L'IMBOSCATA - Douglas, Allegri sapeva. Marotta e Paratici: le mosse. Raiola porta nuovo Pogba? Caressa, le tre linee e la Var ingiusta. Sarri mister lamento: hai stufato. Chiagni e fotti, l'ha imparato anche Mertens. C'era una volta l'Avvocato

26.01.2018 00:05 di  Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Douglas, Allegri sapeva. Marotta e Paratici: le mosse. Raiola porta nuovo Pogba? Caressa, le tre linee e la Var ingiusta. Sarri mister lamento: hai stufato. Chiagni e fotti, l'ha imparato anche Mertens. C'era una volta l'Avvocato

SU COSTA  AVEVO TORTO 

 

Al Napoli vittorioso, Madama ha replicato col Genoa. Distacco - sclerante Sarri - invariato.  Fidatevi dei cronisti che con lui convivono: dice tutto quello che gli passa per la mente, è genuino. Pazienza se sono cazzate. Sono genuine. 

La Juve ne ha per un'ora, poi amministra. Allegri che ha fatto ricaricare le pile in vista della Champions mischia prudentemente. Del resto, anche se nessuno ha annotato, a Bergamo anche Sarri finisce con cinque mediani e una punta. Per la pagnotta, abiurano: anche i fondamentalisti. 

In dodici gare ufficiali la Juventus ha subito una  rete. I campionati si vincono in difesa. Il Napoli  ha preso 13 gol. La Juventus 15. Se la giocheranno a lungo. Ma non credo fino alla fine. Lo step decisivo sarà - immagino - quello rappresentato - per entrambe - dalla  Lazio. Con l'aggiunta, per la Juventus, del match al Meazza con l'Inter. Che non è (e mai sarà) una gara normale.

Devo - ribadisco - fare ammenda per Douglas Costa. Mi sembrava “bello e impossibile“. Una colata di colore di Pollock inevitabilmente “senza titolo“. Ma Allegri ha lavorato sul brasiliano. Riservandogli la medesima cura rifilata a Cuadrado.

 Allegri sapeva cosa – con pazienza - avrebbe ottenuto. Io, lo confesso, ero terrorizzato dall'idea che Costa fosse un altro Quaresma. Quello delle velleitarie “trivele“ visto all'Inter: sbagliavo.

 

 JUVE DEL FUTURO

 

La redazione di Tuttojuve ve ne ha già dato conto. A giugno c'è un giocatore, un classe 99' in scadenza. E' un tuttocampista.  Non ha un gran fisico ( 1.76) ma ha grande tecnica. Gioca nel Psv  e si chiama Leandro Fernandes. A chi piace? A Paratici . Da chi è assistito? Da  Mino Raiola. Fernandes come Pogba? Piano. Ma generalmente i giocatori assistiti da Raiola sono molto buoni.

Altro: si segnalano movimenti su Han (in cambio di Cerri) e sul costoso Pellegri. Si segnala il rientro di Del Sole,  dal Pescara, destinazione Primavera. Lo chiese espressamente, mesi fa, Allegri: avrà, in estate, le sue chances. 

Marotta continua a lavorare su Can sul quale Madama ha già qualche certezza. Dovesse diventare off limits la trattativa per il turco-tedesco del Liverpool, Marotta chiuderebbe per due italiani. Tre i nomi sotto i riflettori: Pellegrini (prima scelta), Barella e Cristante. La concorrenza è nutrita, ma Marotta ha gli argomenti per convincere società, procuratori e giocatori. Mi aspetto prima della chiusura della finestra di gennaio un aggiornamento su Favilli. E per giugno mi aspetto l'arrivo di Darmian: realisticamente più di qualche improbabile  nome esotico. De Vrij? A parametro zero De Vrij sarebbe una opportunità che difficilmente la Juventus si farebbe scappare. Pjaca ha fatto in Germania il primo centro: a giugno tornerà utilissimo. Di Caldara e Spinazzola sapete. Di Mandragora, Kean, Mattiello (va a Bergamo?) e Lirola (il Sassuolo lo compra?), sapremo. Nebbia sul futuro (prossimo e remoto) di Orsolini.

Confermo,infine, l'interesse di Paratici per  Melegoni, baby regista dell'Atalanta.

 Ci sarebbe anche il Milan. Ma la Juventus è in pole.

 

 

VAR E CENTIMETRI

 

Prendo un impegno con i lettori: questa è l'ultima volta che parlo di Var. Dopo quanto ho sentito nel “Club“ di Caressa a Sky, domenica sera, qualsiasi contributo alla discussione è inutile. Esaminava Caressa il gol di Mertens, contestato da Gasperini e in odore di fuorigioco. E ha spiegato, don Fabio, che esistono tre “linee” di confronto: quella della Lega che fornisce le immagini, quella loro (di Sky) e una terza, quella del Var.

 Le prime due Caressa le ha fatte vedere, essendo nella disponibilità del network. La terza no: la terza è quella dell'arbitro che assiste il direttore di gara. Ed è cosa loro (intesi come arbitri). Ma attenzione: “Non essendo perfetta, la Var valutata dal Var, nella fattispecie un fuorigioco, ha una scansione per difetto. Una tolleranza di alcuni centimetri. Dieci centimetri è fuorigioco. Tre centimetri non è fuorigioco“.

 E' quello che ha spiegato Fabio Caressa. E spero di aver riferito correttamente le sue parole.

 Ora dalle immagini fornite da Sky il fuorigioco -millimetrico - (questa non è solo una mia opinione) pare esserci. Non so se nella “versione Var“ la percezione  possa essere stata la medesima.

Fossi stato in campo al posto di Orsato, avrei anche io -Var o non Var - convalidato il gol.

Ma non è questo il punto. Il punto è che così non va bene.  

“L'Atalanta può recriminare per il gol partita in lieve fuorigioco. L'avvento della Var è talmente importante che anche le regole, Il Fuorigioco, in particolare, debbono venire incontro al lavoro degli arbitri, con qualche ritocco. Ne ha bisogno anche la tecnologia che deve poter valutare, senza mediazioni, sia l'insidioso momento del lancio, sia la contemporanea posizione del giocatore ricevente. La perfezione del fuorigioco tecnologico e una ingenua UTOPIA “ .

Il maiuscolo è mio, ma il resto è di Paolo Casarin nella sua rubrica “Fischio Finale“ sul “Corriere della Sera“. Titolo: “Giuste le recriminazioni dell'Atalanta“ .  La macchina non può e non deve avere l'incertezza dell'occhio umano. Se la macchina ancora non è adeguata, la decisione di introdurla è stata temeraria.

Poi se volete bearvi con le statistiche fatelo pure. Avvertenza: le statistiche sono - piaccia o non piaccia - come il celebre pollo di Trilussa.

Lasciate arbitrare gli arbitri. E concedete la Var (con limitato numero di chiamate per tempo) agli allenatori. Altrimenti sarà una Var “ingiusta“ . Come sta accadendo.

 

SARRI: HAI STUFATO

 

Prendo un secondo impegno con i lettori: mi occuperò stabilmente di Sarri. Mister lamento,  ha  fracassato i corbelli. Una volta è l'orario della gara. Un'altra volta è il terreno di gioco. Un'altra la pioggia. Un'altra il fatturato. Un'altra ancora il vento. Adesso la polemica l'uomo in tuta l'ha spalmata sui turni (e gli orari) di campionato che vedranno il Napoli giocare sempre dopo la Juventus.  Sarri vorrebbe che Napoli e Juve giocassero entrambe lo stesso giorno e al medesimo orario. Dimenticando che finora (comunicato della Lega) il Napoli ha giocato prima della Juventus per 15 volte su 19 . Ammesso che giocare prima sia un vantaggio .

Sarri dovrebbe saperlo: no Champions? No anticipo.  No Coppa Italia? Idem. Consultare  Lapalisse. 

Resto in attesa della prossima richiesta di Sarri: portarsi da Napoli, in trasferta, i raccattapalle. Scommettiamo?

Chiagni e fotti: vernacolare partenopeo. L' ha imparato a meraviglia anche il belga Mertens che a fine gara ha dichiarato: “Abbiamo vinto, nonostante abbiano fatto di tutto per non farci vincere“ .

 C'è un limite alla decenza. Ma l'importante è che ci credano i babbei che la Spectre la immaginano in maglia bianconera. Ovviamente, nel lungometraggio girato a Posillipo, James Bond indossa pantaloni bianchi e una polo azzurro-mare: chiaro, neanche a dirlo. 

L'ultima, la Piagnoni Company, l'ha sfornata per il mancato arrivo di Politano. Colpa della Juventus, sabaudo Goldfinger che controlla il mercato e costringe le società amiche a non fare affari con il Napoli. Si può credere a roba del genere? Sarri che l'ha sfornata, certamente non ci crede. Ma gli fa comodo  lo credano i tifosi.  Sarri è di Faella, provincia di Arezzo. Consultare l'Alighieri, canto XIV (mi pare) del Purgatorio. A proposito di aretini. 

 

C'ERA UNA VOLTA L'AVVOCATO

 

C'era una volta un uomo chiamato, l'Avvocato. Non c'era bisogno di declinare il suo nome e il suo cognome: tutti sapevano di chi si trattasse. Quindici anni fa se n'è andato, lasciando un vuoto incolmabile nel mondo Juventus .  

Aveva charme, stile, capacità imprenditoriale, cultura. Era un “potente” rispettato dai potenti. Amava l'arte, le belle donne, le auto veloci, la neve, le barche a vela. Amava la sua azienda, la Fiat. E amava la Juventus. Rivelò di “emozionarsi“ ogni qualvolta si imbatteva in una parola che iniziasse con la J.

Confidò a Enzo Biagi: “Essere Gianni Agnelli è soprattutto una grande responsabilità“.

Inevitabilmente se sei a capo di una azienda con migliaia di lavoratori.  

Oggi, la Juventus costruita dai suoi nipoti, lo farebbe  felice.  Orgoglioso di John e Andrea

Questa Juve lo costringerebbe ad aggiornare quel suo  interrogativo: ”Arriveranno prima i nostri avversari a venti o noi.... a  trenta?“. Fermi sotto i venti, gli altri, oggi - compiaciuto - direbbe “o noi a quaranta?“ .