L'IMBOSCATA - Juve, bene ma non benissimo: la squadra ha disatteso Allegri? Messaggi a Conte e Pecoraro. Bonucci paga per tutti. Gioca l'Inter? Amnesia Var. Doveri, Dove eri? Auriemma dietro la lavagna. I Viking e la "sceneggiata" di Lotito

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
27.10.2017 00:24 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Juve, bene ma non benissimo: la squadra ha disatteso Allegri? Messaggi a Conte e Pecoraro. Bonucci paga per tutti. Gioca l'Inter? Amnesia Var. Doveri, Dove eri? Auriemma dietro la lavagna. I Viking e la "sceneggiata" di Lotito
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

BENE: NON BENISSIMO

 

Bene Juve: non benissimo. Ma come, direte: una squadra che segna 10 gol in due partite, giocandone una tra l'altro in 10 contro 11 per settanta minuti, anche se ne prende 3, sta bene. Sì, la Juve sta bene, ha un potenziale in attacco straordinario, ma non si può dire, per onestà intellettuale  stia benissimo. Lo certifica l'ennesimo cappotto di Allegri da mandare in lavanderia. Lo certifica il gol beccato dalla Spal allo Stadium, lo certifica la partenza horror al Dacia Arena di Udine. Concentrazione? Meccanismi da oliare?  Alla decima di campionato immagino siano almeno alla quinta tanica di olio. La Juve ha un enorme potenziale ma lo esprime a sprazzi. Vince spesso grazie ai solisti, non di squadra. Ma ad Udine in un contesto difficilissimo, ingiusto e penalizzante (ne parlo diffusamente più avanti)  ha dato una dimostrazione di enorme carattere. Un carattere old style. Con una mia personalissima valutazione: ad Udine, costretta ad interpretare in altro modo la gara, con un Higuain mostruoso per applicazione nel segno del miglior Tevez, a me è sembrato che la squadra abbia disatteso il suo allenatore. Higuain che arretra, Khedira che si inventa centravanti, Pianjc che gioca a due tocchi e spedisce verso la porta udinese anche il magazziniere. Non è così che gioca Allegri. Max Allegri gioca con la sovrapposizione degli esterni, con la palla che circola da destra e sinistra e viceversa, con la difesa della palla spalle alla porta avversaria. Inutile che spieghi come a me piaccia la Juve che verticalizza, che cerca Higuain come contro la Spal l'ha trovato Marchisio in occasione del gol annullato dalla Var che gli ha negato la gioia del suo centesimo in serie A .

Bene ma non benissimo. Il difetto è congenito. Madama ha un talento per complicarsi la vita. E dovrà essere Max Allegri a trovare i correttivi. Azzardo un consiglio: lavorare sulla distanza dei centrali difensivi, sugli spazi da far occupare in fase difensiva agli esterni bassi. Migliore gestione del fuorigioco sulle palle inattive. Possibilità  che Higuain arretri in certe fasi del match e Dybala vada a fare il centravanti. I gol che la Juventus sta subendo sono troppi. Ad Udine Buffon si è esibito in tre miracoli. Va trovato alla svelta un rimedio. Perché alla lunga la costanza in certi errori si paga: inevitabilmente .

 

LE COSE POSITIVE

 

Ma con gli errori vanno evidenziate anche le cose positive: Higuain e Dybala che ritrovano il gol. Khedira che a Udine ne fa tre in una sola volta. Rugani in crescita  (statistica: se non sbaglio con lui in campo in una trentina di gare, una sola sconfitta), la vena di Pianjc, ormai imprescindibile. E un Bernardeschi che bussa alla porta di Allegri (meravigliosa la sua rete contro la Spal ) e che non vedo come Acciughina possa far restare sull'uscio. Douglas Costa? La domanda successiva, prego.  

 Una bellissima notizia è anche il ritorno in campo di Marchisio. Con la speranza che il calvario sia finito. Sembra alle spalle anche quello di Mattiello, autore dell'assist che manda in gol Paloschi e di una buona prestazione Il suo cartellino è della Juventus e immagino che, se continuerà così ,un posto nella rosa della Juve che verrà, lo troverà.

E' una Juventus che sta bene economicamente e in grande crescita come ha spiegato il presidente Andrea Agnelli all'assemblea degli azionisti. Più vicina ai top club d'Europa, più continentale non solo nelle ambizioni. Le parole di Agnelli devono aver fatto fischiare le orecchie di Claudio Lotito e dei suoi sodali in Lega: riduzione del numero delle squadre in serie A, istituzione delle seconde squadre, diversa ripartizione dei diritti televisivi. Ora spetterà a Tavecchio fare la voce grossa. E al ministro Lotti accelerare le procedure di sua competenza per una distribuzione economico televisiva che non penalizzi i grandi club: quelli che stanno riportando in Europa, là dove era un tempo, il calcio italiano. Lo faccia rapidamente il ministro : prima delle prossime elezioni. Dovesse tergiversare, dovesse mai ispirarsi  al “Vangelo di Abete“ i tifosi (che sono anche elettori) potrebbero rammentarsene. 

 

MESSAGGI: A CONTE E PECORARO

 

Altre certezze: Agnelli non le ha mandate a dire a Pecoraro. Il 15 novembre ci sarà l'appello per la vicenda biglietti. Pecoraro visto che Tavecchio non ha provveduto a fargli preparare gli scatoloni sarà ancora al suo posto. Con le sue accuse senza puntelli, con i suoi errori, le sue “interpretazioni“ farlocche, con le sue pazzesche richieste di pena. Vedremo. Ma si può ipotizzare che non ci saranno compromessi. Se Agnelli vedrà confermata l'inibizione, resterà al suo posto e ricorrerà alla successiva sede competente. Ma se Pecoraro dovesse essere sbugiardato dall'appello potrebbe restare al suo posto? Potrebbe Tavecchio far finta ancora di niente ?

Altre certezze: Antonio Conte non tornerà ad allenare la Juventus. Non almeno fino a quando il presidente sarà Andrea Agnelli. Che al suo ex dipendente non le ha mandate a dire, all'assemblea degli azionisti. Dopo 4 anni Agnelli non ha ancora digerito le modalità dell'addio di Conte. Segno che il dissidio è profondo. Molto più di quanto le versioni ufficiali raccontino. Conte ha replicato piccato. Ha parlato di “riconoscenza”. Parola che viaggia nei due sensi. Conte ha portato allo scudetto una squadra che arrivava da due settimi posti consecutivi. Ma la chiamata della Juventus per un allenatore di serie B , quale Conte era, è stato come vincere il superenalotto. 

 

AL MEAZZA: NO MASSA, PLEASE

 

Sabato si ricomincia. La Juve va al Meazza contro il Milan (redivivo contro il Chievo). Ci va con Mandzukic (riabilitato dopo la squalifica) contro un Montella che sarà privo di Bonucci (squalificato). I becchini in servizio permanente   hanno già cinguettato sul web che a  Verona il Milan ha brillato perché privo di Bonucci. Anche Bonucci (come Conte) mi ha rovinato un compleanno. Ma non mi piace sparare sulla Croce Rossa. Al punto che sto pensando di rinfoderare il proposito di andarlo a fischiare quando approderà allo Stadium. Il mondo del calcio (e dei tifosi) è davvero spietato. Se appena ti accasci, ti sbranano. Bonucci ha iniziato male la stagione. Ha commesso millanta cazzate (la fascia di capitano in primis) ma non merita di essere messo nel tritacarne: tutto il Milan, giocatori, allenatore, dirigenti e proprietà  hanno responsabilità per l'avvio balbettante di una squadra che in estate aveva illuso. Il Milan è migliore di quanto nelle ultime settimane sia apparso. Ma non è quello che Fassone e Mirabelli avevano “venduto“ al pueblo. Alla fine Bonucci ha pagato per tutti .

Infine una considerazione. Non c'è azione, intervento, fuorigioco, gol della Juventus, neppure i più trasparenti,  evidenti , percepibili ad occhio nudo, che non vengano vivisezionati dal Var. Andrebbe benissimo, se il famigerato protocollo fosse applicato per tutti. Invece a Udine il Var se ne sbatte  del rigore (ignorato) a sei piani ai danni di Mandzukic. Ma egualmente se ne sbatte del rigore (surreale) fischiato a favore della Roma contro il Crotone. Diranno a Roma: almeno è stato pareggiato il rigore (monstre) non fischiato a nostro favore contro l'Inter. Inter che sta giocando bene, che meritatamente è  al secondo posto ma che è anche l'unica società dopo 10 giornate che l'ermafrodito tecnologico non abbia inquisito. Ai tempi di Helenio Herrera l'Inter per tre stagioni di fila non subì un rigore. Aveva una difesa di ferro, quell'Inter, ma tre stagioni sono tante: troppe.     Vedremo a quale quota si fermerà l'amnesia della Var .

 

AGNELLI: ” VAR SENZA PARACADUTE“

 

Sulla quale ho sentito con immenso piacere Andrea Agnelli dire agli azionisti quanto fin dalla prima giornata io su questo sito sto scrivendo: è stato temerario (piace il termine presidente Tavecchio?)  andare allo sbaraglio con un  mezzo tecnologico sconosciuto senza averlo prima testato per almeno una stagione in un campionato di minore rilevanza, di minore interesse economico rispetto alla serie A . E' stato imprevidente da parte del designatore iniziare la stagione senza un Protocollo certo. La cosa inaccettabile è una Var che sta andando a molte velocità. Con un Protocollo che sperimenta se stesso e che adegua se stesso di giornata in giornata. Le regole che cambiano in corsa sono ingiuste e indigeribili. E a Torino, su questo fronte ,hanno ampiamente e ripetutamente in passato, dato .

Nakata e Collina chi erano costoro ? 

 

 DOVERI: DOVE ERI ? 

 

Cromagnon Doveri arriva alla Dacia Arena di Udine e la mette a ferro e fuoco. Alla Var c'è il Var Pisolo Massa. Che fa Massa durante le partite? Telefona a casa? Ha problemi alla vescica? Sfoglia Novella 2000 in cerca di pettegolezzi su Rizzoli? Chatta  con la morosa?  Neppure con un mezzo tecnologico che seleziona le immagini Massa riesce a vedere. Massa è il giudice di porta che sputtanò l'operato di un collega di linea al Meazza, inducendo all'errore Rizzoli e annullando il gol valido di Pianjc per un fuorigioco inesistente di Bonucci . Allora Nicchi premiò Massa mandandolo a dirigere la settimana dopo l'Inter. Lo ha premiato anche stavolta. Perché Nicchi è recidivo . E non gli importa se un arbitro sia bravo o sia una pippa. Se li sceglie lui devono essere per forza “ bravi “ .

Ad Udine, Doveri ne combina di tutti i colori,. Ma Massa, mister Var, nelle varie occasioni fa di peggio. In sequenza e velocemente: è in fuorigioco Danilo di un braccio e un piede sul 2-2.E' in fuorigioco mezza Juve sull'azione che porta al gol di Khedira. E' fallo da rigore quello di Alex Sandro sul 2-4. E' regolare il gol annullato a  Dybala . Ma è anche vero che da autentico uomo del Pleistocene, Doveri non si fa aiutare, non è preso da dubbi.   

 Massa quando becca la Juve, in campo , di linea, di porta, di Var “fonde le bobine“. Non vede che su Mandzukic c'è un fallo da rigore grande come un palazzo. Non vede che successivamente a provocare è l'iraniano dell'Udinese. Non vede che il croato non fa un plisset.

Doveri è scarso, punto. Massa, a parere di molti , è un fenomeno. Devo pensare che Massa con la Juve sia prevenuto ? Non lo penso : reputo piuttosto che Massa non voglia rogne. Se Massa tecnicamente è un fuoriclasse , come afferma l'ex arbitro Marelli, allora Massa è solo uno che non vuole guai. 

Chiarisco sull'espulsione:  Doveri non sa il croato, ma il gesto e le parole di Mandzukic sono internazionali. A termine di regolamento andava ammonito, magari persino espulso con rosso diretto. Ma è la prima ammonizione ad essere ad minchiam. E c'è un “ma“. E' giusto che Doveri pretenda nel suo ruolo rispetto ed educazione. Ma anche Doveri deve rispettare i giocatori. E con Mandzukic non l'ha fatto . Spocchioso, Doveri non chiede aiuto alla Var per il contatto in area. Sbagliando. Grave errore : era rigore ed espulsione del giocatore dell'Udinese. Doveri non rispetta il giocatore, dopo aver violentato gioco e regolamento . Anzi , fa di peggio:  ammonisce entrambi. Non ha visto un'amata fava. Ha visto solo due che si fronteggiano. Ma non ha visto che è l'iraniano ad andare verso la fronte del croato . Nicchi deve aver dato ai suoi arbitri il manuale di Salomone . Doveri li ammonisce entrambi. E allora il croato non ci sta. Ai danni, la beffa . Un arbitro intelligente si sarebbe girato, prevedendo la inevitabile reazione di Mandzukic. Ma Doveri è del Pleistocene. Il doppio cartellino in un nanosecondo più che un provvedimento disciplinare è sembrato una vendetta. Per lesa maestà arbitrale. Inutile che Nicchi ci ammolli la fiaba dell'orso. Legga Nicchi i commenti di Casarin sul “Corriere della Serra“ . E si faccia un esame di coscienza. Ne ha motivo .

 Un Var non pusillanime con un protocollo appena decente, avrebbe segnalato la dinamica del fatto. Morale: Doveri confeziona alla Dacia Arena la vaccata del secolo. L'Udinese doveva essere penalizzata da un rigore. Doveva restare in  dieci. Ma in dieci viceversa ci rimane la Juve. Dopo-di-ché la direzione di Doveri è stata un calvario per gli spettatori. Juve in dieci e ammonizioni a pioggia ai friulani . 2-6 a il risultato ma spettacolo rovinato da una direzione indegna. Non ci sono scusanti per quanto fatto vedere da Doveri : sempre lontano dall'azione. In confusione totale dopo l'espulsione comminata a Mandzukic. Se in una qualsiasi azienda combini quanto Doveri ha fatto ad Udine ti invitano a passare alla cassa il più velocemente possibile. Ma vedrete : presto Doveri tornerà a dirigere. In fondo : finché c'è Massa , c'è speranza.  

 

AURIEMMA : DIETRO ALLA LAVAGNA

 

Ho grande simpatia nei confronti del collega  Auriemma. La sua tracimante passione non può lasciare indifferenti. Oggi giustificata dalla sostanza e dalla classe esibita dal Napoli di Sarri, oggetti della venerazione di Auriemma.

Solo che ogni tanto Auriemma sbrocca. “La Var è manovrata dagli uomini e gli uomini commettono errori. Ma viva, viva la Var grazie alla quale non si vedranno più gli errori commessi negli scorsi campionati che hanno favorito la Juventus“ . 

In studio a “Tiki Taka“, Pardo. Ordine, Cruciani, Biasin, Sabatini probabilmente distratti (e li capisco) dal Gran Pezzo di Ginocchio accanto a Ferri, non hanno fatto una piega .

Auriemma: dietro alla lavagna. A ripassare la Logica di Aristotele.

 

LOTITO E LA “SCENEGGIATA“ 

 

L'azione degli ultras della Lazio, le foto di Anna Frank sulle figurine delle maglie della Roma, prossima avversaria nel derby è semplicemente immonda. Da commentare c'è poco. Piuttosto c'è da invitare Questore e Prefetto a fare il proprio dovere. Trovate i responsabili e spediteli al fresco . Il daspo è un piumino: troppo poco. 

Quei tifosi non meritano la bellissima Lazio di Inzaghi. Quei tifosi vanno puniti. Ripuliti della loro ignoranza. Obbligati a leggere il “ Diario di Anna Frank “ . Se non sono bestie, un sussulto di pietas leggendo quelle drammatiche, poetiche parole dovrebbero averlo. Dovrebbero.

E- parliamoci chiaro- è composto da fessi senza vergogna il drappello che allo Stadium alla lettura del diario di Anna, hanno intonato l'Inno di Mameli. Ma siete mai stati a visitare un campo di sterminio nazista ? Andateci, permettete alle vostre coscienze un approccio meno bestiale. Riflettete e poi magari sentitevi obbligati a chiedere scusa. Ogni razzismo è infame. Quello contro le vittime della Shoah lo è più di ogni altro. Aprite il vocabolario e imparate il significato della parola “ genocidio”: poi vergognatevi. Ponete un limite alla vostra ignoranza. Ho letto il comunicato dei “Viking“ : voi non avete idea di cosa sia stata la goliardia. Dissacrante, sboccata, antiautoritaria, nonnista, furfantesca, maschilista . Ma nessuno, neppure il più incallito e ideologizzato fuoricorso, si macchiava di razzismo. Viking: lasciate perdere il sociale. Il paese è pieno di ingiustizie e di corruzione. Ma niente può giustificare il razzismo. Chi deride  Anna Frank, una ragazzina la cui unica “colpa“ fu di essere di religione ebraica, è un razzista. Senza se e senza ma. 

Il problema, tuttavia, è che il pesce puzza dalla testa. Claudio Lotito è andato al Ghetto di Roma con una corona di fiori in ossequio alle vittime della Shoah , spiegando che quei suoi tifosi sono solo “pochi idioti“. E' probabilmente vero: “quei tifosi idioti“ sono pochi. Ma il presidente è uno: uno solo. Quel presidente che sul volo Milano-Roma, prima di recarsi davanti al rabbino con i fiori, spiegava al telefono: “ Annamo a fa' sta sceneggiata". Un guitto da Carro di Tespi si sarebbe espresso con più eleganza. Prima dei tifosi sarebbe il caso di educare certi presidenti. Obbligandoli ad un opportuno servizio sociale: la lettura in cento classi del  “diario di Anna Frank “ . 

In fondo, anche per le coscienze più rozze , non è mai troppo tardi .