasciare cadere un argomento che dovrebbe riguardare tutti, non questa o quella tifoseria, non questa o quella società. La questione è etica. La questione è di principio. Se la Juventus ha commesso illeciti va punita. Se la Juventus ha commesso irregolarità va solo multata. Non esistono le mezze misure. Non esiste la botta al cerchio e contemporaneamente alla botte come ha fatto il collegio giudicante.

E se qualcuno si è esercitato nel gioco delle tre carte, beh quella è una pratica da bari e da truffatori. Una pratica illegale. E non c'è barba di procura o di collegio giudicante che la possa far diventare legale .

 

JUVE:  CHE FATICA

 

Che fatica la Juve in Champions. Con molte scusanti. Pjanic che si scassa nella rifinitura: pura sfiga. Sturaro che sta studiando da terzino. Dybala ingabbiato (ormai dopo Cardiff lo fanno quasi tutti e chissà che prima o dopo Allegri non capisca che l'unica in questi frangenti è alzarlo in linea con il centravanti, smontandola la gabbia, perché solo un pazzo va a triplicare un giocatore a 20 metri dalla porta da difendere). Ma Higuain che di pura rabbia la mette dentro dopo 8 minuti di gioco partendo dalla panca è una buona notizia. Gli mancava la garra: la panca, le critiche (alcune giuste), l'esclusione dalla nazionale argentina hanno prodotto un Pipita incazzato: quello che serve alla Juve . Non aver preso gol è un'altra buona notizia per Madama. Male Cuadrado. E Costa  continua a non convincermi. Reputo possa essere devastante con grandi praterie davanti, ma quanti avversari concedono, in una stagione, praterie alla Juventus? Eppure con Guardiola, Costa   aggrediva gli spazi stretti. E' auspicabile si tratti solo di adattamento al calcio italiano. Ma non si tirino in ballo i sei mesi di Platini e Zidane: quei due  erano altra roba.

E' il girone eliminatorio:  anche il Barcellona passa a Lisbona grazie ad  un'autorete. Quindi è presto per tirare le conclusioni. Ma che fatica. I greci hanno fatto le barricate ma sono oggettivamente una squadra scarsa. Dovendo giudicare la Juve d'Europa oggi, uno sarebbe portato a dire: lasciate perdere, a Kiev non ci arriverete. E invece è proprio in annate così che magari può uscire la sorpresa. Resta la mia personale convinzione che a gennaio Bentancur sarà titolare fisso, magari costringendo Allegri a varare un centrocampo a tre. E resta sempre la mia personale convinzione che Bernardeschi meriti un minutaggio superiore a quello che oggi Allegri è disposto a concedergli. Ma in allenamento li vede lui: e se  questo continua a decidere, un motivo ci sarà.  Ah:  non scrivo una sillaba per Mario Mandzukic. Non ci fosse e non vestisse già la maglia della Juve bisognerebbe inventarlo. Non mi piacciono le iperboli (Icardi che vale 700 milioni) le lascio a Spalletti. Ma Eupalla  cara, quanto mi piace la bestia croata: insostituibile . 

Ho toccato con mano la gioia dei tifosi per la vittoria nel derby. Anche se personalmente avrei preferito che la gara finisse 11 contro 11 per testare la vera condizione di Madama in parità numerica .

Consiglio a Sinisa: lasci perdere la storia del pueblo e dei padroni. Andava bene ai tempi di Giagnoni e di Radice. Adesso fa ridere. Il Torino ha un grande presidente, uno dei maggiori editori del Paese che controlla colossi come il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport, che stampa libri e giornali popolari, che ha due reti televisive e sotto contratto il più autorevole giornalista politico del Paese . Enrico Mentana. Tifano Toro penne eccellenti come Aldo Grasso, uomini di spettacolo come Chiambretti . Insomma, la storia del  Toro è una bellissima storia che indubbiamente è stata popolare. Giovanni Arpino quando facevo il curatore de “La storia della Repubblica“ di Giorgio Bocca a fascicoli, edita dalla Coged consociata della Rizzoli, scrisse una testimonianza meravigliosamente poetica su Loik e Mazzola e sui battilastra della Bertone che dal suono del pallone “giocato“  al Filadelfia sapevano riconoscere quale dei “gemelli taurini“ avesse colpito il cuoio. Lo è stata, popolare, quella storia. Oggi si suona un'altra musica. E l'accordo di Sinisa è risultato stonato. Non saprei se un tale appello si sia rivelato alla fine un boomerang. So che  il derby della Mole, tornato centrale nel calcio nostrano, meritava di essere vissuto senza populismi di comodo. Sinisa è un uomo colto che sovente ha stupito in conferenza stampa per le dotte citazioni. Al ritorno- sommesso consiglio- cerchi tra i classici. O magari tra qualche importante letterato della sua terra : non avrà che l'imbarazzo della scelta .

Dell'idea di Sinisa, deve essere stata comunque anche Mediaset Premium:  per Napoli- Feyenord, canale ( 5) e rutto liberi. Per Juventus- Olimpiakos, rigorosamente il criptato per abbonati.

 Ma mettere sulla stadera un peso e la medesima misura per tutti , no eh ? 

Detto questo, condanno senza riserve i cori razzisti contro Sinisa nel derby . Sono una barbarie. Ma soprattutto sono un atto vile di chi “coperto“ dal numero e dall'anonimato (ma volendo si potrebbe ovviare al problema) si comporta in maniera incivile. Senza neppure avere il timore che l'insultato , si faccia giustamente girare le scatole e replichi con un umanissimo: “ Vaffa ! “ .

 

VAR: TOCCA FERRO

 

Io l'avevo previsto: qualche giornata e poi ve la daranno loro, la Var. E' toccato a Pioli subire la dura legge del Var. Due rigori reclamati, nessuno concesso. E se sull'uscita del portiere bergamasco possono esserci dubbi, sulla trattenuta reiterata di Spinazzola in area ai danni di Astori non ce ne  possono essere: rigore tutta la vita. Il Var non ha visto, ha avuto un'amnesia, era spento ? Che accidenti ne so. So che così, come è stato  "indirizzato“ il Var è iniquo. E vi aspetto tutti, alla prima boiata del Var nel derby milanese, in quello romano, o in un Napoli – Juventus. Voglio sentirli-dovesse accadere -  gli altissimi lai: scommettiamo ? 

 

PECORARO E LA VERGOGNA 

 

Intervistato da “ Tuttosport” Giovanni Minoli ha spiegato di non ritenere ( come altri fanno ) che l'inibizione di Andrea Agnelli chiesta dal procuratore Pecoraro sia da considerarsi una “vergogna“ .

Conosco e stimo Giovanni Minoli da molti anni: è un maestro e quindi lungi da me l'idea di contestarne le idee. Ma io faccio parte della schiera degli “altri“ .

 Non  mi addentro in considerazioni giuridiche: se Andrea Agnelli è colpevole è giusto venga punito. Ma per la delicatezza della cosa, per le ripercussioni che la vicenda ha avuto e inevitabilmente avrà, i reati a lui ascritti devono essere accertati e inequivocabili. La jacovella del “ non poteva non sapere “ è ignobile. E ha stancato.  Il “non poteva non sapere“ è roba da processo stalinista. Oltre che la dimostrazione tangibile che la giustizia sportiva va radicalmente riformata.

Per mesi- isolato e snobbato menestrello- ho chiesto le dimissioni di Pecoraro. Un procuratore con il senso del suo ruolo  avrebbe dovuto farsi da parte, sua sponte. E' ancora lì, Pecoraro, al suo posto. La cosa inaccettabile è che nessuno tranne rare eccezioni abbia considerato l'enormità di quanto in questi mesi - nel merito – Pecoraro ha prodotto .

Riepilogo per quanti avessero la memoria corta .

 

1) Pecoraro  riceve dalla procura di Torino, il fascicolo relativo all'inchiesta “  Alto Piemonte” . La Juventus vi figura come testimone. Non c'è alcun indagato. Neppure un fattorino. I tifosi che Agnelli ha incontrato li ha sempre ricevuti alla presenza della Digos .

 

2) Pecoraro  come prescrive la legge recapita alla Juventus e alla Commissione Antimafia, copia delle sue deduzioni .

 

3) Nella prima udienza in Antimafia si scopre che negli atti trasmessi alla Juventus manca una intercettazione che dovrebbe rappresentare la “ pistola fumante “ nei confronti di Agnelli. La difesa della Juventus rimane basita di fronte alle rimostranze della presidente Antimafia, Rosy Bindi . L'Antimafia ce l'ha , la difesa della Juventus non ce l'ha .

 

4) Per venire a capo dell'arcano si attivano due commissari Antimafia. E scoprono che l'intercettazione è farlocca. Non parla Agnelli ma un suo collaboratore. Il contenuto non è tale da aver spinto la Procura di Torino presieduta dal giudice Spataro ad  indagare il collaboratore di Agnelli .

 

5) Pecoraro ammette la “ negligenza “ ma dichiara che l'errore è stato possibile per una “ interpretazione “ da parte della Procura di Torino : Tradotto :  non è Agnelli che parla ma il presidente della Juventus “ non poteva non sapere “ .

 

6) La Procura di Torino fa un comunicato nel quale spiega che lei non ha interpretato un amato ciufolo . E che l'interpretazione è esclusiva  farina del sacco di Pecoraro .

 

7) Pecoraro, non pago, in stretto linguaggio manzoniano, scala gli specchi . A quel punto la Procura di Torino sceglie opportunamente il silenzio.

 

8) Pecoraro attribuisce al responsabile della security della Juventus la consapevole introduzione di un lurido striscione durante un derby offensivo verso la tragedia di Superga. In effetti nel filmato si vede il funzionario introdurre uno striscione. Ma non si stratta di quello incriminato. Le immagini di sorveglianza, accertano che si tratta di un lecito striscione. Il responsabile della porcata viene poi individuato e ammette di avere fatto tutto da solo, eludendo la sorveglianza allo Stadium .

 

9) Pecoraro propone alla Juventus un patteggiamento, previo versamento di svariati milioni di euro come multa. La Juve rifiuta. Ma la cosa viene fuori .

 

10) Pecoraro smentisce di aver mai proposto un patteggiamento.

 

11) La Federazione con un comunicato conferma che la proposta di patteggiamento c'è stata e che la Juventus ha rifiutato .

 

Prima dell'estate, ospite di “ Passaggi “ rubrica radiofonica di Tmw radio, ho intervistato

il commissario antimafia Esposito, parlamentare della Repubblica: uno dei due commissari Antimafia che hanno smascherato l'” interpretazione “ di Pecoraro. Gli ho chiesto se a suo

parere Pecoraro non avrebbe dovuto dimettersi. Risposta : “ A mio avviso, sì. Ma lui in Antimafia ha assicurato che gli errori nei quali la sua Procura è incorsa non avrebbero inficiato la sua serenità di giudizio, nella richiesta di sanzioni nei confronti di Agnelli e la Juventus “ .

            Le richieste iniziali di Pecoraro sono note. Non le reitero . Mi chiedo : non fosse stato

            “ sereno “, Pecoraro, cosa avrebbe chiesto per Agnelli ? L'ergastolo ?

 

  COMPRERESTE UNA SUA AUTO USATA ?

 

            E chiedo a Giovanni Minoli : compreresti un'auto usata da Pecoraro ?

 

Pecoraro che giudica Agnelli- con il pregresso che ho descritto, è- a mio parere- una vergogna. Vale per Agnelli, ma varrebbe per qualsiasi altro presidente. Il modo di condurre le indagini da parte della Procura Federale è da Ufficio Inchieste. Troppi errori, troppe imprecisioni, troppa disinvoltura, fatta salva- nel migliore dei casi- la buona fede. Una vergogna alla quale avrebbe dovuto porre rimedio il presidente Carlo Tavecchio.

 

TAVECCHIO, MONARCA?

 

Ma Tavecchio è un Re Travicello che parla. Parla sovente senza neppure rendersi conto di quanto dice. L'ultima è che “ tra tre o quattro anni“ la riduzione delle società  professionistiche sarà inevitabile. “Da 120, almeno a 70“ ha  spiegato Tavecchio. Ora, a meno che Tavecchio non reputi la sua presidenza una monarchia, “tra tre o quattro anni“ finalmente la Federazione dovrebbe avere un nuovo presidente. Quindi la riduzione delle società professionistiche “ da 120 almeno a 70 “ spetterà al suo successore. Tavecchio è al secondo mandato. Si era presentato (al primo) con un programma preciso: riforme. La riduzione delle società professionistiche era in cima a quel programma. E al momento dell' insediamento, aveva chiosato il presidente del Coni, Malagò: “Entro settembre pretendo di avere sul tavolo la bozze delle riforme“. Campa cabballus scrivevano i tardo- latini. Malagò non ha mai dato seguito alle  “pretese“ e oggi davanti allo scempio messo in atto nei confronti di Agnelli,  ha spiegato che è suo costume “ attendere il terzo grado di giudizio “ prima di esprimersi. Non l'avrei mai pensato, Malagò. Davvero.  .

Uno dice: magari il ministro dello sport, Lotti, hai visto mai? Peggio che andar di notte. Lotti   non sillaba. E allora, visto che Lotti è un uomo di Matteo Renzi, non resta che rivolgersi all'ex presidente del consiglio. Nulla da dire Matteo Renzi ? Lo so, ci sono le amministrative in Sicilia e  lei ha  millanta problemi da risolvere. Ma vivaddio, la nomina di Pecoraro ha avuto il placet  di Palazzo Chigi: o no ?. Quindi non resta che attendere, non dico fiduciosi, ma almeno speranzosi che prima o poi, lei si rammenti di essere stato un “rottamatore“ . Neppure tanto tempo fa, come ben ricordano  i “baffi“ più  intervistati d'Italia.

Magari spiegando per quale motivo neppure il suo governo- del fare- abbia potuto licenziare una legge che consenta alle forze dell'ordine di andare nelle curve ultras e di uscirne senza un graffio . Senza che la cosa venga vissuta come una provocazione. Nel semplice rispetto delle leggi. Oggi, come lei sa , le curve sono zone franche. Delle quali in modo pavido , lo Stato , ha lasciato la gestione della sicurezza nelle mani , impotenti delle società. Che possono arruolare stewards ma non vigilantes.

Società che sono sotto il sistematico ricatto degli ultras: o ci dai i biglietti, oppure facciamo casino, sfasciamo lo stadio, lo facciamo squalificare. In questo calcio malato dove lo Stato è latitante, ci sono trasferte nelle quali tu non puoi andare a seguire la tua squadra del cuore, se non sei un giornalista o un parlamentare. Insomma : un privilegiato .

Dica Matteo Renzi se sto scrivendo fesserie. Perché se lo sto facendo mi cospargerò il capo di cenere e chiederò scusa. Farò una donazione ai poveri. E volontariato, almeno per le ore che hanno visto Berlusconi protagonista con gli anziani. Anche se io, lo confesso, le barzellette le racconto male.  

 Ma se non sbaglio,una risposta, anche solo uno dei suoi cinguettii, la gradirei .  .

Perché santa pazienza, magari se lo sarà chiesto anche lei per quale motivo, Giuseppe Pecoraro sbuffante come un toro nell'arena si sia lanciato corna in resta contro il drappo rosso con la faccia di Andrea Agnelli che gli veniva sventolato a fil di narici.

Una cosa, peraltro, conforta : nell'arena dopo i giri di muleta , entrano in azione i picadores. Infine, dopo velleitario mugghiare si mette al lavoro l'espada . Qualche veronica e la corrida finisce : toro matato. Finale che in questa vicenda potrebbe essere riassunto con due parole : risarcimento danni .

Sarà una cosa lunga. L'esperienza mi suggerisce che alla fine, anche il più ragionevole tra i collegi giudicanti, concederà a Pecoraro qualche brandello di ciccia bianconera. Ma la Speme, ultima  dea, alla faccia del Foscolo- è dura a morire. Io credo all'innocenza di Andrea Agnelli : mi pare inverosimile si sia messo a trattare con dei malavitosi- come ipotizza Pecoraro- consapevole che tali fossero .

E  la faccenda del “non poteva non sapere“, francamente , per dirla con il grande Proietti “Ha rotto il ca!“

Tuttosport si è chiesto: quando si indagherà sulle altre società visto che la prassi di elargire   biglietti agli ultras è comune ? Risposta : mai. Ci sono varie scuole di pensiero, al netto dei benpensanti per i quali “ le sentenze si accettano e non si commentano“ . C'è chi reputa che Pecoraro ( e la Federazione ) siano sullo spartito brigatista in voga negli anni di piombo : “ Colpirne uno per educarne cento “ . C'è chi la vede come una ritorsione di Tavecchio nei confronti della “ temerarietà “ della Juventus ostinata nel richiedere 581 milioni di euro di danni relativi a Calciopoli. Vi dico come la vedo io: astinenza da telecamere . Uno come Pecoraro,  chi se lo frullerebbe non fosse per le abnormi richieste sanzionatorie nei confronti di Agnelli? Risposta : solo i suoi compagni di merende. Quelli che ne hanno sostenuto la candidatura. Guardiamo le cose in faccia : un ex prefetto di Roma, a fine mandato, quasi sempre viene investito di incarichi importanti . Che so, una poltrona da sottosegretario. Magari un ministero. Magari un sofà ai servizi segreti, dei quali il nostro disquisiva ( in una intercettazione )  con il faccendiere Bisignani, l'uomo che per sua ammissione “ sussurra ai potenti “ relativamente all'ordine del giorno del Copasir. Tradotto : i servizi segreti italiani .

 

HOMBRE VERTICAL? MEDIATICO

 

A Pecoraro è stata offerta la poltrona di Procuratore Federale in Figc. I momenti più alti nella carriera del predecessore, Palazzi, furono la relazione- presentata peraltro a subentrata prescrizione  - per un presunto illecito sportivo che inchiodava l' Inter e il suo presidente Facchetti ( Calciopoli). E  il box comminato ad Antonio Conte ( Scommessopoli). Si può presumere che Pecoraro si sia ribellato al tran-tran di una Procura che trova il tempo di occuparsi persino degli “ insulti fecali “ dei minorenni in curva . Lo scalpo di Agnelli, per attirare l'attenzione del mondo sulla Procura. Per far vedere che lo 007 federale è un hombre vertical che tiene pelotas . Non uno che tratta con un pluri-pregiudicato come Jenny a' carogna . Un hombre mediatico che – non lo dico io, lo disse un politico quando il nostro faceva il prefetto “ compare davanti alle telecamere più dei politici in Parlamento“ . 

 Mi chiedo,  (e già che ci sono lo chiedo anche a Giovanni Minoli ), cosa sarebbe successo se poniamo sotto la scure della Procura Federale fossero finite il Napoli o la Roma  e se al posto di Pecoraro, il procuratore federale resosi responsabile delle pinzellacchere  attribuite all'ex prefetto di Roma, ci fosse, che so, il giudice Piero Calabrò ?Hai presente, Giovanni, le radio romane, quelle che vivono di calcio 24 ore su 24 e che ti entrano a tutto volume nelle orecchie appena metti il culo sul taxi che dall'aeroporto di Fiumicino ti porta in centro ?

  Amici lettori: fatevi questa domanda. E come gli ospiti del più longevo conduttore notturno della storia della Rai, “datevi una risposta“ . Direi che la possibilità che non ce l'abbiate- una risposta- sia da prefisso telefonico delle utenze di Milano .