L'IMBOSCATA - Al Bernabeu spazzati luoghi comuni. Accetto risultato, non gestione gara. Macchia nella carriera di Oliver. Lo spregiudicato Collina "schiavo" della politica, ma c'è un secondo problema più grave...

Andrea Bosco ha lavorato al “Guerin Sportivo“, alla “Gazzetta dello Sport“, al “Corriere d'Informazione”, ai Periodici Rizzoli, al “Giornale“, alla Rai e al Corriere della Sera.
13.04.2018 00:10 di Andrea Bosco   vedi letture
L'IMBOSCATA - Al Bernabeu spazzati luoghi comuni. Accetto risultato, non gestione gara. Macchia nella carriera di Oliver. Lo spregiudicato Collina "schiavo" della politica, ma c'è un secondo problema più grave...
© foto di Andrea Bosco nella foto di Mariangela Me

Confesso: ho provato imbarazzo per aver dubitato del cuore immenso della Juventus.

Uscita dal Bernabeu con un risultato che l'ha condannata al termine di una gara incredibile.

Accetto il risultato. Non la gestione della gara. Non accetto le sei ammonizioni della Juve a fronte delle due del Real. Non accetto l'espulsione di Buffon per proteste: una macchia che resterà indelebile nella carriera del trentenne direttore di gara.

 Buffon alla fine ha esagerato. Umano sfogo: nei toni, censurabile.

Poco elegante Chiellini. Ma ha esagerato anche Olivier con quella espulsione: ha vergato Gary Lineker: “Espellere Buffon è stato come sparare a Bambi“. Avrebbero  meritato, Buffon e la Juve, di andare ai supplementari .

Il calcio sa essere - in un tempo breve - esaltante e crudele. 

Cosa resta della due giorni Italia-Spagna? Resta la meravigliosa partita della Roma che dopo le ingiustizie subite all'andata è riuscita a ribaltare il risultato. Lo aveva fatto anche la Juventus, addirittura in trasferta, al Bernabeu con Mandzukic che aveva eguagliato Del Piero con una doppietta.

Resta poco, viceversa,  di tutte le analisi prima della doppia sfida. Spazzati i luoghi comuni. Il calcio italiano non è inferiore rispetto a quello iberico: è solo diverso.

Scriviamo condizionati dal risultato. Dimenticando quasi sempre la totalità di una gara.

Abbagliati dal fenomenale gol di Ronaldo, ci dimentichiamo del rigore a Torino ai danni di Cuadrado.

Il rigore di Madrid è stato un abbaglio? Ho interloquito con Fabio Ravezzani direttore di Telelombardia ai microfoni di Rmcsport.

Per Ravezzani il rigore c'era.

 Come ho spiegato a Marco Piccari e Enzo Marangio - stante le mie simpatie - sospendo il giudizio.

 Riferisco le valutazioni di Graziano Cesari (ex arbitro e moviolista di Mediaset) e quelle della “Gazzetta dello Sport“ a firma Francesco Ceniti: per loro non era rigore.

I problemi, peraltro, sono altri. Lo ha evidenziato - senza mezzi termini - Andrea Agnelli .

Il primo è la “politica“ della quale è schiavo il designatore. Ci sono federazioni che esprimono un calcio modesto, con valori tecnici modesti, con arbitri inevitabilmente modesti. Ma i loro voti egualmente pesano. E quei voti stanno a cuore al designatore.

 Il secondo è assai più grave. Sarebbe il caso che i media italiani non disertassero l'argomento.

 Ha spiegato Agnelli - dopo aver invocato la Var anche in Europa - che la “vanità“ (senza virgolette, nel virgolettato) del designatore, lo porta a designazioni non imparziali per le società italiane. Il designatore - ha continuato Agnelli - dovrebbe essere cambiato ogni 3- 5 anni.

Il designatore si chiama Pierluigi Collina e siede su un trono. 

Nessun arbitro inglese fischierà al mundial: troppo scarsi. Collina ne ha mandato uno al Bernabeu.

Raramente Collina ha designato i migliori per i club italiani. Nelle ultime settimane si è passati dallo scempio di Londra ai danni del Milan contro l'Arsenal, all'incredibile rigore non rilevato in Tottenham-Juventus, al surreale penalty regalato agli austriaci in Lazio – Salisburgo, al rigore scippato a Cudrado in Real-Juve  ai due rigori negati alla Roma a Barcellona. Fino alla beffa del Bernabeu. In due gare la Juventus ha subito due espulsioni. Il suo miglior realizzatore, Dybala, escluso del match di ritorno.

Grande ex arbitro, Collina. Spregiudicato nel conseguimento del suo “particulare“: l'aneddottica  che lo riguarda è vasta.

In questo contesto, la latitanza di una Federazione inadeguata e oggi commissariata, ha pesato. 

Il peso politico del Real Madrid è viceversa immenso. Lo è sempre stato.

 La Champions (anzi la Coppa dei Campioni) l'ha inventata un francese, ma è stato il Real di Di Stefano a farne una manifestazione stellare. E anche allora, al tempo delle cinque Coppe di fila, con giocatori fantastici che si chiamavano Di Stefano, Puskas, Kopa, il Real si avvaleva di un fondamentale bomber in tribuna. Si chiamava Saporta. E frequentava anche il parquet. Sottoposto all'arbitraggio continentale in un Real-Simmenthal, l'universitario Bill Bradley (che studiava ad Oxford e giocava in Coppa a Milano) ne restò talmente scandalizzato da esprimere la volontà di scrivere una lettera di protesta all'ambasciatore Usa di stanza a Roma. L'episodio mi fu narrato da Cesare Rubini.

Collina per il calcio italiano è una recente complicazione. Per la Juventus una spiacevole costante . 

Chi ama il calcio non può che dire grazie alla Roma e alla Juventus .

Sarà importante per l'universo Juventus, resettare la delusione: hanno ancora due competizioni da onorare .

 E' un anno particolare . Nel quale i “reduci“ spuntano come i funghi dopo un'acquazzone. Sarebbe imperdonabile  trovassero emuli a Vinovo.