Italia brutta e con errori di fondo. Bel gioco e vittorie, l'obiettivo anche della Juve. Lazio scoglio immediato e opportunità per il futuro. Aspettando Pjaca

Nasce a Bari il 23.02.1988 e di lì in poi vaga. Laurea in giurisprudenza, titolo di avvocato e dottorato di ricerca: tutto nel cassetto, per scrivere di calcio. Su TuttoMercatoWeb.com
10.10.2017 00:30 di Ivan Cardia Twitter:    vedi letture
Italia brutta e con errori di fondo. Bel gioco e vittorie, l'obiettivo anche della Juve. Lazio scoglio immediato e opportunità per il futuro. Aspettando Pjaca

Alè, siamo agli spareggi. Partiamo dall'Italia, l'argomento più fresco, quello su cui, in fin dei conti, ognuno vuole dire la sua. Dalla sconfitta con la Spagna in poi, qualcosa si è rotto: il giocattolo di Ventura sembrava funzionare davvero bene, poi si è attorcigliato su se stesso. Qualche uscita a vuoto a livello mediatico, qualche colpa qui e lì, un paio di errori di fondo. Del ct, quello di non puntare sui pochissimi calciatori di livello internazionale della squadra, almeno dalla cintola in su. Dovrebbe essere una nazionale costruita su Verratti (con Jorginho riserva), invece ci ritroviamo Parolo e Gagliardini che non riescono a scambiarsi tre palloni in 45 minuti. L'altro errore, sempre di Ventura, è la riconoscenza nei confronti di giocare oggettivamente lontani da standard accettabili (su tutti Gabbiadini, ma non solo). Perché non Balotelli o Zaza? Che altro gli vogliamo chiedere?

L'errore degli altri, su tutti, è quello di pensare che per una nazionale sia importante costruire un proprio gioco. L'identità, quella sì, è importante, ma non si dovrebbe forgiare in un biennio. Il gioco, quello conta zero quando si parla di nazionale e soprattutto di qualificazioni. L'Italia deve andare in campo e vincere ogni volta che può, come può. Punto e basta. Siamo onesti: non ci interessa altro. Il gioco poi si può costruire in occasione di Europei o Mondiali, l'importante è andarci. Il confronto tra risultato e bel gioco, d'altra parte, è anche un leit-motiv del nostro calcio e del nostro campionato. Di qui, finalmente, arriviamo al confronto tra Juventus e Napoli. Quello che sta animando la Serie A, anche se personalmente sono convinto che tra le due litiganti quest'anno alla fine la spunterà il classico terzo gaudente, vale a dire l'Inter.

Ma torniamo a noi. "Due splendidi modi di pensare": così Sconcerti ha definito le filosofie di gioco di Allegri e Sarri. In attesa di capire se l'Inter davvero avrà un gioco degno di tal nome, sono loro due gli allenatori migliori del nostro campionato. Per ora, Allegri vince e Sarri incanta. Ma la contrapposizione manichea è solo nei freddi numeri. Dubito che Allegri voglia vincere senza gioco, o che Sarri voglia giocare per sempre un bel calcio ma con la bacheca piena solo di polvere. Entrambi, in realtà, cercano di avvicinarsi all'altro estremo della tensione calcistica fra prestazione e risultato, senza mai snaturare le proprie caratteristiche. Vincere e convincere, d'altra parte, negli ultimi anni a livello europeo è successo solo a Guardiola, in parte a Conte, forse a Del Bosque che però ha avuto un materiale umano da far impallidire qualsiasi collega. 

Vincere e convincere, è quello che, appunto, vuole fare la Juventus. In un grigio lunedì di ottobre, senza calcio giocato che non sia quello azzurro, possiamo continuare a discettare del bilancio bianconero di questo avvio di stagione e di cosa aspettarsi quando tornerà finalmente il campionato. Alla ripresa, ci sarà subito da correre. La Lazio è la squadra migliore della Serie A nel rapporto qualità/rendimento: ha un paio di fuoriclasse, uno a centrocampo (Milinkovic-Savic) e uno in panchina (Simone Inzaghi). Per il futuro, sono due nomi caldi, anzi caldissimi, per la Vecchia Signora. Per l'immediato, però, sono due avversari da superare e i biancocelesti non saranno da sottovalutare. Poi, il doppio confronto con lo Sporting Lisbona, vero crocevia della stagione europea juventina: lo aveva detto Allegri, in Champions saranno determinanti i confronti in trasferta, a Lisbona la Juve non potrebbe festeggiare la qualificazione, ma potrebbe fare un passo da gigante in ottica fase a eliminazione diretta.

Risultati da ottenere, tramite un gioco da migliorare: nessuno, fin qui, è rimasto particolarmente impressionato dalla Juventus, perché troppo bene ci ha abituato di recente. Le prime giornate hanno regalato qualche certezza in più, su tutte quella relativa all'inamovibilità di Mandzukic, anche perché Douglas Costa e Bernardeschi occupano entrambi lo stesso posto in campo, a destra e non a sinistra. In quest'ottica, ma non solo, può giocare un ruolo chiave il ritorno, non immediato sia chiaro, di Marko Pjaca. Del croato abbiamo visto solo sprazzi, ora è tornato a lavorare in parte col gruppo ed è la vera buona notizia di questa pausa. Non lo rivediamo subito in campo, è chiaro, né gli va data troppa pressione. Ma col passare del tempo può essere il giocatore in grado di cambiare gli equilibri, di dare velocità e fantasia sulla sinistra, un'alternativa a Mario, che personalmente non toglierei mai dal campo. Aspettiamo Pjaca, aspettiamo la Juve di Allegri, l'ennesima. Che finora non ha tradito le attese, continuando l'inseguimento del connubio tra prestazione e risultato.