IL SANTO DELLA DOMENICA - LA VOGLIA DI RIPARTIRE E UNA STAGIONE CHE SI PUO’ CONSIDERARE CHIUSA. A SARRI VERRA’ DATA MAGGIORE SCELTA SUL MERCATO . IL SOGNO POGBA E LA NECESSITA’ ICARDI

12.04.2020 00:05 di Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA - LA VOGLIA DI RIPARTIRE E UNA STAGIONE CHE SI PUO’ CONSIDERARE CHIUSA. A SARRI VERRA’ DATA MAGGIORE SCELTA SUL MERCATO . IL SOGNO POGBA E LA NECESSITA’ ICARDI

Che si riparta o meno, la stagione per quanto mi riguarda la si può considerare conclusa con la   partita contro l’Inter. L’ultima con una parvenza di normalità, seppur in uno scenario irreale come quello dello Stadium a porte chiuse. Tutto ciò  che eventualmente vivremo da giugno in poi non potrà essere considerato se non come un modo di portare a termine un campionato cercando di creare il minor numero di danni possibile in vista della prossima stagione. Le ipotesi, gli scenari che si aprono sono molteplici. Gli ultimi ci portano a pensare ad una graduale ripresa dal 4 di maggio, con il ritorno in campo tra la fine dello stesso mese e i primi di giugno. Ma con quale spirito? Con quale voglia? Con quali limitazioni? Certamente a stadi rigorosamente chiusi, certamente con l’idea di arrivare in fondo evitando ricorsi al tar e campionati successivi allargati, certamente con la consapevolezza che comunque vada a finire non ci sarà niente da festeggiare. Almeno per la  maggioranza delle società, visto che qualcuno continua a portare avanti tesi davvero difficili da capire e da avallare.

Tuttavia, tornare in campo vorrebbe dire piano piano cercare di riavvicinarsi ad una lenta e graduale normalità. Lo dico: sono tra quelli che pensano che nella massima scurezza e naturalmente se vi saranno le condizioni, dare un segnale con la ripresa agonistica potrebbe essere importante.  Non mi interessa niente dello scudetto, non mi interessa niente della Champions, vada come vada, ma tornare a giocare sarebbe la vittoria più bella per tutti, perché vorrebbe dire che il paese si sta avvicinando a mettersi alle spalle questa maledetta epidemia. Vero, il basket, il volley e il rugby si sono definitivamente fermati e proprio in queste ore sono divampate polemiche tra il presidente del Coni Malagò e della Federazione Gravina. Il calcio prova a resistere l’importante è che sia una sorta di “dead line” per non rischiare di compromettere ben due stagioni. Se ci si dovesse rendere conto che non esiste la possibilità di tornare in campo, mi auguro davvero che le società riescano a superare paletti e interessi propri per arrivare ad una decisione condivisa e concertata. Non è edificante quanto accaduto nella diatriba Lega Associazione calciatori, segnale evidente che usciti dall’emergenza tutto il mondo del calcio dovrà fare un’ampia riflessione e dove possibile fare piazza pulita e ripartire

Ad un mese dall’ultima partita credo che si possa tracciare un bilancio di quella che è stata la stagione. Tra alti e bassi la Juve l’ha conclusa, al netto delle 26 gare, in testa alla classifica, evidenziando alcune criticità come le poche verticalizzazioni, un centrocampo spesso in difficoltà, un gioco quasi mai spumeggiante e una difesa stranamente vulnerabile, ma anche numerosi punti di forza. Tra questi la capacità di portare a casa le partite importanti, l’affidabilità dei singoli, Ronaldo e Dybala su tutti e una mentalità vincente che nessuno in Italia può vantare. Il giudizio su Maurizio Sarri non che restare sospeso. Ha iniziato la stagione con un mese di ritardo, e l’ha conclusa forse nel momento in cui si cominciava a vedere qualche miglioramento. Ci sono stati scivoloni dal punto di vista della comunicazione, ma credo che sia giusto e importante attenderlo al prossimo anno quando evidentemente potrà incidere di più anche sulle scelte di mercato. Un mercato che sarà fatto inevitabilmente con meno denari a disposizione e più scambi.  Possibile che la Juve debba mettere almeno un pezzo pregiato in vetrina, ma la necessità è quella di arrivare ad un centravanti capace di garantire almeno 15 20 reti, assieme ad un centrocampista che riesca a dare il cambio passo al reparto. Bernardeschi Pjanic e Douglas Costa ad oggi sembrano i maggiori indiziati a finire nella lista dei partenti: chi per un motivo chi per un altro non è riuscito a dare la svolta che si attendeva. Una cosa è certa: la Juve non avrà fretta di agire, e ogni mossa verrà ponderata al meglio dal duo Paratici Nedved. Il sogno si chiama Pogba, la vera necessità Icardi. Avremo tempo per capire come andrà a finire..