Juve, buona la prima. E viva Mandzukic, sempre. Marchisio via è impensabile, nove giorni per dare un senso al mercato. VAR, ora aboliamo la moviola in TV

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
22.08.2017 00:15 di  Ivan Cardia  Twitter:    vedi letture
Juve, buona la prima. E viva Mandzukic, sempre. Marchisio via è impensabile, nove giorni per dare un senso al mercato. VAR, ora aboliamo la moviola in TV

Buona la prima, ma forse non poteva essere altrimenti. Una Juventus quadrata ha ragione di un Cagliari volitivo ma fresco di un addio pesante (Borriello). Le fotografie della partita? Il rigore assegnato dal VAR, ma ne parleremo più avanti. Poi, Paulo Dybala che ha iniziato la stagione da leader: sarà la maglia numero 10, saranno le critiche post Cardiff, l'argentino per ora si è preso la responsabilità di fare la differenza ed è una goduria per gli occhi. Aspettiamo test più probanti, ma che Dybala fosse il giocatore più talentuoso della Juve, con buone probabilità di tutto il campionato, non c'erano grossi dubbi.

 

L'album fotografico passa poi per Mario Mandzukic. Un saluto affettuoso a chi lo aveva già spedito in panchina. Il croato è rinato nella posizione d'esterno offensivo: segnare è sempre stato nelle sue corde ma lì si sbatte anche in fase difensiva e questa Juve non può fare a meno di lui. Bene Rugani: non si capisce cosa debba fare questo ragazzo, perché si ammetta che in Italia un difensore così non si vedeva da un decennio. Sul tentativo di 4-3-3 finale non vale la pena di spendere troppe parole, perché lì davvero serve una prova diversa. Bene Pjanic in fase di impostazione dal basso, ma in generale a livello di costruzione del gioco qualche meccanismo va oliato: l'addio di Bonucci non è un dramma, ma non va neanche sottovalutato. E la concorrenza quest'anno sarà agguerrita. Soprattutto l'Inter, ma la Roma è fin troppo poco considerata. Il Milan ha tutto da dimostrare (anche le coperture finanziarie: non è un'accusa, è una domanda lecita e siamo tutti convinti che ci siano, ma è esattamente il tipo di domanda che un giornalista dovrebbe fare). Il Napoli, poi, va come un treno: aspettiamo di vedere come funzionerà quando qualche ingranaggio s'incepperà. Capita sempre, in una stagione da 50-60 partite.

 

Arriviamo al mercato, che oggi ha visto un po' a sorpresa il proliferare di voci sul futuro di Claudio Marchisio. Prima quelle sul Milan, ma l'affare coi rossoneri è impensabile al momento. Il Principino vivrà anche un momento di malumore, soprattutto per la scorsa stagione, ma non tale da portarlo a un tradimento del genere. Poi il Chelsea, spiffero non nuovo. La simpatia, reciproca, con Antonio Conte c'è e non da oggi. Nel mercato dei Neymar e dei Bonucci, poi, di impossibile non vi è niente. Però è un affare molto complicato, ancor più improbabile. A nove giorni dalla fine del mercato, la Juve non si può privare di un giocatore così importante in campo e fondamentale nello spogliatoio. La valutazione economica sarebbe molto complicata: per i bianconeri Marchisio ha un valore che trascende quello di un ottimo centrocampista 30enne. Senza contare che sarebbe un pessimo segnale: l'ammissione implicita che qualcosa si è rotto a tutto tondo, non solo con un paio di giocatori. E questo non vogliamo crederlo. Infine, se a centrocampo va fatto qualcosa, al massimo serve un rinforzo. 

 

Con ordine. Cosa aspettarci da questi ultimi nove giorni di mercato? In difesa: il ritorno di Spinazzola è molto vicino. Francamente, un'operazione da 15-16 milioni complessivi per un giocatore che l'anno prossimo tornerebbe comunque, sembra un po' eccessiva. Ma tant'è e il ragazzo ha qualità. Sulla tempra morale, poi, si leggono considerazioni di ogni tipo. Rifiutare la convocazione è un brutto gesto, ma due-tre anni fa Spinazzola non sembrava avere grosse possibilità di tornare un giorno alla Juventus. Ora sì, e anche dalla porta principale. Comprensibile che spinga per farlo. Molto comprensibile.

 

Sempre mercato, sempre difesa. In questi giorni la Juve valuterà le carte da giocarsi. De Vrij o Manolas i nomi più caldi. L'olandese è più semplice in ottica futura, il greco nell'immediato, non fosse altro che la Roma lo aveva già venduto. A centrocampo, inutile ripetersi su Matuidi. La Juve lo aveva puntato da mesi, voleva lui e solo lui, speriamo abbiano ragione. Il salto di qualità, però, lo garantirebbe un altro colpo. Can o Gomes? Non stravolgono una squadra, ma se si punta la quantità che sia quantità vera. A oggi, la rosa juventina è un ibrido. Un po' 4-2-3-1 e un po' 4-3-3: ha fin troppi centrocampisti dello stesso livello per il primo, e troppo pochi per il secondo, senza un leader vero al centro. Anche in attacco, c'è un po' di confusione: nel tridente, Bernardeschi e Douglas Costa sono due doppioni. Anzi, due repliche di chi già c'è, cioè Dybala. Considerato il pressing per Keita e il possibile ritorno di fiamma per Schick, i galli nel pollaio da pochi rischiano di essere troppi. Ecco perché lo scambio Cuadrado-Strootman con la Roma, o persino Cuadrado-Brozovic (ma con conguaglio) con l'Inter, avrebbe un senso. Che poi, in fin dei conti, un senso sarebbe la vera ciliegina da mettere sulla torta. Finora, il mercato della Juve è stato ben fatto ma senza picchi; ha ampliato le scelte per Allegri ma non ha cambiato la faccia della squadra. Ha colmato alcune lacune, ma ha perso un leader e una fonte di gioco (due con Dani Alves). Sembra più forte dell'anno scorso, ma non è detto che lo sia davvero. 

 

Chiudiamo, però, con la vera novità della prima giornata di Serie A: sua maestà VAR. Anche qui, buona la prima, ma qualche dubbio c'è. Al di là dei gusti personali (avversi alle pause), nel complesso il giudizio è positivo. C'è da registrare qualcosa, Bologna-Torino docet: male impedire un gol regolare, se si può rivedere la decisione. Peggio, dare segnali di esitazione dopo aver capito di aver fatto la frittata. Malissimo, non recuperare i minuti persi. Sul resto dei campi invece le cose sono andate bene, forse con qualche eccesso nell'uso della nuova tecnologia, ma è un giocattolo nuovo e bisogna abituarsi. Ora, però, aboliamo la moviola. Non a parole, ma con i fatti. Basta chiacchiere inutili su questa o quella svista, senza alcun titolo se non una qualche simpatia o antipatia di fondo. C'è una squadra di professionisti che guarda e riguarda le azioni sospette. Noi osservatori per diletto (o anche per professione, ma non arbitrale) possiamo finalmente farne a meno.